Bufera sul distretto turistico Cefalù Madonie Himera: sentenza di condanna a pagare 8.665 €
(Riceviamo e pubblichiamo)
Come fu e come non fu che Mario Cicero divenne presidente
Lo scorso 11 gennaio 2024, la Corte di Appello di Palermo ha accolto il ricorso proposto da alcuni dei soci privati del Distretto Turistico di Cefalù, Madonie e Himera dichiarando nulla la convocazione e i deliberati assunti nella seduta dell’Assemblea del 17 ottobre 2014. Quella assemblea, convocata da persona che, come da sentenza, non ne aveva titolo, elesse un Consiglio di Amministrazione illegittimo. Erano presenti solo una trentina di soci su 140, come si legge sui blog del tempo, ma i pochi presenti non esitarono e non ebbero rossore ad eleggere il Consiglio di Amministrazione addirittura con voto palese. Praticamente una acclamazione. Tra gli eletti, Mario Cicero, all’epoca con la maglietta di Presidente del Consorzio produttori madoniti, che diventò il Presidente del Distretto turistico.
Un comunicato trionfale del consorzio, ormai nelle mani dei conquistadores, riportò: “Mario Cicero è il Presidente del Distretto Turistico”. Il Presidente Cicero, eletto all’unanimità, ha manifestato la “piena soddisfazione e gratitudine per la nomina ricevuta”. Non che ci tenesse, anzi…
Assieme a questi comunicati trionfali qualcuno però scrisse: “Un avido manipolo di soggetti pubblici, ormai noto a tutti, ha commesso il delitto di violazione di ogni norma legislativa, statutaria, regolamentare e deontologica, imponendo l’elezione di un Consiglio di Amministrazione, deciso in sede privata, dai soliti noti, con la loro ormai risaputa prepotenza, scarsa attitudine nel rispetto delle idee altrui, ignoranza apparente e mancato rispetto dei sani principi di legalità, collaborazione e trasparenza.”
Tra i membri del CDA non figurava il sindaco del Comune capofila Cefalù, che non accettò la carica in dissenso con le procedure seguite. Successivamente Cefalù uscì dal Distretto che era nato nel 2011 come organismo di raccordo tra enti pubblici e privati per la promozione e gestione del turismo.
A dieci anni di distanza, la sentenza di un Tribunale dimostra che in quel rinnovo del Consiglio di Amministrazione nel 2014 è successo qualcosa che sicuramente normale non fu e avalla la constatazione del prevalere di altre logiche all’interno del Distretto che di fatto non ha assolto gli obiettivi per cui era stato creato.
Sorvoliamo sugli altri pasticci che hanno segnato fin dalla nascita il Consorzio, tra cui la difformità tra lo Statuto approvato dai Comuni e quello sottoscritto dai rappresentanti dei soci in sede di costituzione, così come il disconoscimento della propria firma sull’accettazione da parte di un componente del primo CDA. Quisquilie, per chi opera esclusivamente nell’interesse del mitico territorio.
La Corte di Appello ha annullato la procedura che portò all’elezione di Mario Cicero a Presidente del Distretto turistico e condannato lo stesso consorzio a pagare 8.655 € di spese processuali.
Chi pagherà? Chi convocò l’assemblea farlocca? I soci che si prestarono all’operazione? O Mario Cicero? O l’onnipresente amministratore di SOSVIMA, che seguì con la consueta attenzione e dedizione la nascita e gli sviluppi del consorzio?
O come sempre Pantalone?
Oggi Mario Cicero, dopo il fiasco della mancata nomina a presidente della SRR rifiuti Palermo Provincia Est, è stato eletto vicepresidente dell’ATI idrico. Sparite le accuse infamanti nei confronti della governance da lui date alla stampa nell’autunno del 2021, di “accordi” sulle nomine degli organismi sovracomunali fatte col “metodo Cencelli, affinché tutti stiano buoni, in barba ai risultati”, di una governance che tratta con “qualcuno indagato e successivamente condannato per voto di scambio politico-mafioso”. Evidentemente, come gli risposero allora 14 sindaci, “fino a quando gli organismi lo vedono direttamente coinvolto, tutto va bene”.
Ad maiora.
Per chi ha voglia di approfondire, alleghiamo la Sentenza.
Costituente per la Castelbuono di Domani
Senteza-Corte-di-Appello-di-Palermo-11.01.2024