Castelbuono In Comune, lettera ai Cittadini di Castelbuono

“Un paese ci vuole ….” Cesare Pavese, nel suo ultimo lavoro, descrive, con parole commoventi, la necessità dell’appartenere ad un paese. Lo scrittore colloca l’uomo, qualsiasi uomo, in un luogo; un luogo ben definito sia esso paese, città, villaggio o borgo.
Nel collocarlo non lo lascia solo, ma lo fa diventare parte attiva di tutta la comunità dove, pur mantenendo la propria identità, insegue un ruolo sempre convergente rispetto al progetto che in quella comunità tutti, ma proprio tutti auspicano: vivere una vita serena, lontana da conflitti e proiettata al benessere familiare.

La descrizione che propone Pavese ci piace, ci fa riflettere e ci emoziona. Ci riporta a valori antichi, ad usanze e abitudini dimenticate, a rapporti umani spontanei, fraterni e solidali.

Da tempo, troppo tempo, la politica guarda al progresso della società in maniera unidirezionale. Studia e si occupa di progetti funzionali ad un continuo sviluppo economico e tecnologico. La bramosia del successo è diventata sistema. La corsa alla leadership ha lasciato macerie fagocitando valori e sentimenti.
La politica, da qualsiasi gruppo predicata, ha annullato il proprio pensiero, mescolando idee di destra e sinistra in una marmellata disomogenea, privandola di valori etici e solidali.

Ce ne saremmo fatti una ragione purtroppo, è doloroso affermarlo, non è così. Calcoli matematici, solo meschini calcoli matematici, hanno spinto politiche diverse e distanti a mettersi insieme, creando dei mostri con più teste e più tentacoli. Il nostro paese (che vorremmo guardare con gli occhi di Pavese) ha subìto anch’esso questo contagio. Lo ha subito nell’azione politica delle sue classi dirigenti, spesso con la complicità e il silenzio della Chiesa come anche delle altre istituzioni.

Anche noi che abbiamo governato questo paese abbiamo subìto il fascino dei numeri e del successo. Spesso anteponendo la quantità alla qualità. Ci siamo sforzati tuttavia, attraverso un doveroso buonsenso, di agire sempre con equilibrio e responsabilità. Ci siamo sforzati di farlo durante la fase di governo. Lo faremo pure nel ruolo di opposizione.

Il nostro augurio per l’anno che verrà non mette in elenco, come vedete, tutte le opere iniziate dalla precedente Amministrazione Comunale e lasciate a muffire dall’attuale governance. Ci sembra talmente palese che ci appare perfino ridicolo farlo adesso.

Il nostro augurio per l’anno 2019 sta tutto in un serio e improrogabile auspicio di una vera e propria spinta morale che vada nella direzione di creare un paese da vivere e non da guardare.

Luoghi comuni, quali “tutto il mondo ci guarda”, ci  lasciano indifferenti e un po’ tristi. Cesare Pavese ne prenderebbe le distanze.
Noi pensiamo e viviamo di altre speranze.
Noi vogliamo riaffermare il valore di un impegno assunto o di una promessa fatta.
Noi vogliamo scandire il significato di ogni parola semplicemente così come viene spiegata in qualsiasi dizionario d’italiano. Senza confusione, senza artifici o ambiguità.

Noi vogliamo impegnarci a fare della chiarezza l’ingrediente principale dell’azione politica nel ruolo di opposizione che in questo momento rivestiamo. Avvertiamo l’esigenza di riaffermare la forza buona di una stretta di mano, di un sorriso amico, di uno sguardo affettuoso. Coltiviamo questi sogni e vogliamo svegliarci tra la notte dell’ultimo giorno dell’anno 2018 e il primo del 2019 nella consapevolezza che i nostri sogni siano un po’ quelli di tutti i nostri concittadini.

I giochi di prestigio li lasciamo al linguaggio circense. Castelbuono non è un circo, è un paese intriso di cultura e tradizioni come pochi altri. Ma non come nessun altro. D’altra parte siamo convinti che molti altri la pensano come noi e con questi intendiamo aprire un dialogo di condivisione e di confronto.

Infine, vogliamo rivolgere un augurio e la nostra attenzione ai lavoratori delle Cooperative sociali per la raccolta dei rifiuti e ai lavoratori precari del Comune che vivono la paura del domani. Da 20 anni, le Istituzioni rimandano il diritto alla stabilizzazione occupazionale di cittadini che hanno svolto il loro lavoro in umiltà e con senso del dovere. Oggi invece la normativa consente una regolarizzazione del loro contratto. Noi  siamo vicini e pronti a dare forza alle attese e alle speranze di questi lavoratori.  Siamo convinti che la battaglia si vince, se, primi fra tutti, sarete voi a vivere la solidarietà reciproca, rifiutando favori e regalini, lusinghe e compravendite, raccomandazioni e dipendenze.

Un richiamo ad essere lontani dalla logica “Ognuno per sé e Dio per tutti”, restando uniti e autonomi e lontani da coloro che credono sia possibile accaparrarsi la libertà di ciascuno, trasformando le persone in automi.

Il vostro disagio non diventi oggetto di potere degli altri che sposano la causa per fini personali.
Auguriamo a voi cittadini-lavoratori di non abbandonarvi alla rassegnazione ma di vivere con forza d’animo la condizione di lavoratori che chiedono un loro sacrosanto diritto.
Questa lettera è il nostro modo per dire pubblicamente che vogliamo continuare a prenderci cura e a promuovere la crescita della nostra comunità per renderla coesa e solidale.
Vogliamo farlo, accogliendo una nuova sfida: quella di credere che i nostri concittadini non hanno solo richieste e bisogni ma anche capacità e risorse che, in una collaborazione solida e costruttiva in Comune possono trovare soluzioni.
Concludiamo, ribadendo l’augurio che la nostra comunità incorpori nelle sue decisioni le conseguenze che le proprie azioni hanno sugli altri. Quello che può sembrare vantaggio per noi, può danneggiare gli altri. Noi di Castelbuono in Comune non rinunciamo a pensare in grande.

Il Coordinamento di Castelbuono in Comune

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