Africa, totem e sirene al castello di Castelbuono

Come affondare le mani nella terra. Come immergere i piedi nel mare. E al centro l’Africa, mamma Africa pardon, germoglio di culture e insieme di contrasti emotivi in cui l’uomo è risucchiato.

Da un lato il mondo sommerso, dall’altro quello emerso, e poi due artisti in una mostra, al castello di Castelbuono, che sembra una maglia cucita a mano per esser certi di non lasciare nulla al caso.

C’è Pino Pascali, l’africano, in cui viene fuori la ricerca delle origini. La natura che si contrappone al moderno. L’autore, che sarà esposto alla Biennale di Venezia, ricerca il mito del buon selvaggio (amava fasi fotografare ispirandosi a Tarzan). Ecco allora Totem, animali della savana diventati icone di spot pubblicitari e sculture che richiamano i resti dei dinosauri.

E c’è Virginia Ryan, australiana di nascita, italiana di passaporto ma africana nell’animo. Lei presenta Sirens, installazione che dialoga con altre opere, quelle dell’artista ivoriano Brouly Bouabré, intorno al mito delle mitiche creature marine. Loro raccontano di migrazioni, trasformazioni e perdite. Tutto avvolto in un mare le cui figure, sotto forma di sculture e disegni, sono insieme seducenti e pericolose, ammalianti ma portatrici anche di essenze negative.

Ed è così che dal mare alla terra torna attuale quel crocevia di culture che attraversano il Mediterraneo e i cui piedi solcano le terre d’Africa, con i miti, riti e tutto ciò che, in fondo, ha a che fare con l’uomo.

GLI ARTISTI

Pino Pascali (Bari 1935 – Roma 1968) è considerato una delle figure più importanti e significative nella scena artistica e culturale italiana degli anni Sessanta. Ebbe una carriera folgorante nel campo dell’arte e della comunicazione visiva: dalla prima mostra personale alla Galleria La Tartaruga di Roma nel 1965, alla Biennale di Venezia del 1968. Allievo di Toti Scialoja all’Accademia di Belle Arti di Roma, Pascali si dedicò molto alla scenografia e alla pubblicità, collaborando con la RAI e la Lodolo-Saraceni Film, casa di produzione di film d’animazione, caroselli, spot pubblicitari e sigle televisive.

Virginia Ryan (Canberra, Australia, 1956. Vive tra l’Italia, la Costa D’Avorio e il Ghana) nata in Australia, ma cittadina italiana dal 1981, si è laureata alla National School of the Arts di Canberra (1979) e specializzata in Arteterapia all’Università di Edimburgo (1995). Ha vissuto e lavorato in Egitto, Brasile, Scozia e nell’Ex-Yugoslavia. Dal 2000 vive e lavora a Trevi, vicino Perugia, e ad Accra (Ghana) dove nel 2004 e co-fondatrice della piattaforma Foundation Of Contemporary Art. Dal 2009 inizia a lavorare in Costa D’Avorio, prima con uno studio ad Abidjan poi, dal 2013, nella città di Gand Bassam, la vecchia capitale coloniale, ora Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Frédéric Bruly Bouabré (Zéprégühé, Costa d’Avorio, 1921 – Abidjan, Costa d’Avorio, 2014) conosciuto come poeta, scrittore, cantastorie, archivista e artista, a partire dagli anni Quaranta, Bouabré inizia la sua riflessione sull’universo inteso come un grande testo da interpretare per svelare le connessioni intrinseche tra tutte le cose, a cui ha dedicato parte della sua vita attraverso la stesura di un manoscritto sulle tematiche esistenziali. In seguito, Bouabré inizia a trascrivere questi argomenti in forma grafica, disegnando a matita e penna sulle celebri tavolette, formato cartolina, sviluppando una tesi personale sulle relazioni tra linguaggio, simbolo, fenomeni naturali e modi di vivere africani.

(Fonte: Dario La Rosa – siciliaweekend.info)

 

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