Dissesto finanziario Comune di Cefalù – Perchè la Corte dei Conti boccia il Piano di rientro

 

«Le misure adottate dal Comune di Cefalù sono insufficienti a superare le criticità riscontrate ed a ripristinare gli equilibri di bilancio dell’ente». E’ la conclusione alla quale è arrivata la Corte dei conti dopo un’indagine sui conti del Municipio durata 155 giorni. E’ contenuta nella delibera dello scorso 13 dicembre, resa nota solo giovedì scorso, con la quale di fatto il Municipio è dichiarato in dissesto finanziario.

In trentatré pagine i magistrati contabili hanno fatto una disamina su quanto è accaduto al Municipio cefaludese in questi 155 giorni. Dopo una premessa ed alcune considerazioni di diritto, infatti, esaminano quello che definiscono “il perdurante inadempimento delle misure correttive richieste il 19 luglio del 2012”. Ricordano le otto criticità accertate, ribadiscono le misure correttive che avevano chiesto al Comune e poi passano ad esaminare quelle adottate dal Municipio dando una vera e propria valutazione alla quale dedicano sette pagine della loro delibera.

La prima loro attenzione va sugli oneri di urbanizzazione per i quali il piano prevede entrate per 1.600.000 euro nel 2012, 1.590.000 nel 2013 e 1.610.000 nel 2014. «Alla data del 13 dicembre – scrivono i giudici – gli accertamenti iscritti a bilancio ammontano a complessivi euro 603.263,42. Si deve ritenere che ben difficilmente entro la fine del corrente esercizio dagli accertamenti e le contestuali riscossioni potranno raggiungere una misura prossima alle previsione di 1.600.000 euro”. Il secondo appunto della Corte riguarda le entrate straordinarie di 300 mila euro l’anno che si prevede di ricavare per coprire debiti fuori bilancio. «Secondo quanto dichiarato – scrivono i giudici – risultano tutt’ora in fase di definizione gli accertamenti dell’esercizio 2012, che alla data dell’adunanza ammontano all’esigua somma di euro 1.486. Pur prendendo atto dell’intenzione manifestata dall’ente di procedere ad una più attenta e scrupolosa attività di recupero dell’evasione tributaria, si deve rilevare che le previsioni riportate nel bilancio pluriennale appaiono scarsamente attendibili».

Il terzo appunto dei magistrati è rivolto alla vendita dei beni immobili. «L’entrata prevista per il 2012 dalla cessione dell’immobile di via Ruggero all’ente Parco delle Madonie, alla data dell’adunanza, non risulta ancora accertata» scrivono i giudici che lamentano di non avere ricevuto, insieme all’elenco dei beni da alienare, specifiche indagini di mercato o indicazioni di manifestazioni di interesse all’acquisto. Per questo la Corte scrive che «non può ritenere pienamente attendibili le previsioni di entrata derivanti dall’alienazione dei beni patrimoniali agli effetti del finanziamento dei debiti fuori bilancio». Infine un ultimo appunto anche all’aumento delle tasse. «L’ente non ha fornito alcuna precisa indicazione delle maggiori risorse destinate ad estinguere l’anticipazione di tesoreria».

(Cefalunews.info)

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