Ai domiciliari altro operatore indagato nell’inchiesta casa lager di Castelbuono

A quasi tre settimane dall’inchiesta che ha sconvolto Castelbuono, il Tribunale del Riesame accoglie l’istanza dei legali di un operatore della casa di cura Suor Rosina applicando la misura degli arresti domiciliari al posto della custodia cautelare in carcere.

L’operazione denominata “relax” riguarda indagini a carico di 35 persone alle quali si contestano i reati di tortura, maltrattamenti, sequestro di persona, corruzione, truffa aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche, frode nelle pubbliche forniture, malversazione che si ipotizzano essere stati commessi a vario titolo nell’ambito della gestione della casa di cura denominata “Suor Rosina” che si occupava dell’assistenza di persone disabili. E’ stato anche disposto il sequestro della casa di cura e beni per un valore superiore ai 6 milioni di euro.

L’ASP di Palermo e Confindustria Sicilia hanno preannunciato di costituirsi parte civile mentre il Comune di Castelbuono a mezzo di dichiarazione del sindaco Cicero rilasciata al Giornale di Sicilia del 31 dicembre 2021 ha specificato testualmente “che non è ancora tempo per poter dire se il comune si costituirà parte civile. Nel momento in cui verrà incardinato il processo, capiremo meglio” precisando “a chi gli chiede della sua vicinanza con alcuni indagati dell’operazione relax di aver rapporti indiretti con la struttura in quanto vi lavoravano il fratello della mia compagna e la compagna del figlio ma, sia chiaro, sono stati assunti prima che io diventassi sindaco”.

Nel frattempo l’Ordine degli Infermieri di Palermo ha sospeso gli operatori coinvolti nell’inchiesta casa lager di Castelbuono oltre all’infermiera sospettata di aver somministrato vaccini falsi presso l’hub di Palermo.

Iscriviti per seguire i commenti
Notificami

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
0
Cosa ne pensi? Commenta!x