Castelbuono nel tempo passato: “La reliquia di Sant’Anna si deve spostare o non si deve spostare?”

La pagina FB “Castelbuono nel tempo passato” è nata con l’intento di coinvolgere e arrivare a quanti più castelbuonesi possibile, sia “paisani” che sparsi nel mondo. Il nostro quotidiano e costante obiettivo è quello di far riflettere sull’importanza delle radici, della Memoria e della Tradizione. Lungi dal voler alimentare polemiche sterili e strumentali, col solo obiettivo di contribuire a un sano dibattito e pervenire al confronto, abbiamo sentito il bisogno di dire la nostra in merito alla vicenda che è sulla bocca di tutti ma che, paradossalmente, sembra voler solo serpeggiare e passare sotto un quiescente silenzio.#santannasitocca o #santannanonsitocca?

Si deve spostare o non si deve spostare? Quando una comunità si interroga e viene indotta ad esprimersi, si sublima la massima espressione del concetto di partecipazione democratica e attiva.”Pare” e il condizionale è d’obbligo, che quasi tutte le confraternite (ad eccezione dei presidenti) e buona parte della cittadinanza non vedano di buon occhio la traslazione del Sacro Teschio di Sant’Anna, seppur solo per pochi giorni, presso la comunitá di Altofonte, secondo accordi presi tra l’Arcivescovo di Monreale, il Vescovo di Cefalù e l’Arcipretura di Castelbuono e il sindaco di Castelbuono.

Non è una questione di geloso e conservatore provincialismo o paesanazza mentalità: l’interlocuzione va garantita… sempre!Siamo consapevoli del fatto che, quando certe richieste provengono da autorità ecclesiastiche e/o personalità di rilievo, chiunque attraverserebbe momenti di inaudito imbarazzo e indecisione sul da farsi. Tutti sappiamo che a certe richieste non è facile (e forse nemmeno opportuno) dire di no. Ci sono in ballo interessi, rapporti di “amicizia” e collaborazioni presenti e future che potrebbero risentire di certi “incidenti diplomatici”. Tuttavia, ciò non toglie che bisogna tenere anche in considerazione la volontà dei più e mettere in conto che certi cambiamenti epocali o lo stravolgimento di certe consolidate tradizioni sono un meccanismo che può essere attivato, ma con tatto e gradualità, nel rispetto dei tempi del normale contraddittorio, senza imposizioni di sorta, volte alla condanna di certe legittime resistenze e perplessità.Che poi, ci sono resistenze e resistenze.

Ci sono quelle che derivano da una certa arretratezza di pensiero, grettezza o ristrettezza di vedute e ci sono quelle che sono, più che altro, orgoglioso esercizio del proprio senso di appartenenza.Al netto di partigianerie e campanilismi e al di là del fatto se questa sorta di gemellaggio con la comunità di Altofonte avverrà e con quali modalità e se, quindi, in occasione del bicentenario della LORO consacrazione al culto della Madre Sant’Anna, le reliquie (il nostro teschio e il loro braccio/mano) si riuniranno o meno, vogliamo solo condividere una riflessione di metodo e un auspicio.Che questa traslazione non diventi un precedente e l’avvio di un “uso” di Sant’Anna come un “brand” da esportazione.Che non passi l’idea di una facile “mobilità”.Per tutti i castelbuonesi, credenti o meno, la Madre Sant’Anna è qualcosa che unisce e che fa continuare a credere nella castelbuonesità.

Che si inauguri una riflessione condivisa, data anche l’estrema sensibilità e moderna apertura di Sua Eccellenza Marciante, sulla possibilità di creare un itinerario del sacro che coinvolga tutte le Madonie e la nostra Castelbuono, che induca a vedere ogni luogo che conserva delle reliquie come meta di un pellegrinaggio, che stimoli un turismo diverso e pregno di un significato ulteriore rispetto a quello dei tradizionali circuiti. Che i nostri luoghi sacri possano diventare attrattori di popoli (anche e soprattutto provenienti da altre Diocesi), stimolati dalla possibilità di spostarsi alla scoperta del Sacro, coinvolgendo in un’opera di ecumenica evangelizzazione che non porti solo a far “uscire fuori” il meglio che abbiamo.Che ben vengano tutti gli scambi, i confronti e le collaborazioni tra le varie realtà territoriali ma nel rispetto delle tradizioni e delle identità.I castelbuonesi, cent’anni addietro, si tolsero di bocca il poco pane che avevano pur di appropriarsi del Castello, solo perché era la “casa” di Sant’Anna, il luogo che l’ha sempre difesa e custodita come una fortezza e noi crediamo, e vogliamo continuare a credere, che Sant’Anna ci ha sempre mostrato una ineffabile gratitudine, rendendoci incolumi e proteggendoci da ogni avversità.Non è solo una questione di sicurezza ma di Identità, Storia e Cultura. Con questo spirito, nel febbraio del 2013, abbiamo tutti festeggiato il Centenario della donazione del Teschio da parte dell’ultimo dei Ventimiglia, ilBarone Fraccia, alla popolazione di Castelbuono.

Ecco, è proprio da quel momento che la Sacra Reliquia appartiene ai castelbuonesi ed è ad essi che deve tornare la parola sulla questione dei rapporti con la reliquia di Altofonte. C’è più di un motivo per cui la nostra reliquia viene esposta al pubblico solo il 25 luglio di ogni anno (e mai prima) e perché la cerimonia di apertura segue un peculiare e secolare protocollo.Riconsideriamo, piuttosto, la NOSTRA data di consacrazione al culto della Santa patrona: il 4 maggio.Ridiamo dignità, valore e onore a un momento a cui, in passato, veniva reso omaggio con la “Festa di maggio”.Chiamiamo a raccolta tutti i paesi con cui condividiamo questo culto.Spostiamoci anche noi, se del caso, per andare a visitare i luoghi che, per il tramite di Sant’Anna, ci accomunano, scopriamone i riti e assaporiamo il gusto di tradizioni diverse dalle nostre. Eleggiamo Castelbuono a ideale capitale di un turismo religioso di qualità, che unisca e non separi e divida.E non lo diciamo come imposizione bigotta e retriva ma in chiave di costruttiva proposta, figlia di un orgoglioso senso di responsabilità e appartenenza, di identità e legami secolari.

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