“Cefalù è in bilico”. Intervista al sindaco Lapunzina

"Cefalù è in bilico”. Intervista al sindaco Lapunzina

Il comune di Cefalù, a rischio dissesto finanziario, ha presentato un piano di riequilibrio pluriennale per risanare, in dieci anni, le casse dell’Ente. Già lo scorso luglio, però, la nuova amministrazione del sindaco Rosario Lapunzina aveva ricevuto richiesta dalla Corte dei Conti di adottare misure correttive per le finanze comunali, ed è da quel giorno che è iniziato un braccio di ferro destinato (forse) a risolversi soltanto adesso. E, forte della giovane età della sua amministrazione, Lapunzina ci tiene a ricordare come il debito sia stato accumulato tutto dalle precedenti amministrazioni: quella di Simona Vicari prima (dal 2002 al 2007), e quella di Giuseppe Guercio, a cui è succeduto Lapunzina, dopo.

 

Sindaco, quali sono state le “misure correttive” adottate dal comune di Cefalù dopo la richiesta della Corte dei Conti?

 

“Il Comune doveva riapprovare alcuni documenti contabili per cui era stato diffidato, come il rendiconto 2008-2009, e approvarne alcuni dei quali invece era sprovvisto. Per eliminare il debito abbiamo anche presentato un piano triennale di risanamento”.

 

A quanto ammonta il debito del Comune?

 

“Circa dieci milioni di euro”.

 

Il piano triennale presentato dalla sua giunta, però, è stato giudicato insufficiente. Come mai?

 

“La Corte dei Conti disse che tre anni erano troppo pochi per sanare un debito di quella portata, e ci chiese di andare in dissesto. Avremmo dovuto sciogliere il consiglio comunale, prendere provvedimenti di emergenza come l’aumento delle imposte. Noi, invece, volevamo avvalerci della legge ‘salva comuni’, così abbiamo fatto ricorso al Tar”.

 

E il Tar vi ha dato ragione: un primo decreto di sospensiva del dissesto è stato confermato il 14 febbraio dalla camera di Consiglio del tribunale, ed è valido fino a novembre. Adesso avete presentato questo nuovo piano decennale…

 

“Sì, il Tar ha dichiarato che Cefalù non va in dissesto, e soprattutto che abbiamo diritto ad accedere alla legge salva comuni. Così abbiamo preparato un nuovo piano di riequilibrio, questa volta in dieci anni, che risani le finanze del Comune. Se la Corte dei Conti valuterà il piano all’altezza potremmo procedere con l’attuazione, altrimenti andremo in dissesto”.

 

Perché il nuovo piano di riequilibrio dovrebbe convincere la Corte dei Conti che ce la potete fare?

 

“Prima di tutto per il fattore tempo: pagare un debito in dieci anni è più facile che pagarlo in tre, inoltre abbiamo chiesto ai creditori la rateizzazione del debito senza interessi, e l’abbiamo ottenuta. Nel piano, poi, è previsto un grosso taglio alla spesa e un aumento delle entrate tramite, ad esempio, beni e suolo pubblico. Ma in questo momento Cefalù è in bilico”.

(siciliainformazioni.com)

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