Costituente: sempre più soldi a SO.SVI.MA: l’Unione dei Comuni Madonie diventa socio con 176 azioni
(Riceviamo e pubblichiamo) – Nella seduta del Consiglio dell’Unione dei Comuni Madonie di sabato 28 dicembre scorso, è stata approvata a maggioranza l’acquisizione di n. 176 azioni di SoSviMa spa, per un totale di € 17.952, pari al 13,44 % del capitale sociale. Non è chiaro se le azioni che l’Unione ha acquistato sono attualmente in capo a SoSviMa, su chi le ha dismesse, o se si tratta di un semplice aumento di capitale sociale.
Il Consiglio, in ossequio al TUSP (D. Lgs. 19 agosto 2016, n. 175, “Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica”), ha dovuto giustificare l’acquisizione assolvendo l’onere di motivazione analitica e dovrà inviare la delibera all’Autorità garante della concorrenza e del mercato oltre che alla Corte dei Conti, che delibererà entro sessanta giorni dalla ricezione dell’atto.
La motivazione analitica doveva evidenziare il perseguimento di finalità istituzionali e le ragioni che giustificano la scelta sotto tre profili:
- convenienza economica,
- sostenibilità finanziaria,
- scelta della gestione diretta o esternalizzata.
La motivazione analitica è apparsa molto debole, per di più il terzo profilo non è stato analizzato rendendo l’adempimento incompleto rispetto a quanto prescritto dal TUSP.
Per questi motivi, il consigliere di Castelbuono, Anna Maria Cangelosi, dopo aver evidenziato le criticità, ha espresso il suo voto contrario alla delibera. La sua analisi ha trovato riscontro nel Consiglio e ha convinto altri consiglieri a votare contro o ad astenersi.
La presunta convenienza economica
Una delle prime criticità è la presunta convenienza economica.
L’Unione ha ritenuto “necessario assicurarsi la costante presenza di un soggetto tecnico-esecutivo che supporti l’Unione per il raggiungimento degli obiettivi amministrativi da implementare” per il ruolo importante e i notevoli risultati ottenuti nel tempo da SoSviMa.
Naturalmente, tra i risultati prodotti non si fa cenno al piano demografico, perché, come tutti sappiamo, a fronte di 300 milioni di investimenti, così come si legge in delibera, i nostri paesi stanno diventandopaesi fantasma, segno che questi investimenti non hanno prodotto risultati significativi.
Ma il punto è un altro. Finora SoSviMa ha già reso questi servizi all’Unione anche senza la partecipazione societaria, così come li rende ai singoli comuni (oltre che ai privati, siano essi soci o non soci), a fronte di importi di volta in volta definiti nei singoli progetti, ma anche di quote che i Comuni pagano annualmente a SoSviMa e all’Unione dei Comuni che, a sua volta, paga nuovamente SoSviMa. Adesso i comuni saranno due volte soci di SoSviMa, una volta singolarmente e una volta come Unione, una duplicazione di rapporto societaria inaccettabile in quando doppiamente pagata dai cittadini madoniti.
La convenienza economica risiederebbe nel fatto che l’Unione, invece di farsi carico del costo annuo di 3,50 € per ogni abitante delle Madonie e del Vallone, come fanno i comuni (informazione errata inserita in delibera), godrebbe di un costo di favore di 10.000 € annui, così come concordato per le vie brevi con l’Amministratore Unico di SoSviMa. Quindi, l’Unione dei Comuni delle Madonie prende in considerazione “le vie brevi” al pari di iter procedurali ufficiali e sarà felice di sborsare 18.000 € subito e 10.000 € annui, più la quota annuale già versata, più gli importi relativi ad ogni singolo progetto. Giusto per fare un esempio, per il Progetto del PNRR M2C4 – I4.2 di Mappatura, digitalizzazione, ricerche perdite e interventi di distrettualizzazione, di manutenzione e di ripristino delle reti di approvvigionamento idrico”, di 17 milioni e mezzo di euro, SoSviMa ha ricoperto il compito di Project Manager a fronte di ben 168 mila euro di parcella.
È doveroso precisare che la questione della quota annua di 3,50 € per abitante è errata, in quanto questo è successo fino al 2021, anno in cui la quota di servizio è stata slegata dal numero degli abitanti e trasformata in una quota unica in valore assoluto. Si è così superata la grave questione del conteggio del numero degli abitanti fissato al 2001 che ha portato i comuni, per venti anni, a pagare anche per abitanti che non c’erano più. Un danno erariale notevole.
La presunta sostenibilità finanziaria
Sulla sostenibilità finanziaria, la motivazione appare ancora più carente. Il TUSP afferma che l’esame non può basarsi sul mero apporto iniziale di capitale sociale, ma deve valutare anche i costi di gestione. Quindi, bisogna escludere che l’organismo societario sia strutturalmente in perdita, come a quanto pare sia successo nel passato, quando SoSviMa avrebbe avuto ripetute perdite di esercizio.
