Igor Scalisi Palminteri celebra Pollina con tre dipinti ispirati a Padre Pino Puglisi, a San Giuliano e ai sogni dei bambini

POLLINA-14-06-2024- Un trittico che racconta storie diverse, il cui filo conduttore è rappresentato dall’ispirazione trasmessa dal paesaggio eterogeneo del Comune di Pollina e dalla sua comunità: Igor Scalisi Palminteri realizza tre nuove opere, distribuite tra la parte montana del paese e la zona di Finale, vicino al mare, che raccontano e celebrano la storia, la cultura, le tradizioni e i valori del territorio e di cittadini e cittadine.

“Ho trovato una comunità desiderosa di prendersi cura degli spazi pubblici, orgogliosa delle proprie radici – afferma Igor Scalisi Palminteri – Due zone, il paese di Pollina e quella di Finale, dislocate in aree geografiche diverse di uno stesso Comune, con due paesaggi urbani, montagna e mare, tra loro differenti. Ho cercato, con sensibilità, di ascoltare le esigenze di questa comunità, abbiamo dipinto tre muri che in qualche modo tracciano tre primi passi verso il suo racconto”.

Il secondo muro raffigura San Giuliano, Patrono di Pollina e guida spirituale per tutti i cittadini, realizzato in centro: “Con questo muro arriviamo alle radici del paese, perché San Giuliano non rappresenta solo la fede o la religione, ma anche la tradizione della comunità. Dipingere San Giuliano, in qualche modo è stato come dipingere un parente degli abitanti di Pollina”.

I tre murales, già completati e visibili al pubblico, sono stati finanziati dall’amministrazione comunale e sono dedicati a figure e tematiche di grande rilevanza: “Il primo – spiega Igor Scalisi Palminteri – è dedicato a Padre Pino Puglisi. Mi ha sempre colpito in lui il racconto di tanti che ricordano come, quando si insediò a Brancaccio, una delle prime cose che fece, osservando i bambini, fu tracciare e disegnare, insieme ai suoi volontari, le linee di un campo di calcio su un marciapiede dove giocavano i bambini. Un meraviglioso urbanista in questo caso, don Pino: partendo da un’esigenza, quella dei più piccoli, ha realizzato uno spazio pubblico, lo ha costruito insieme alla comunità e ai bambini e alle bambine. Ho voluto raccontarlo in questo dipinto: dietro alla sua immagine campeggia questo campo di calcio con bambini che giocano – dice l’autore – Una storia semplice di grande cura, una presa in carico della comunità infantile di Brancaccio, che in qualche modo ha attratto, allontanandoli, i più piccoli e le più piccole da strade pericolose”.

Il terzo muro, ‘Sogna’, è dedicato al mondo dell’infanzia e degli adolescenti che hanno la capacità di sognare, di immaginarsi in un altro luogo e in un’altra condizione rispetto a quella in cui si trovano: “‘Sogna’ è dedicato anche al mare e a chi, grazie al mare, trova una nuova possibilità di vita – spiega l’autore – C’è un bambino in bilico su una barca, su quest’acqua cheta, quasi in controluce, con dietro quella che è un’alba e non un tramonto. Sta a noi saperlo comprendere, perché l’alba e il tramonto non sempre si possono distinguere in un dipinto o in uno scatto fotografico. Questo giovane, all’alba della sua vita, ha intrapreso un viaggio su una barca in bilico sul mare, che è il mare delle opportunità. Apriamo i porti, diamogli un porto franco dove attraccare”.

“L’obiettivo di questo progetto, che abbiamo appena iniziato e che non si concluderà di certo qui – affermano il sindaco di Pollina Pietro Musotto e l’assessore alle Politiche giovanili e culturali Giuseppe Scialabba -, è quello di rigenerare lo spazio urbano dei nostri due centri abitati facendo leva sia su elementi assolutamente identitari – come la figura del Santo Patrono San Giuliano – sia lanciando forti messaggi dal punto di vista sociale. Ad esempio, il murale raffigurante padre Pino Puglisi, il sacerdote con il sorriso, vuole indicare nell’educazione e nei momenti di sana aggregazione come lo sport il più potente strumento nella lotta alla mafia. Ancora, l’importanza di credere nei propri sogni e nella speranza di una vita migliore ha animato la realizzazione di un’ulteriore opera. Siamo convinti che in questo modo riusciremo non solo a riqualificare lo spazio urbano, ma in un certo senso anche la nostra anima”.

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