Ancora su quando Mussolini passò da Castelbuono veloce “al par d’un treno”

(Di Mario Lupo) – Il prof. Massimo Genchi l’11 maggio scorso ha egregiamente ricostruito in questo blog il singolare avvenimento che impegnò la comunità castelbuonese il 6 maggio del 1924 per accogliere il Presidente del Consiglio dei Ministri (dall’Unità ad oggi è l’unico Presidente che sia venuto o abbia sfiorato il paese) proveniente dalle alte Madonie dove si era recato in occasione della sua visita in Sicilia.

Attraverso la cronaca contenuta nel n. 10 del 25 maggio 1924 de “Il bancarello”, il prof. Genchi ha riportato le fasi salienti della vicenda, iniziata fin dal mattino e conclusasi alle ore 18 con il rifiuto di Mussolini ad entrare in paese, nonostante le insistenze del Sindaco Gugliuzza che, assieme ai consiglieri comunali e al segretario del Fascio locale, lo attendeva al Rosario fin dalle ore 14,30.

La mancata visita fu poi commentata, con bellissimi versi (“Memorie Paesane Incancellabili”),  dal “Fabbro ferraio Baggesi Vincenzo da Castelbuono”, intrisi di ironia e di forti note satiriche, pubblicati nel numero 16/17 del 24 agosto 1924 de “Il bancarello” che parimenti il prof. Genchi ha integralmente riportati nel suo intervento.

Mi piace però ritornare sulla vicenda per sottolineare come abbia scatenato la tipica “smancia” dei castelbuonesi. E lo faccio riportando uno dei pezzi comparsi sempre nel numero 10 del 25 maggio 1924.

Mi limito a spiegare solo chi sono i “545 solisti” che si leggono nel corpo dell’articolo. Sono gli elettori che alle elezioni del 6 aprile precedente avevano votato la lista socialista del “Sole” contro quella del “Blocco Nazionale” (un listone con candidati non solo fascisti) che riportò 1473 voti, ma solo per la presenza, in lista, del concittadino Alfredo Cucco, al quale in paese andarono ben 1427 voti di preferenza.

Buona lettura.

I commenti delle… male lingue

Intorno al blocco comminato a 18 mila anime, dentro l’abitato di Castelbuono, in occasione del passaggio di S.E. Mussolini, dopo il fatto compiuto, si ammassano continuamente i più furiosi commenti.

Si dice che il Sindaco Cav. Gugliuzza, che trovavasi alle porte del paese, sia stato troppo freddo nel pregare S.E. di entrare. C’è chi afferma che il Seg. Fasc. Cav. Musumeci ebbe paura delle parole “E’ impossibile” pronunziate dal Duce. C’è chi certifica che S.E. aveva ricordato che Castelbuono aveva partorito 545 solisti.

Altri asseriscono che era colpito dal sole cocente e correva pericolo di patire una insolazione.

Ci sono coloro che videro S.E. tapparsi il naso passando vicino le famose gebbie del Rosario (dove confluivano le fognature del paese…-nda). Molti avanzano l’ipotesi che S.E. abbia perduto tempo gustando i prelibati vini del Barone Li Destri (Feudo San Giaimo). Molti furbi asseriscono che S.E. non ha gradito la durezza della strada Geraci-Castelbuono con la sconcertevole vista dei ponti diroccati; molti presagiscono che S.E. convinto mentre gira che si è fatto molto poco per i paesi delle Madonie, non crede esatto di essere accolto pomposamente e schiva quanto più.

Parecchi competenti registrano che S.E. aveva gli occhi a pampinella… pieni di polvere.

Altri videro con i loro occhi che un seguace abbia detto a S.E. nel momento che era fermo: “Eccellenza è tardi”.

Qualche conoscitore dice che S.E. appariva un po’ silliato.

Molti dicono che mezzo paese non potè dormire la notte pensando alla strana avventura. Molti chiedono i danni morali e… materiali.

I più spiccati piazzaiuoli  hanno potuto fare una statistica minuziosa di circa 40 mila Astime che uscirono dalla bocca del popolo dopo il fatto compiuto.

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