Castelbuonese assolta dall’accusa di tentata estorsione
Un tentativo di estorsione all’interno del carcere di Termini Imerese è ciò che aveva denunciato un 38enne detenuto, titolare di un negozio di autoricambi e capo di una banda che nei primi mesi del 2012 aveva messo a segno una serie di colpi e rapine in case e ville del comprensorio.
In realtà sarebbe stata tutta una montatura messa in atto dall’uomo per vendicarsi dell’ex compagna, una 52enne di Castelbuono. La donna era andata a trovarlo dopo aver appreso notizia della sua condanna e per comunicargli che lo avrebbe lasciato. Secondo il 38enne l’ex compagna lo avrebbe minacciato con queste parole: “se non mi cedi l’attività te la faccio pagare, te la vedi con i miei figli che ti faranno passare guai e ti lasceranno mezzo morto”.
La strategia dell’uomo è emersa in seguito alle indagini difensive ad opera dell’avv. Giuseppe Minà, difensore della donna che era dunque finita a processo per appropriazione indebita e tentativo di estorsione.
Numerose testimonianza sono emerse durante il processo rivelando che i fatti si sono svolti secondo la versione fornita dalla donna, pertanto le accuse sono cadute durante il dibattimento presso il tribunale di Termini Imerese con l’assoluzione della castelbuonese con la formula “perché il fatto non sussiste”. A pubblicare la notizia Giuseppe Spallino sul Giornale di Sicilia.