Il bello sconosciuto delle Madonie: il Laghetto di Mandria del Conte (piano Zucchi)
[Di Paola Tornambè] Nel Parco Regionale delle Madonie, nella Sicilia settentrionale, nel territorio del comune di Isnello, un piccolo laghetto quasi sconosciuto al turismo di massa e ormai dimenticato anche dal turismo locale, meriterebbe sicuramente maggiore notorietà e soprattutto più valorizzazione e cura. Sto parlando del bel Laghetto di Mandria del Conte: un piccolo lago artificiale, dalle acque verdi, nascosto tra le montagne – eppure facilissimo da raggiungere -, situato subito sopra Piano Zucchi e prima di arrivare a Piano Battaglia. Ci si passa così, accanto senza saperlo, seguendo la strada principale verso la destinazione sciistica più famosa delle Madonie. Solo un piccolo cartello un po’ in disparte, messo lì per guidare chi già è in cerca del laghetto e non certo per attrarre turisti frettolosi, ne segnala spartanamente la presenza prima dell’ennesima curva della strada principale. Parcheggiata la macchina alla meglio, in una rientranza al bordo della strada, saprete così di essere nel luogo giusto e vi occorreranno solo pochi passi nella sterrata per arrivare al lago.
Il paesaggio è molto bello, si apre su una classica vallata madonita, dove non è insolito far l’esperienza di un incontro dal vivo con mandrie di bovini al pascolo. Un panorama autentico e di una gustosa generosità bucolica, purtroppo rovinato dall’abbandono di cui questi luoghi soffrono. Il bacino fu creato a metà degli anni settanta, deviando le acque del Torrente Madonie, per sfruttare maggiormente la bellezza di questi luoghi, che conobbe, all’epoca, il suo periodo d’oro del turismo, con le conseguenti speculazioni edilizie, per poi essere totalmente dimenticata negli anni a seguire. Oggi la natura ha ripreso il sopravvento, sarebbe però necessaria una manutenzione che preservi la bellezza di questo luogo e lo valorizzi indirizzandolo verso un turismo responsabile.
Mandria del Conte è il luogo giusto per appassionati fotografi, naturalisti, ornitologi, studiosi delle Madonie e semplicemente romantici in cerca di angoli di quiete per una passeggiata lontana dal caos, immersi nella natura. Queste anime solitarie si vedono aggirarsi nei pressi del laghetto, scrutarsi le une con le altre come sopravvissute all’oblio che ha coperto questo luogo, oggi frequentato solo da queste, poche, anime che hanno il privilegio di conoscerlo.
Il laghetto ha una bellezza discreta ma piacevolissima e ben inserita in un contesto suggestivo che le fa da contorno. Con le mandrie che macchiano col marrone del loro manto il paesaggio verdissimo; con i boschi e la nebbia che sale in certe giornate e avvolge con il suo velo misterioso le cime dei monti, aprendo l’immaginazione a storie antiche campestri, proprio perché quello che meno si vede più si tende ad immaginare; con i bovini che bevono placidamente dalle acque del laghetto, tranquillamente ignare dello scorrere del tempo che le sta invecchiando in quello stesso instante. Ed è così, nel raffronto con la natura che così naturalmente vive, che anche le ansie e l’agitazione dell’uomo si placano. Ci sediamo un po’ ai margini di queste acque su cui si specchiano pioppi, aceri e faggi. E la roccia viva alle loro spalle. Completano la scena alcune casette, forse ormai abbandonate anch’esse, con i tetti spioventi per affrontare l’inverno e poterle immaginare uscite da una fiaba. Una casa nel bosco accende sempre l’immaginario forgiato dalle favole dell’infanzia, in cui ci hanno raccontato di fate o di streghe, di bambini o di vecchi; di qualcuno – comunque speciale – che vive nel bosco. E così le storie, ammaestrate da antichi racconti, vengono alla mente da sole e disegnano scenari attorno alle acque di questo lago.
E oltre alle favole ci godiamo la frescura di questo luogo, dove la montagna la fa da padrona, ricordando con le sue cime d’intorno che è lei a comandare. Il verde è il colore predominante. Dell’acqua e dei boschi che circondano il lago per tre quarti del suo rilassante perimetro.
Un piccolo gioiello che la vista abbraccia in un solo sguardo. A misura d’uomo e con il discreto fascino che possiedono tutte le piccole cose, semplici e genuine.
L’anima di Mandria del Conte è proprio così: semplice. Un’anima bucolica e pacata, discreta e solitaria. Leggera e naturale. Senza pretese. Cattura con la sua semplicità. Rilassa, distende e ci fa sorridere. Scusate se è poco, oggi come oggi…
E nella giusta stagione sorprende con i regali di una montagna generosa.
Sono buonissime le more che crescono nei rovi di contorno alla strada del lago. Maturate al sole e all’aria ottima delle Madonie. Tingono il paesaggio di pois rossi e neri, con l’allegria tipica dei frutti di bosco che, anch’essi, rimandano l’immaginario a cestini di vimini intrecciati, per la raccolta.
E ancora le piccole orchidee selvatiche che decorano di bellezza suprema il prato attorno al nostro lago. Spuntano colorando il terreno come doni inimmaginati del creato.
Ci sorprendiamo scovandone una e poi un’altra e poi un’altra ancora. E’ come trovare tesori nascosti di un luogo nascosto e ci sentiamo orgogliosi che per noi – questo – invece non sia un luogo sconosciuto. Noi che sappiamo apprezzare la sua bellezza, che nella sua semplicità regala meravigliose sorprese come queste orchidee a rallegrare il cuore e a colorare la vista.
Restiamo ancora. Ancora un pochino, girovagando senza fretta, come tornati bambini abbandonati alle lunghe giornate d’estate nella campagna dei nostri nonni; giornate senza tempo, eterne alla scoperta della natura e dei suoi segreti, felici con questo soltanto. Giornate che ci portiamo dietro poi per tutta la vita, che ci salveranno per sempre.
E poi andiamo avanti, continuiamo la strada esattamente così come abbiamo continuato la vita. Saliamo verso Piano Battaglia, ma siamo pronti a sorprenderci di nuovo, quando, da un punto particolarmente panoramico, tutta la vista si apre alla vallata sottostante e scorgiamo il piccolo laghetto Mandria del Conte sotto. Specchio d’acqua tra i boschi, con la luce del sole riflessa che cattura i nostri occhi e la nostra attenzione a quello che abbiamo lasciato, che ci riporta alle ore passate lì serenamente. E ora che lo guardiamo dall’alto, il piccolo specchio d’acqua, unico nella vallata, con le nuvole che vi passano sopra e vi si riflettono insieme all’azzurro del cielo, ci sembra ancora più bello e magico. Così come le favole. Proprio nello stesso modo…