Centrale a Biomassa a Castelbuono??? Parliamone prima!!!

Ieri sera ho partecipato al Consiglio comunale! Ed ascoltando la discussione dell’ultimo punto all’OdG (Comunicazione del Sindaco sul progetto “Green Communitiens nelle Regioni obiettivo convergenza) ho accolto la notizia di un progetto che prevederebbe a Castelbuono la creazione di un “Isola Energetica”! La quale al suo interno prevederebbe la creazione di una “Centrale a Biomassa”!
Ma cos’è una Centrale a Biomassa E’ un impianto di produzione di energia elettrica in cui come combustibile viene usata la biomassa. La biomasse comprendono vari materiali di origine biologica, tra cui generalmente scarti dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’industria. Ma anche legname da ardere, residui agricoli e forestali,scarti dell’industria agro alimentar e reflui degli allevamenti, specie vegetali coltivate per lo scopo.Per ridurre l’impatto ambientale sarebbe necessario che le centrali fossero di piccole dimensioni ed utilizzassero biomasse locali, evitando in questo modo il trasporto da luoghi lontani.

 


 
 

Per quanto riguarda quella di Castelbuono questa Centrale a Biomassa sarebbe alimentata esclusivamente grazie alla legna tagliata in maniera “oculata” dagli alberi dei nostri boschi! Difatti ieri sera il Sindaco ha dichiarato che dato che il bosco è lasciato all’incuria dell’Ente Parco delle Madonie e che tali boschi negli ultimi 25 anni non sono stati tagliati nelle sezioni, e con le prassi corrette, vi sono situazioni in cui, per esempio gli alberi di agrifoglio si intrecciano tra di loro danneggiandosi a vicenda! Ed inoltre ha citato altre situazioni similari! Per tanto grazie anche ed eventualmente all’impiego degli operai della forestale si potrebbero utilizzare gli scarti di legname tagliati dai boschi per alimentare questa “Centrale a Biomassa” che genererebbe “energia pulita” visto che anche secondo l’assessore Capuana le emissioni sono pari a quelle di quando i contadini bruciano “la frasca”!
Inoltre tale “Centrale a Biomassa” andrebbe ad alimentare una collegata struttura di produzione di pellet! Oltre che sempre in questa “Isola Energetica” si andrebbe a posizionare una struttura per la produzione di compost!
Fino a qui sembra tutto bello, tutto buono! Anche dai discorsi del Sindaco, ma la cosa che mi è sembrata ancora più assurda, anche dai discorsi del Consigliere di Minoranza nonché, ex sindaco, Mario Cicero che mostrava un entusiasmo di fondo, su questo progetto! Supportando tale entusiasmo col fatto che, visto che si tratta “secondo loro” di energia pulita, così si abbandonerebbe l’energia prodotta con combustibili fossili (Come ha detto ieri sera il Sindaco Tumminello “Prima o poi anni a finiri! Picca n’aviemi!”)
Il sottoscritto come cittadino, ma anche in quanto attivista del MoVimento 5 Stelle è molto perplesso al riguardo! Per i seguenti motivi:
Se è vero che l’Ente Parco delle Madonie in tutti questi anni non ha saputo curare e valorizzare il Parco delle Madonie, che dovrebbe essere una risorsa ambientale da preservare e non da sfruttare (Anche se sostengono che lo sfruttamento sarà di una piccolissima parte!).
Perché continuare a mantenere un tale ente?
Perché non trovare un metodo migliore per curare il bosco come andrebbe fatto, anche grazie all’ausilio di quei operatori forestali più preparati! Finendo per valorizzare sia loro che il bosco stesso?
Se si vuole creare energia pulita, ma veramente pulita, perché non permettere a tutti i cittadini di poter installare sui tetti delle proprie abitazioni dei pannelli fotovoltaici permettendoli di auto-alimentarsi e l’energia in eccedenza immetterla in un eventuale ed ipotetico accumulatore di energia comunale che alimenterebbe per esempio l’illuminazione pubblica (Magari sostituendo quest’ultima con una di tipo a LED)*.
*E’ ovvio che tutte queste sono ipotesi che andrebbero avallate da studi specifici di fattibilità! Ma è pur vero che situazioni analoghe già esistono!
Infondo siamo sempre il paese del sole, l’energia è lì gratis, ed i metodi per sfruttarla ci sono! Ma ovviamente questa secondo molti è solo demagogia! E troveranno sicuramente il modo di smontare tutto ciò che ho detto!
Inoltre mi chiedo perché le amministrazioni prima di intraprendere tali progetti che riguardano il futuro ambientale e della salute di tutti i cittadini, non prendono l’abitudine di consultare i cittadini spiegando le loro intenzioni?
