“Il caffè di Eduardo” riflessioni a cura del Prof. Camillo Palmeri
DOMENICA 5 GENNAIO ore 17
Associazione culturale Spazioscena – Via Abruzzo, 10 Castelbuono PA
Ingresso libero
Il tragico Natale di Luca Cupiello inizia con un innocente caffè portato al mattino, alle nove in punto, dalla moglie Concetta.La famiglia Jovine affronta in uno squallido “basso” il dramma della guerra, praticando la “borsa nera” e vendendo abusivamente il caffè.
Anche in casa del pasticciere Domenico Soriano le diatribe che riguardano Filumena Marturano, convivente, nonché donna di servizio, si svolgono fra tazze di caffè che vanno e vengono.
Tuttavia il caffè, come oggetto poetico, è celebrato soprattutto nel famoso monologo del balcone in “Questi fantasmi” in cui Eduardo conversa con un immaginario professor Sant’Anna con l’immancabile tazzina fra le mani.
E lo strumento è sempre quello: la mitica caffettiera “napoletana” che è più un mito che un oggetto; oggetto che oggi è ormai sconosciuto ai più, specialmente ai non napoletani. Tramontata l’epoca di questi semplici utensili casalinghi, oggi associamo il caffè alle cremose e “tecnologiche” colate delle macchine espresso.
I caffè “poetici” di Eduardo nascevano sulla scena per evocare personaggi, per riunire, per sostenere la vita quotidiana, ma, diversamente dalle bevande alcoliche, anche per rendere sublime la solitudine.
“Il caffè di Eduardo” vuole essere un caro omaggio a questo mondo, ma soprattutto ad un modo di intendere il teatro.
Proprio come il caffè “tecnologico” ha oggi sostituito la modesta “tazzulella”, così il teatro degli intellettualismi pretende di sostituirsi sempre più a quel teatro che raccontava la quotidianità con una immediatezza il cui segreto sembra ormai perduto.