Costituente: Capitozzatura di 115 alberi a Castelbuono. La verità degli atti

Per la Soprintendenza quella effettuata a Castelbuono, senza alcuna autorizzazione, è stata una capitozzatura che ha determinato per gli alberi chiome rigogliose ma sottili, fragili e a rischio rottura, con le conseguenze a carico della casse comunali. Il Dipartimento Forestale di Castelbuono e la Costituente hanno chiesto copie delle ricevute delle somme versate dagli acquirenti per la legna proveniente dalla capitozzatura, che in previsione ammontava a 12 tonnellate ma nei riscontri del Sindaco è di sole 2 tonnellate a fronte di 115 alberi capitozzati.

Abbiamo esitato non poco prima di replicare alle fantasiose esternazioni del sindaco Cicero del 4 novembre 2024, con cui diffonde la sua verità sulla vicenda dei tagli radicali e delle capitozzature degli alberi, che hanno abbellito la nostra Castelbuono.

Lo fa “per amore di verità”, che tradotto in russo si dice pravda, come il giornale unico di sovietica memoria, di cui il nostro sembra rinnovare i fasti. Ma, per fortuna, oggi c’è la rete e c’è anche l’accesso agli atti, ottenuto per la verità solo dopo molte insistenze e col ricorso al Segretario comunale.

Anche noi, quindi, ci permettiamo di dire la nostra opinione, basata su fatti e documenti. La “verità” la lasciamo volentieri a lui e a chi ancora gli crede.

Il sindaco inizia con la solita giaculatoria vittimistica, in perfetto stile Meloni, contro l’opposizione cattiva che ricorre alle autorità di controllo per frenare la sua benefica attività amministrativa. È più facile per lui scaricare sugli altri (cioè i cattivi) la propria incapacità di amministrare in maniera lineare e non raffazzonata e approssimativa.

Dal carteggio ottenuto ancora parzialmente, abbiamo ricostruito gli interventi delle autorità preposte, e cerchiamo di fare una sintesi per fare comprendere ai cittadini cosa succede a Castelbuono.

  1. La Soprintendenza, in data 2 agosto 2024, ha contestato al Sindaco Cicero la mancata richiesta di autorizzazione agli interventi di “potatura” (il virgolettato è della Soprintendenza). Sarebbe bastato che il tuttologo Cicero si fosse affidato all’ufficio tecnico, anziché seguire le “buone pratiche” (cioè quello che decide lui), per evitare se non altro la cattiva figura di ignorante (delle leggi vigenti), oltre che la devastazione del nostro patrimonio arboreo cittadino. Il riscontro del sindaco Cicero fa leva sul fatto che fino ad ora lui ha sempre fatto così, e quindi è legge così. Inoltre, asserisce che gli alberi erano pericolosi, di fatti due alberi “sfuggiti alla ricognizione” sono caduti con il vento. Il nostro omette di raccontare che i due incolpevoli alberi erano stati oggetto, come gli altri, delle sue amorevoli attenzioni negli anni passati, e, come previdero allora gli esperti, non si sono più ripresi.
  2. Il Distaccamento forestale di Castelbuono ha chiesto al Sindaco con carattere di urgenza, in data 14 ottobre, copie delle ricevute delle somme versate dagli acquirenti per l’acquisto della legna derivante dal taglio. Cosa da niente, 12 tonnellate, a detta dello stesso sindaco Cicero; peccato però che oggi si parla di sole 2 tonnellate su 115 alberi, una media di 17 kg ad albero, una sfoltitura leggera, insomma. Da un albero totalmente capitozzato altro che 17 kg di legna si ottengono! Dov’è finita la differenza? Rimane inoltre un mistero: chi ha determinato il prezzo della legna? E con quale criterio? Un sospetto ce l’abbiamo: che sia stato lui? Ci interesserebbe sapere inoltre se il trasporto della legna è stato a cura e a carico degli acquirenti o del comune, come pare.
  3. Nel parere prot. 20990 del 18 ottobre la Soprintendenza scrive:

Il sindaco, che pure si fregia del diploma di agrotecnico, ignorava questi concetti elementari. Avrebbe potuto consigliarsi con esperti o ascoltare i consigli che la Costituente ha prodotto, con interrogazioni e con interventi in Consiglio comunale. Ma non è suo costume.

  • Sempre con lo stesso parere la Soprintendenza censura senza appello anche gli abbattimenti degli alberi del Parco delle Rimembranze, che “potevano essere effettuati solo se, in seguito ad indagine strumentale per la valutazione della stabilità col metodo VTA (Visual Tree Assessment), fosse emerso che le piante non garantivano più l’incolumità pubblica.” Ma Cicero aveva tirato dritto, come è suo costume, e non aveva chiesto l’autorizzazione.
  • Conclude la Soprintendenza che sette alberi su 42 “stroncati” (ha scritto proprio così) nel Parco delle Rimembranze, il 20 settembre erano già morti, mentre gli altri, e anche quelli di piazza Parrocchia, “per reazione al drastico taglio hanno sviluppato chiome eccessivamente rigogliose, disordinate, sottili e fragili che necessiteranno di attente potature annuali”.
  • Infine la Soprintendenza impone di rimpiazzare le 7 piante giustiziate.

Nel frattempo, per completezza, riportiamo e commentiamo con un sorriso compassionevole alcuni passaggi della fantasiosa versione dei fatti fornita dal sindaco Cicero:

La Soprintendenza “ci ha invitato a potare i ficus di Piazza Parrocchia, noi faremo anche quelli di Largo Sant’Agostino, poiché hanno sviluppato una chioma intensa, eccessivamente rigogliosa, disordinata, sottile e fragile, che necessita di una potatura annuale. Noi ci impegneremo a fare lo stesso trattamento per i frassini dietro il Castello, anche se nella nota non vengono menzionati.” Ovviamente lui non c’entra niente! Anzi è uno che cura gli alberi che, di loro iniziativa, in maniera indisciplinata, crescono male! Meraviglioso!

Chi legge senza pregiudizi può notare come l’esposto presentato dalla Costituente della Castelbuono di domani abbia solo innescato un complesso meccanismo di indagini, mobilitando risorse umane ed economiche che avrebbero potuto essere destinate ad altre priorità.”

Forse certe risorse umane, anziché occuparsi del bene pubblico così come lo intende il Sindaco, sarebbero state meglio occupate in altro modo, ad esempio a rispettare le norme vigenti e non le velleità di chi oggi si ritiene il padrone di Castelbuono e riserva agli alberi e al paese le sue amorevoli cure.

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