Gioacchino Failla, un giovane castelbuonese alla corte di madame Marie Curie

Gioacchino Failla, un giovane castelbuonese alla corte di madame Marie Curie

Era nato a Castelbuono il 19 luglio 1891 e vi abitò fino all’età di 15 anni prima di emigrare negli Stati Uniti. Dopo la laurea in Ingegneria elettronica alla Columbia University di New York conseguì anche quella di Scienze Fisiche alla Sorbona di Parigi. E’ considerato uno dei pionieri della biofisica e della radiobiologia

 

Parigi, martedì 11 dicembre 1923. Fa molto freddo. La pioggia della notte ha lasciato dei riflessi lungo le strade lastricate. Alla Sorbona è un giorno davvero speciale. Al primo piano dell’edificio che fa angolo tra rue des Ercoles, rue Saint Jacques e rue Cujas, in fondo ad una aula sono seduti tre grandi studiosi: Maria Sklodowska, più nota come madame Marie Curie, chimica e fisica polacca, premio Nobel per la fisica nel 1903 e per la chimica nel 1911; Andrè Louise Debierne, chimico francese e scopritore dell’attimo nel 1899; Jean Baptiste Perrin, professore di chimica-fisica che tre anni più tardi conseguirà il premio Nobel per la fisica.

 

Davanti a questa speciale commissione siede il trentaduenne Gioacchino Failla, nato a Castelbuono il 19 luglio 1891 ed emigrato a soli 15 anni a New York, dove risiede. Il siciliano conserva già in tasca una laurea in Ingegneria elettronica conseguita nel giugno 1915 alla Columbia University ma non si sente del tutto gratificato. Testardamente vuole portare a casa anche il “dottorato” in Scienze Fisiche che, da lì a qualche anno, sarà fondamentale per la sua brillante carriera. Ben rasato, di media statura con occhi marrone scuro e capelli scuri e ricci, indossa un abito grigio, camicia rigorosamente bianca chiusa al collo con un bel papillon colorato, sorride ed è pronto a discutere una “doppia tesi” sull’assorbimento sull’applicazione al dosaggio in radioterapia.

 

L’AMICIZIA CON MADAME MARIE CURIE – Gioacchino Failla, in occasione della Prima Guerra Mondiale venne assegnato, all’Ambasciata americana a Roma, con la qualifica di assistente scientifico. Finito il conflitto tornò a casa, passando però prima da Parigi dove ebbe l’occasione di visitare l’Istituto del Radio. Conobbe madame Curie e il suo socio Andrè Louise Debierne che avevano ripreso il loro lavoro di ricerca. Entrambi lo incoraggiarono a ritornare, così come racconta il prof. Juan Del Regato (uno dei medici più venerati nella storia della radioterapia americana), per conseguire un dottorato all’Università di Parigi.

 

Questo passo Failla lo compì qualche anno più tardi, nel 1922. Failla e madame Curie: un rapporto di collaborazione che era nato nel 1922 quando il catelbuonese si concesse un anno sabbatico dal Memorial Hospital di New York, città dove era approdato nell’autunno del 1915 accettando un lavoro part-time di aiuto tecnico nell’impianto del radio, che proprio in quegli anni veniva utilizzato. A raccomandarlo fu il prof. George Baxton Pegram, che insegnava alla Columbia University matematica, fisica sperimentale e radioattività e che fu suo docente.

 

Facciamo un passo indietro nel tempo. Siamo nel il 1916 e il giovane Gioacchino, che negli States si fa chiamare Gino, ottiene la cittadinanza americana a 25 anni. Un anno dopo, nel 1917 scrisse un trattato «La terapia del radio nel cancro», con l’urologo del Memorial Hospital Benj Stockwell Barringer e con il chirurgo dello stesso ospedale H. Harrington Janeway. Nelle prime 50 pagine Failla trattava della didattica della fisica della radioattività.

 

LAUREA IN INGEGNERIA ELETTRONICA – Nel 1911 Gioacchino Failla ha 20 anni e, dopo la maturità conseguita alla scuola di scienze, riesce a vincere una delle 12 borse di studio riservate agli studenti più meritevoli delle scuole pubbliche di Manhattan: 250 dollari l’anno per cinque anni. Mentre gli altri 11 fortunati «borsisti» si iscrivono presso il College di New York, il giovane Gino, invece, vuole andare ben oltre. Si iscrive in Ingegneria alla Columbia University. Eccelle in matematica, fisica, disegno, metallurgia, arti meccaniche. Sufficientemente bene in altre materie, tranne che in educazione fisica. Si laurea quattro anni dopo, bruciando tutte le tappe con un anno di anticipo sul ruolino di marcia, nel giugno 1915.

 

LA SCUOLA SUPERIORE DI SCIENZE – E’ quella di Stuyvesant, dove Gioacchino Failla si iscrive nel 1908, quando ha 17 anni. Alla fine del primo anno gli viene permesso di sostenere gli esami delle materie del secondo anno che supera brillantemente. Bravissimo in algebra, carpenteria, tedesco, francese, fisiologia e disegno. In quel periodo vive con la madre nella 33ª strada, al numero civico 350. Il suo percorso scolastico si conclude superando brillantemente altre materie come la trigonometria, la fisica e la lavorazione del metallo. Meno bravo, invece, in storia inglese ed americana.

 

Consegue la maturità nel 1911, all’età di 20 anni. Gioacchino Failla arriva a New York nell’estate del 1906, a 15 anni. Conosce l’italiano, il siciliano, il castelbuonese. Il primo suo compito dopo avere toccato la terra della «Grande Mela» è quello di mettersi sullo stesso piano dei suoi coetanei americani, cioè di imparare l’inglese che non conosce e che deve sapere alla perfezione per poter andare avanti nella sua permanenza in questa terra assai lontana rispetto a Castelbuono. (1. continua)

 

(fonte: www.ilsitodipalermo.it – di Antonio Fiasconaro)

Iscriviti per seguire i commenti
Notificami

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
0
Cosa ne pensi? Commenta!x