Chi è il proprietario del Parco delle Madonie? Il Cinghiale
(di Roberto Conoscenti)
Non avevo mai visto nulla di simile, i miei occhi stentavano a credere, più di 70 cinghialetti alle porte di Castelbuono, cosa aspettiamo a prendere provvedimenti seri, non bastano i danni procurati al parco al quale si tiene molto sulla carta (vietando di spostare una foglia alle persone) o aspettiamo che ci scappi l’incidente mortale? E poi fare a gara per dire “io l’avevo detto ed è colpa di quella amministrazione e non di quella”. Il bosco è diventato di proprietà dei cinghiali, chi avrebbe oggi il coraggio di avventurarsi in una passeggiata da solo? E’ lo stesso bosco che tramite l’ente parco e tutti i comuni afferenti potrebbe fruttare fior di quattrini all’intero territorio Madonita, potrebbe richiamare turisti da tutta Italia solo per le bellezze naturali che abbiamo! Potrebbe dare lavoro a centinaia di giovani e non solo, ma ci vogliono idee e competenze quelle che mancano a queste amministrazioni a qualunque livello: locali, Provinciali e Regionali.
Invece ci ritroviamo il bosco sporco, pieno di immondizia ovunque, completamente lasciato in balia dei cinghiali e alle quote più alte dei daini. Nel sottobosco non cresce più nulla: funghi, piante e tante altre specie vegetali, i germogli delle nuove piante vengono distrutti, alberi sradicati, enormi massi vengono spostati e buttati sulla strada, intere pseudo-recinzioni abbattute a bordo strada, con danni anche onerosi per tutti i cittadini!
Adesso chiedo ad ognuno di voi di fare il possibile affinché questo argomento venga trattato con la giusta attenzione ed importanza. Siamo in EMERGENZA!
Risale allo scorso novembre l’interrogazione con risposta scritta all’ARS del M5S sicilia a prima firma di Claudia La Rocca
N. 1500 - Misure urgenti relative alla presenza dei suidi nel territorio madonita. Al Presidente della Regione, all'Assessore per le risorse agricole e alimentari e all'Assessore per il territorio e l'ambiente, premesso che: da molti anni l'Ente Parco delle Madonie è impegnato in prima linea nella difficile lotta per arginare l'allarmante fenomeno della proliferazione di suidi nell'area del parco; l'animale in questione è una razza autoctona del parco, frutto di un incrocio tra il cinghiale e una popolazione di maiali domestici; i diecimila capi di suidi stimati nei territori delle Alte Madonie hanno causato fino ad oggi ingenti danni; l'enorme ed incontrollata diffusione dei suidi in tutto il territorio del Parco delle Madonie continua a determinare danni all'intero patrimonio ambientale dell'area, rappresentando un pericolo costante per l'incolumità personale e per la sicurezza igenico-sanitaria di residenti e visitatori; considerato che: con la l.r. n. 12 del 14 novembre 2008, recante 'Norme di controllo del sovrappopolamento di fauna selvatica o inselvatichita in aree naturali protette' si è inteso porre rimedio alla problematica dei suidi consentendo, nelle aree di parco o di riserva, l'adozione di quegli strumenti idonei a garantire le condizioni di equilibrio ecologiche, laddove alterate in conseguenza di un sovrappopolamento accertato di talune specie selvatiche o inselvatichite, prevedendo appositi piani di cattura e di abbattimento; il Commissario dello Stato per la Regione siciliana ha impugnato la L.R. sopra menzionata dinanzi alla Corte Costituzionale nella parte in cui dava la possibilità agli Enti Parco di intervenire mediante piani di cattura e abbattimento dei suidi, nei soli casi in cui 'l'abnorme sviluppo della fauna costituiva eventuale pericolo per l'uomo o un danno rilevante alle attività agro-silvopastorali'; la suddetta impugnativa ha modificato il testo della vigente l.r. n. 12 del 14 novembre 2008, consentendo all'Ente Parco di procedere al controllo della fauna selvatica tramite la predisposizione di piani selettivi, di cattura e/o di abbattimento, soltanto nel momento in cui vengano accertati danni all'equilibrio ecologico esistente; nel 2009 i Comuni di Castelbuono, Collesano e Petralia Soprana, in ottemperanza alla suddetta legge, procedevano all'abbattimento dei suidi a mezzo di ordinanze che venivano immediatamente sospese dal T.A.R.; ad oggi, l'Ente Parco può procedere al controllo della fauna selvatica, soltanto nel momento in cui riesce a dimostrare danni all'equilibrio ecologico esistente, e non nei lamentati casi di pericoli alla pubblica incolumità; la normativa regionale vigente, a differenza di quella nazionale, consente esclusivamente la cattura dei suidi, non permettendone la commercializzazione e l'autoconsumo dei capi catturati, ma prevedendone soltanto la beneficenza; la cattura regolarmente autorizzata non è in grado di ridurre l'eccessivo numero di suidi oggi presenti sul territorio madonita; l'Ente Parco delle Madonie aveva predisposto, all'interno del piano di gestione del parco, diversi interventi per la risoluzione della problematica dei suidi, mai avviati per mancanza di risorse economiche; per sapere: quali provvedimenti urgenti il Governo intenda adottare al fine di risolvere la questione legata alla riduzione della presenza della fauna selvatica dei suidi nel territorio madonita; contestulamente, quali misure di prevenzione il Governo intenda attuare, al fine di risolvere gradualmente, nel rispetto della normativa regionale esistente, la presenza dei suidi nel territorio madonita, evitando di ricorrere alla pratica venatoria; se il Governo disponga delle risorse finanziarie necessarie per prevenire e controllare il suddetto fenomeno. (Gli interroganti chiedono risposta scritta con urgenza) (6 novembre 2013) LA ROCCA - CIACCIO - CANCELLERI - CAPPELLO - CIANCIO - FERRERI - FOTI - MANGIACAVALLO - PALMERI - SIRAGUSA - TANCREDI - TRIZZINO - ZAFARANA - ZITO