Cefalù, inaugurazione della mostra fotografica “Nel grembo, acqua” di Paola Tornambè

Con “ Nel grembo, l’acqua”,  Paola Tornambè  espone una serie di fotografie in grado di evidenziare il rapporto indissolubile che ci lega all’acqua, soprattutto al mare e al suo essere in evoluzione continua. Sentendosi un tutt’uno con il mare, l’uomo recupera la verità, l’essenza della vita. Trova legittimazione di sé stesso. Appagato da questo: sentirsi attraverso la natura e sentirsi parte di lei. Infinito. Abbandonato al suo scorrere anch’esso. Fatto di acqua, fonte di vita, che portiamo dentro e ci portiamo dentro. Perché l’acqua è vita. Il nostro corpo è fatto di acqua. Ci formiamo immersi nell’acqua. Il nostro mondo è fatto di acqua, prima madre del nostro esistere.

L’abbiamo dentro; fin dentro la nostra anima. Ecco perché raccontare il mare è una necessità dell’uomo. Da sempre.

Assolutamente instabile  – come la vita stessa – è rassicurante proprio nella sua instabilità, il mare. E’ rifugio per l’anima inquieta, perché inquieto e mai uguale è anch’esso. E’ questo il segreto della sintonia tra uomo e mare; perché in esso l’uomo trova legittimazione alla parte più profonda della sua anima. Il mare è potente e affascinate, e può essere buono come cattivo, cambia e scambia: può portarsi via le cose belle, ma anche quelle brutte. Ma, comunque, ritorna sempre. E’ una presenza mutevole in sé stessa, ma fissa nel suo essere. Eterno,  punto di riferimento indiscutibile.

Il mare è avvolgente, ti prende la mente, incantatore e balsamo per l’anima.

Nei paesi di mare, nelle isole, guida la vita. Comanda lui. Comanda i pescatori, le navi, ma anche la gente comune. Il bucato sa di salsedine, è nell’aria, entra nelle case. Lo respiri, il mare. E’ il tuo umore quotidiano. E’ il limite oltre cui puoi andare.

Calmo è invito all’allegria, alla spensieratezza. Alla leggerezza.

In tempesta, ti entra dentro con l’urlo delle onde, con la salsedine che ti penetra la pelle e si avvinghia ai capelli. E ti grida la forza. La vita.

Il mare è potenza e meditazione. E’ respiro. E’ parte del tutto. E’ sollievo ed energia. Soprattutto è “sentire”. Amplifica le percezioni. Lui lo capisce, quello che provi, e te lo spiega. Quando sei in piedi sulla sabbia, e ce l’hai davanti, e  ne senti l’odore, il rumore costante delle onde che vanno e vengono, ti senti compreso. E’ il tuo stesso ritmo, che stai ascoltando. Sei confortato dalla sconfinatezza di questo ritmo, che ti circonda e arriva, vasto, oltre l’orizzonte. E dà legittimazione, questa sconfinatezza. I pensieri si dilatano, come la sua acqua. Puoi abbandonarti alla profondità, all’estensione, allo spazio, al tempo. Non conta più chi sei, dove sei, i problemi contingenti che hai. Sei parte del tutto, quando sei con mare. Esisti veramente.

Ti sa spiegare la libertà – quella vera –, il mare. Non si possiede e non ci possiede.

L’uomo ha bisogno. Del mare.

Ha bisogno di camminare lungo le coste, di notte, guidato dal rumore delle onde e dalla luce di un faro e dalla luna soltanto. E’ in momenti come questi, che di un uomo si può vedere l’anima. Delicata presenza sospesa tra la apparente solidità della terra e la apparente mutevolezza del mare. Respiro della sera che arriva, a coprire i rumori e i colori del mondo. Spogliato di fronzoli. Eccolo a nudo: l’uomo davanti al suo mare. Pacatezza e sollievo. Abbandonato al suo scorrere.

E parrà di non essere solo: che dal mare salgano ombre a tenergli compagnia; e che il mare sia vivo, pregno di storia e di leggenda, e respiri insieme a lui.

L’uomo ha bisogno. Anche solo di una finestra. Sul mare.

Paola Tornambè, Roma (1982). Fotografa e scrittrice.

Presente su diversi siti di fotografia e d’arte italiani e internazionali: Fotografia Moderna, Lahar Magazine, Artonweb, Artisti del Mare, Muvi Roma, Bagzine, F-Stop Magazine, Shots Magazine ecc. E’ vincitrice del “Conceptual Artist 2018” della webartexpo di Grifio Art Gallery. Collabora con diversi portali e riviste, tra cui Latitudinex, ed è inserita nel libro “Essenza di un’isola”, pubblicato da IO Donna. Con i suoi lavori ha partecipato a diverse esposizioni personali e collettive, tra cui il premio Vittorio Bachelet. E’ inserita nell’archivio storico del Museo di Arti e Tradizioni Popolari di Roma.

E’ autrice dei blog: animadeiluoghi.blogspot.com e scorreiltempo.blogspot.com

Quella di Paola Tornambè è una fotografia artistica-sperimentale, in bianco e nero, fatta di movimento e lunghi tempi di esposizione; sono immagini in divenire che risultano volutamente mosse, nebbiose, sfumate, oniriche. Fotografa per il motivo esattamente contrario a quello che ci si aspetterebbe: non per fermare il tempo, ma per mostrare il suo scorrere. Per rendere visibile agli occhi di tutti, il fluire insito in tutte le cose e le illusioni che lo accompagnano. Una fotografia introspettiva e surreale, ossessionata dal tempo. Legata al mondo sospeso tra il visibile e l’invisibile.

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