Costituente, “uso privato di un bene pubblico: l’Eremo di Liccia di nuovo al centro dell’attenzione”

(Riceviamo e pubblichiamo) – Qualche settimana fa ci è stata segnalata la presenza dell’Eremo di Liccia sul sito www.booking.com, al pari di una qualsiasi struttura ricettiva privata.

Da subito, abbiamo subodorato che si stesse consumando una concorrenza sleale a danno dei tanti operatori turistici privati, che hanno creato le proprie strutture ricettive investendo i propri risparmi.

È utile ricordare che l’Eremo di Liccia è una struttura pubblica, ristrutturata con soldi pubblici, di proprietà di un ente pubblico e, per tale motivo, non utilizzabile alla stregua di una struttura privata, come si evince peraltro dalle Linee guida sulla gestione dell’Eremo di Liccia approvate con Delibera di Giunta n. 237 del 29 dicembre 2021.

Nelle Linee guida che alleghiamo, per la verità poco chiare, si legge che il Comune di Castelbuono intende utilizzare l’Eremo di Liccia per la fruizione turistica, per attività culturali (teatro, musica, poesia, presentazione di libri), valorizzazione, promozione e commercializzazione di prodotti tipici siciliani e non, divulgazione e ricerca scientifica, utilizzo da parte delle Associazioni. Per tali obiettivi e finalità vengono definite delle tariffe di seguito riportate, malgrado si parli di appositi regolamenti ancora da stipulare:

1.     € 15,00 a posto letto a notte nella foresteria, colazione inclusa;

2.     € 5,00all’ora per gli eventi enogastronomici organizzati da Istituzioni pubbliche ed Enti, ad eccezione di quelli patrocinati dal Comune di Castelbuono o dall’Ente Parco;

3.     € 5,00 a persona per matrimoni, battesimi, cresime, “laurie”, compleanni, ecc. da richiedere per iscritto, almeno dieci giorni prima, all’ufficio Servizio Turistico Culturale del Comune di Castelbuono;

4.     € 25,00 per servizi fotografici o filmati, con richiesta da presentare all’Ufficio Turistico Culturale del Comune di Castelbuono, ad eccezione delle iniziative patrocinate dal Comune di Castelbuono o dal Parco delle Madonie.

Secondo le Linee guida, inoltre, gli introiti derivanti dalle attività devono essere utilizzati per la buona conduzione dell’immobile e per l’organizzazione di eventi culturali, mentre una parte pari all’8% devono essere versati all’Ente Parco delle Madonie, entro e non oltre 30 giorni dallo svolgimento degli eventi.

Il Comune ha affidato l’Eremo all’Istituzione Centro Polis, il quale, in un apposito comunicato, ha precisato che la FORESTERIA è ad utilizzo ESCLUSIVO degli ospiti del Comune, dell’Ente Parco e delle Istituzioni pubbliche, e che “Gli eventi enogastronomici possibili e prenotabili (feste in genere, compleanni, lauree, battesimi, ecc…) saranno organizzati tramite accordo dei richiedenti i locali e con catering a supporto, senza alcuna gestione che porti a concorrenza e/o sostituzione delle strutture locali abilitate allo scopo”.

Il Centro Polis ha successivamente affidato la gestione della struttura alla ditta Fabio Marchese, giusto contratto stipulato il 30 aprile e registrato il 10 agosto c.a.

Vista la natura delle attività ospitate dalla struttura questa estate, chiediamo all’Amministrazione se le regole per l’utilizzo della struttura pubblica vengono pienamente rispettate dal gestore, perché sorge il dubbio che lo stesso sia all’oscuro delle Linee guida. Oggi constatiamo che la pubblicità su Booking è stata eliminata.

La determina del dirigente del I settore n. 367 del 19 agosto 2022, nella quale si impegnano € 800,00 Iva compresa in favore della ditta Marchese Fabio per l’ospitalità agli addetti allo sbigliettamento e ai musicisti della Masterclass, è stata pubblicata con allegata la fattura per il servizio che non sembra rispettare la prescrizione delle Linee guida di 15 € a notte. L’amministrazione non può non sapere perché sta pagando la struttura per la quale ha emanato le linee guida.

Riguardo al numero di stanze e di posti letto, un balletto di numeri: nelle Linee guida si parla di 3 stanze per un totale di 8 posti letto, nel contratto stipulato con il gestore di 5 stanze per un totale di 9 posti letto e in un’altra pagina dello stesso contratto di 4 stanze per 10 posti letto. Insomma una confusione totale, inaccettabile per un Ente pubblico che ha affidato la struttura addirittura completa di arredo e biancheria, acquistati con denaro pubblico. Non osiamo immaginare la confusione riguardo al numero di lenzuola, asciugamani, teli bagno e quant’altro.

Ci auguriamo almeno che, se ci sono stati interventi edilizi nell’immobile, essi siano stati realizzati con l’autorizzazione del Comune e con il parere favorevole della Soprintendenza, come avviene per tutti gli immobili storici.

Noi, al pari di tutti i cittadini che investono e rischiano in proprio, arricchendo l’offerta turistica di questo paese, non accettiamo questo modo di operare, raffazzonato, che sembra ostentare prepotenza nei confronti di chi fa della legalità una pratica di vita, e rappresenta uno sfregio a un bene comune acquisito e recuperato con denaro pubblico per finalità di pubblico interesse.

Costituente per la Castelbuono di domani

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