Brancato, Ferrauto, Leta, Mazzola e Prisinzano rispondono alla lettera del PD

Sentiamo il dovere, nei confronti dei cittadini di Castelbuono e delle segreterie regionale e provinciale del PD, di rispondere ad un lettera scritta e resa pubblica dal “Circolo del PD di Castelbuono”.
Vogliamo esporre un punto di vista diverso e offrire una diversa lettura di ciò che è successo nella nostra comunità nelle ultime elezioni amministrative e in un passato più o meno recente.
Ci riconosciamo nei valori fondanti del PD e per questo motivo ne abbiamo preso la tessera e ne siamo stati protagonisti con vari ruoli. Quello che cambia, rispetto a coloro che ci definiscono “persone non gradite” è il significato diverso che, a volte, si attribuisce alle stesse parole e alle stesse frasi.

Concordiamo con la tesi esposta che la politica si debba intendere come servizio alla comunità.

Servizio che, aggiungiamo, debba essere dato gratuitamente senza nulla pretendere, in nessuna forma, perché diversamente può non essere servizio bensì tornaconto. Quanti di noi, oggi “non graditi”, hanno ricevuto incarichi, avuto prebende o chiesto favori?

Chi esercita il potere politico deve essere libero da qualsiasi condizionamento o legame, libero di esprimere il proprio pensiero e non tifare per una tesi, un gruppo o una fazione. Questi concetti, dati per acquisiti, hanno la necessità di essere ricordati, rinforzati e trasmessi ai più giovani.

Le decisioni, inoltre, debbono scaturire dalla logica e non dagli umori che spesso portano a passi sbagliati. Avremmo potuto rispondere subito lasciandoci trascinare più dall’emotività che guidare dalla ragione.

Nella sopra citata lettera si dice “il circolo PD di Castelbuono ritiene doveroso tutelare i propri iscritti” da spinte individualiste. Abbiamo forse, sempre e comunque, messo avanti la nostra persona, sorpassando tutto e tutti, mettendo il partito di fronte al fatto compiuto oppure in parecchie occasioni abbiamo fatto importanti passi indietro? Da cos’altro debbono essere tutelati gli iscritti al PD? Forse dalla possibilità che ci possano essere pensieri diversi? Che si possa avere la libertà di non sentirsi vincolati al pensiero dominante e conservare il rispetto per le proprie convinzioni?

Il circolo è uno strumento a cui si può non rispondere quando ci si accorge che non è più funzionale ai valori a cui si ispira.

Si fa riferimento ad “autocandidature a prescindere dalle decisioni del partito”. Di quale candidatura si parla? Forse quella ad assessore provinciale, al tentativo di proporsi candidato sindaco a Cefalù dove il circolo locale del PD aveva individuato un candidato poi risultato vincente? E ci chiediamo ancora dove e quando è scaturita la candidatura di Peppe Norata? E’ stata frutto della presenza costante nella vita del circolo negli ultimi anni e della conseguente elaborazione politica oppure proviene da decisioni prese in altre sedi, forse più di due anni fa?
Regole disprezzate. Chi le ha violate davvero? Chi si è indignato dicendo che il voto delle primarie era inquinato e se avesse vinto Carmelo, a causa di ciò, era a rischio la vittoria finale? Adesso, con questi risultati, sono forse mancati i voti dei Castelbuonesi residenti a Palermo?
In merito all’accusa di essere amici di un sindaco che è appartenuto al PID di Romano ed è stato sostenitore di Cuffaro ha risposto lo stesso sindaco; tuttavia una considerazione è doverosa: Lombardo nasce con Cuffaro ed oggi è costretto a dimettersi, il suo governo è stato appoggiato da esponenti e capi corrente che non sono nostri referenti quanto invece paladini dello stesso che ci accusa di essere “voltagabbana e uomini senza parola e la cui firma vale meno di niente”.
Non ci risulta che il sindaco Tumminello sia mai stato iscritto al PID di Romano, invitato, invece, alla festa degli asini dall’amministrazione uscente come ministro, in quel momento sotto inchiesta per mafia e con il PD che ne chiedeva la dimissioni.
E’ veramente incredibile che tale accusa venga fatta da persone che hanno stretto un’alleanza con gli amici dell’on. Dina, pupillo di Cuffaro e Romano.
E’ politicamente scorretto e non veritiero il tentativo di far passare presso l’opinione pubblica che il sindaco Tumminello e la lista che l’ha appoggiato siano di centro destra. Tumminello è, invece, espressione di una lista civica all’interno della quale vi è una larga presenza di persone di centro sinistra, di centro e qualche elemento di centro destra. Ma l’Ulivo con l’unione civica di centro non è anch’essa una lista civica, considerata la presenza di esponenti del Pd, di SEL, dell’UDC e del PDL? Che fine ha fatto il documento di protesta dei giovani del PD su tale alleanza?
Ci si è dimenticati del fatto che nel settembre 2008 il sindaco Cicero, con valutazioni politiche non lusinghiere verso il gruppo dirigente regionale ed il capogruppo all’ARS è uscito dal partito per diversi mesi con la conseguente richiesta di quasi la totalità del gruppo dirigente dell’azzeramento della giunta e che solamente la saggezza politica del capogruppo Mazzola non ha permesso lo sgretolarsi di quella maggioranza con possibili transfughi verso altri lidi?
E’ possibile che dall’analisi del voto non sia venuto fuori un dato politico eclatante e preoccupante quale quello che, tolti i seicento voti dei candidati dell’UDC e del PDL, i candidati del PD hanno racimolato soltanto 1200 preferenze rispetto alle 2059 del solo PD di cinque anni fa?
Assistiamo oggi ad un dramma che non riusciamo a capire. Si sono soltanto perse le elezioni amministrative e a Castelbuono non sono arrivati gli alieni ad amministrarlo ma altrettanti degni castelbuonesi verso i quali va il rispetto per la loro voglia di fare bene per la nostra comunità. Il loro operato sarà sottoposto a giudizio fra cinque anni quando torneremo a votare.
Il sale della democrazia sta proprio nell’alternanza e non nel radicamento della gestione del potere. In considerazione di ciò i partiti debbono attrezzarsi per fare nascere il cambiamento al loro interno in modo chiaro e credibile. Per questo motivo era stato chiesto all’ex sindaco, dopo 10 anni di carica, di non candidarsi al consiglio comunale dove invece egli puntava a ricoprire la carica di presidente del Consiglio.
All’ex candidato sindaco del PD vogliamo dire che la nostra è stata una presa di posizione politica nei confronti di un sistema logoro e autoreferenziale. Lo stesso ex candidato non deve dimenticare di essere l’attuale segretario del circolo del PD di Castelbuono e che le parole dette o scritte vanno ponderate. Se dichiararci “non graditi” è il minimo, cos’altro viene dopo? Sono questi pensieri e frasi di chi si dovrebbe ispirare a principi di tolleranza e rispetto del pensiero altrui?
Dal momento che non siamo più graditi, possedendo passione politica e amore per Castelbuono continueremo a dare il nostro contributo nei modi che riterremo più opportuni. Rimaniamo, ovviamente, disponibili ad un confronto con i vertici provinciali e regionali del partito.

I non graditi

Antonino Brancato
Pietro Ferrauto
Santino Leta
Carmelo Mazzola
Mimmo Prisinzano

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