Nella delibera viene indicato il fatturato degli ultimi tre anni di SoSviMa, ma la solidità patrimoniale dipende anche da crediti, da debiti e da tanto altro. Nel Bilancio 2023 di SoSviMa sono indicati 1.777.193 € di crediti, perdite portate a nuovo per 30.050 €, debiti di 2.827.783 € di cui 1.913.320 € verso banche per due mutui. Azioni normali per una società, ma di cui l’Unione dovrà farsi carico in modo proporzionale alle quote detenute, in contrasto con il divieto di soccorso finanziario di cui al TUSP.
Peraltro, la recente elezione del sindaco Cicero a presidente del GAL (di cui SoSviMa sarebbe socio anche se non indicato in Bilancio), nei confronti del quale lo stesso Cicero, nella qualità di presidente del Consorzio Produttori Madoniti, è debitore di 165.000 € più interessi, dimostra che questo sistema di enti collegati fra loro, tutti a carico dei contribuenti madoniti, rischia di diventare un sistema insostenibile dal punto di vista finanziario.
La scelta della gestione diretta o esternalizzata
Infine, come anticipato, la delibera non motiva la scelta della gestione diretta o esternalizzata del servizio affidato.
Il TUSP afferma la necessità della tutela e della promozione del mercato ma l’Unione dei comuni non spiega perché sceglie di produrre beni e servizi affidando tutto a SoSviMa e non, invece, agendo attraverso procedure di evidenza pubblica, aprendo la partecipazione a studi di progettazione o giovani professionisti piuttosto che fare sempre la stessa scelta, giustificata dall’idea che tecnici bravi e competenti come quelli non ce n’è, e che altrimenti rischiamo di perdere i finanziamenti.
Gli interventi del Segretario e del Presidente dell’Unione
Ai rilievi sollevati hanno risposto il Segretario e il Presidente dell’Unione. La motivazione profonda dell’acquisizione delle quote societarie sarebbe quella di dare legittimazione ad una attività che va avanti da anni, in cui a SoSviMa sono stati affidati ripetutamente servizi pubblici senza passare per il mercato. Con l’acquisizione delle quote societarie si può continuare ad attribuire quei servizi non in modo illegittimo, ma giustificandoli con la partecipazione. Il Presidente Iuppa ha affermato che non ci sarà una contrazione delle risorse umane utilizzabili nel territorio, perché i servizi erogati da SoSviMa non sono sovrapponibili a quelli che potrebbero offrire i giovani che aspirano a lavorare, e che tutte le risorse non saranno dirottate su SoSviMa ma alcuni servizi potranno essere acquistati sul mercato.
Considerazioni politiche
Le affermazioni del Segretario e del Presidente hanno confermato ancora di più i dubbi della consigliera Cangelosi, perché la legittimazione di una relazione preferenziale con una società che fino ad oggi, comunque, è stata la prescelta, malgrado il vincolo normativo di afferire al mercato, potrebbe a maggior ragione comportare una chiusura nei confronti delle imprese di progettazione che ci sono nel territorio o che potrebbero nascere, attratte da quella “pioggia di milioni” che arriva sulle Madonie, per dirla con il giornalista Amadore.
Le politiche messe in campo fino ad oggi non hanno funzionato ed è tempo di affidare almeno una parte della progettualità ai giovani professionisti che oggi regalano la loro vivacità intellettuale al Nord Italia o a Paesi esteri. Tra l’altro, con i soldi che paghiamo a tutti questi enti, ogni comune ne avrebbe a sufficienza per organizzare un gruppo di lavoro fatto di esperti, di giovani laureati che non sarebbero, così, costretti ad andare via dalla nostra terra.
Se non investiamo nei giovani, formati egregiamente nelle nostre scuole (il Liceo scientifico di Castelbuono è il primo della Sicilia nella valutazione Eduscopio della Fondazione Agnelli), se gli sbattiamo la porta in faccia con scelte politiche miopi, malgrado SosviMa faccia miracoli dalle Madonie se ne andranno non solo i professionisti e i laureati, ma anche i giovani e i meno giovani elettricisti, fabbri, carpentieri, idraulici, imbianchini, decretando la morte dell’artigianato. Se crolla l’economia, il turismo da solo non ce la farà perché, se non ci sono soldi in tasca, i ristoranti e le pizzerie rimarranno vuoti e il crollo demografico, già abbondantemente in atto, non potrà che peggiorare.
Sulle Madonie, a fronte di una crescente povertà demografica, economica, strutturale, sociale, i cittadini pagano SoSviMa in quanto i Comuni sono soci, pagano l’Unione, pagano il Consorzio Turistico, pagano il GAL e, contemporaneamente, l’Unione paga di nuovo SoSviMa, SoSviMa paga il GAL e chi più ne ha più ne metta. Che senso ha tutto ciò? Quanto pagano, quante volte pagano e quanto hanno investito i comuni per tenere in piedi questa impalcatura?
Il Consiglio dell’Unione, approvando la delibera di acquisire le quote di SoSviMa, si è assunto una responsabilità della quale in futuro potrebbe essere chiamato a rispondere, anche di fronte alla Corte dei Conti. Ma soprattutto dovrà risponderne ai cittadini delle Madonie, che non possono più tacere di fronte alle case vuote, alle attività che chiudono, ai biglietti aereo alle stelle che rendono pure difficile ai nostri figli perfino di tornare nelle feste.