Atti vandalici a Castelbuono
Gli ultimi atti vandalici perpetrati a Castelbuono sono segno di profonda inciviltà e di disprezzo per la comunità, ma soprattutto espressione di una seria patologia encefalica nota come “sottosviluppo della personalità”.
Diversamente, non si spiegherebbe il motivo per cui qualcuno debba auto-affermarsi, rovinando le cose degli altri, deturpando beni così faticosamente restaurati o acquistati.
E’ il caso del Castello dei Ventimiglia di cui tre lati su quattro sono stati imbrattati, mediante vernici spray, da disegni, oltretutto di pessima fattura, e turpiloqui di vario genere. Sotto una triste carrellata di foto che documentano lo scempio.
Inoltre è notizia di ieri della “quasi demolizione” dello scuolabus parcheggiato nell’area di sosta comunale, nei pressi di Via Alduino Ventimiglia (Vedi foto).
Azioni come queste sono il chiaro segno della debolezza culturale di alcune frange, le quali non riescono a trovare uno scopo, un obbiettivo, una direzione di marcia. Questa minoranza, imbrattando le mura del Castello ha sfigurato Castelbuono e il suo popolo.
Probabilmente tali fatti sono la prova del fallimento dei modelli educativi propinati dai media ad alto “impact factor” e soprattutto della politica.
Del resto dietro ad atti pietosi come questo è facile scorgere lo specchio e, per certi versi, l’inconscia emulazione di una classe politica egoista, imbruttita e disorientata, che ormai da anni non offre un modello sano, né tanto meno è esempio di correttezza e di rispetto del bene pubblico (leggi per esempio Milocca). Al contrario, sempre più frequentemente riflette modelli errati, commettendo metaforicamente gli stessi oltraggi, gli stessi disfacimenti, gli stessi atti vandalici che, esattamente come al Castello, hanno sfigurato l’Italia e il suo popolo.
Dinanzi a tutto ciò non può mancare una severità di risposta dalla nostra comunità, sia da parte delle forze dell’ordine sia da parte dei comuni cittadini; chi ha udito le pietre infrangere i vetri dello scuolabus infranga, a sua volta, il silenzio.