Arrestato istruttore sportivo per adescamento e produzione di materiale pedopornografico
E’ sempre massima l’attenzione nell’attività di contrasto ai reati rientranti nel novero del cosiddetto “CODICE ROSSO”, del Dipartimento Violenza di Genere, Violenza Domestica e Tutela delle Vittime Vulnerabili, istituito presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Palermo.
La Sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia di Stato, al termine di articolate indagini, ha tratto in arresto un giovane istruttore sportivo di 27 anni, insegnante presso numerose palestre cittadine, poiché indiziato dei reati di adescamento di minori, produzione di materiale pornografico utilizzando allieve minorenni, allo scopo di compiere atti sessuali con le stesse.
La misura cautelare personale degli arresti domiciliari, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, Dipartimento Violenza di Genere, Violenza Domestica e Tutela delle Vittime Vulnerabili, trae origine dalla segnalazione di un attento e diligente genitore che, allarmato dai racconti della figlia quattordicenne in riguardo a una sua coetanea che le aveva confidato di essere oggetto delle attenzioni sessuali da parte del loro istruttore sportivo, aveva segnalato all’Autorità Giudiziaria i pericoli cui erano esposte alcune giovani allieve.
L’input permetteva di avviare serrate indagini che hanno consentito di individuare un giovane istruttore, presunto responsabile dei reati contestatigli in danno di almeno due allieve, minori di anni 16, approfittando della sua posizione di privilegio e del rapporto di fiducia instaurato con le ragazzine e con i loro genitori, ignari dei pericoli a cui erano esposte le loro figlie.
La sensibilità e la professionalità maturata dagli investigatori della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica, ha permesso di instaurare un rapporto di fiducia con le presunte vittime degli abusi, le quali liberandosi dal timore e dalla vergogna per ciò che avevano subito, hanno confessato i comportamenti deviati del loro istruttore.
Le indagini hanno previsto l’uso di moderne e sofisticate tecniche investigative, e apparecchiature informatiche per l’analisi dei flussi telematici che sono stati determinanti per l’individuazione delle fonti di prova.
L’attenzione sviluppata dagli investigatori della Sezione di Polizia Giudiziaria si è concentrata sui dispositivi elettronici e sulle piattaforme social in uso all’indagato, al fine di adescare le sue giovani vittime con le quali ha prodotto il materiale pedopornografico.
Una tematica, quella dell’utilizzo distorto dei social network, di grande attualità e che crea allarme per i giovani che fanno largo uso di dispositivi elettronici e di piattaforme informatiche e che possono cadere nella trappola di chi intende approfittarne.
Infatti, particolare attenzione ha posto l’Autorità Giudiziaria, la quale con l’Ordinanza di Custodia Cautelare, tra le prescrizioni imposte all’odierno indagato, gli ha altresì impedito l’uso di qualsiasi strumento informatico, telematico o telefonico.
Nell’indagine espletata un importante contributo civile è stato fornito da un attento genitore che ha riposto fiducia nelle istituzioni e che ha permesso di fare luce sulla grave vicenda, un esempio che si auspica venga seguito da tutti coloro che siano a conoscenza di fatti analoghi.
Al termine delle attività di rito, l’indagato è stato condotto presso la propria abitazione dove è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Giova precisare che la responsabilità penale delle condotte descritte sarà definita solo dopo l’emissione di una, eventuale, sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.