Ferrovie: sottratti alla Sicilia 1.500 milioni. Dei finanziamenti iniziali restano solo 500 milioni per il tratto Cefalu’–Castelbuono
Quasi la totalita’ dei 1.970 milioni di euro che una delibera Cipe del 2004 ha destinato al raddoppio ferroviario Catania- Messina e’ stata dirottata su altre opere in altre parti del Paese. Il tratto Giampilieri- Fiumefreddo e’ poi scomparto del tutto dai progetti di Rfi.
Lo denunciamo la Fillea (edili) e la Filt (trasporti) Cgil della Sicilia che, con i segretari generali Franco Tarantino e Franco Spano’, sottolineano “una evidente volonta’ di Rfi e del governo nazionale di abbandonare in questo ambito la Sicilia.
Si tratta di un’opera strategica- rilevano Tarantino e Spano’- da anni al palo per la quale adesso sono pure scomparsi i fondi”. I due sindacalisti sottolineano che “la delibera Cipe che finanzia l’opera non e’ mai stata revocata. La progettazione pero’ non e’ mai partita e la mancata convocazione da parte della regione della conferenza di servizio per trovare l’accordo tra i comuni interessati ha certamente contribuito a determinare la situazione attuale”. Considerano inoltre “un paradosso che proprio la parte iniziale dell’opera sia saltata”.
Per Tarantino e Spano’ “non ci sono tuttavia alibi per Rfi e governo nazionale, che confermano il disinteresse per la Sicilia”.
Dei finanziamenti iniziali restano solo, denunciano le due federazioni di categoria, 500 milioni per il tratto Cefalu’ – Castelbuono.
Fillea e Filt chiedono adesso che “venga fatta chiarezza, che si sappia che fine hanno i fondi destinati alla Sicilia e che possano essere ripristinati per le opere cui erano destinati”. “A fronte di un sistema trasporti che presenta molte falle e della crisi occupazionale che investe i settori sia dei trasporti che dell’edilizia ( quest’ultima nell’ultimo anno ha perso altri 11 mila posti di lavoro)- dicono Tarantino e Spano’- e’ inammissibile che all’isola vengano sottratti finanziamenti. Su questi temi- concludono- occorre tenere accesi i riflettori per una inversione di rotta”.
(vivienna.it)