Difatti in ogni caso il sottoscritto, (e mi sento di parlare anche a nome del MoVimento 5 Stelle Castelbuono, del quale sono attivista!), rimango scettico di fronte a tale progetto! Dato che “nulla si crea e nulla si distrugge”, la nostra paura è che c’è il rischio che a furia di bruciare ed immettere CO2 nell’aria (Finché si bruci solo legna! Non vorremmo che prima o poi si inizino a bruciare pure rifiuti trasformando la struttura in un inceneritore!) quella non sarà mai “Energia Pulita”! Pertanto se l’amministrazione vorrà continuare su questa strada vedrà una forte opposizione certamente da parte del sottoscritto e del MoVimento 5 Stelle!
A margine di questo mio post vi consiglio di leggere l’articolo di Michelangiolo Bolognini (medico igienista – Medicina Democratica) in cui viene affrontato in maniera più dettagliata la valutazione  sull’argomento:
“Preliminarmente bisogna tener presente l’enorme capacità di corruzione politica del meccanismo di incentivazione ”ecologica” pubblica, ma pagata dai consumatori mediante una tassa del 7% delle bollette elettriche, di produzione di energia iniziata nel 1992 con una delibera interministeriale ( CIP 6) e ridefinita successivamente come “Certificati Verdi”, si tratta di 6 miliardi di euro l’anno, una massa di denaro che ha condizionato, e continua a condizionare, le scelte politiche a tutti i livelli, da quelli ministeriali, alle regioni, alle amministrazioni locali. L’importante è bruciare, bruciare e bruciare, visto che oltre il 90% di questi fondi vanno alla combustione delle cose più svariate, più di 4 miliardi di euro (4.361 milioni nel 2006) vengono destinati agli stessi combustibili fossili ed ai “combustibili di processo o residui o recuperi di energia”, una definizione che molte volte ha coperto lo smaltimento di prodotti tossici derivati dalle lavorazioni petrolifere, ribattezzate fonti di energia “assimilate alle rinnovabili”, ad esclusivo vantaggio della potente Lobby petrolifera. Comunque dei restanti fondi, destinati alle “fonti di energia rinnovabili” ben 1.136 milioni di euro ( dati sempre del 2006) vanno alle “biomasse e rifiuti”.
In questo le centrali a biomasse di taglia industriale si apparentano con gli inceneritori, oramai quasi sempre definiti, nel nostro Paese, “termovalorizzatori” (anche se il termine tecnicamente più corretto, dovrebbe essere quello di “termocancrovalorizzatori” o, più semplicemente, “cancrovalorizzatori”.
Del resto questi impianti sono intercambiabili, come ben dimostra, in Toscana, il caso dell’inceneritore di Pietrasanta, voluto a tutti i costi dalla Amministrazione regionale, retta allora da Vannino Chiti, che arrivò a commissariare autoritariamente le autorità amministrative locali, tutte contrarie alla sua realizzazione, mediante un dirigente regionale, noto per un contratto capestro (il contratto “Daviddi”), che impose a tutte le amministrazioni Comunali della Versilia, che prevedeva, e prevede, il conferimento di una data quantità di rifiuti a questo impianto, pena il pagamento di sanzioni pecuniarie in caso di una sua riduzione, sfavorendo quindi politiche “virtuose” di gestione dei rifiuti mediante loro riduzione, riciclaggio e recupero: un esempio della “vera”politica ambientale della regione Toscana.
In alcune fasi della sua vita l’inceneritore di Pietrasanta venne ribattezzato “impianto per biomasse”, per renderlo più “appetibile”, specie nella delicata fase del suo collaudo; attualmente questo impianto brucia “combustibile da rifiuti” (CDR) , è gestito dalla multinazionale francese Veolia, ed ha avuto, anche recentemente, ripetuti episodi di emissioni anomali di diossina.
Che gli impianti industriali per biomasse siano il più delle volte un trucco per “far digerire” un inceneritore, lo dimostra il semplice fatto della sovrastima della potenzialità delle biomasse disponibile “a filiera corta”, che dovrebbe avere un raggio massimo di 20 Km, ma che è stata poi ampliata a 70 Km.
Sovrastima ben illustrata da uno studio del WWF relativo ad una prevista centrale da 10 MW in regione Piemonte, un esempio che ben si attaglia anche alla regione Toscana.
“Un primo mito da sfatare riguarda la disponibilità di foreste del nostro Paese: all’aumento della superficie forestale dovuto all’abbandono dei territori marginali si è accompagnato un incremento della popolazione nazionale e oggi la quota pro capite di boschi è circa la metà di quella che si aveva nel 1861.
Una propaganda fraudolenta sta spacciando lo sfruttamento forestale addirittura come utile o necessario all’ambiente e considera il legno come risorsa abbondante, abbandonata e gratuita. Il legno è invece materiale prezioso, limitato e di enorme valore bio-ecologico e, secondo il criterio della sostenibilità, tale patrimonio dovrebbe essere trasmesso alle generazioni future.”
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