Il degrado dell’Hotel Milocca finisce sul Corriere

Il degrado dell'Hotel Milocca finisce sul Corriere
 

Milocca nel degrado, arredi spariti
e struttura sventrata da vandali e cinghiali

Falliti finora i tentativi di risollevare le sorti dell’albergo

 

PALERMO – Negli anni 80 e 90 era uno dei locali preferiti per matrimoni, battesimi e comunioni in provincia di Palermo. Non c’era veglione di Capodanno, quello della borghesia castelbuonese, se tra gli ingredienti mancava l’aperitivo nella hall, la cena nel grande salone e i balli fino all’alba nella discoteca dell’albergo. Erano gli anni del Milocca, in cui anche una semplice passeggiata con un caffè finale era un modo per ammirare questa enorme e (almeno allora) lussuosa struttura con tanto di piscina, sauna e palestra nel bel mezzo del parco delle Madonie. Oggi quel che resta dell’hotel è un casermone sventrato da ladri, vandali e cinghiali.

COOPERATIVA FALLITA – La cooperativa che negli anni Settanta prese in gestione l’albergo dalla provincia è fallita da una decina di anni e con essa ogni tentativo di risollevare le sorti del Milocca. Negli ultimi mesi si erano ventilate le ipotesi di realizzare una struttura sanitaria per anziani o un’accademia madonita del gusto e dei sapori. La prima idea porta la firma del San Raffaele Giglio di Cefalù, la seconda dei fratelli Fiasconaro di Castelbuono, una delle poche aziende che mantengono in qualche modo in piedi l’economia del territorio. Ma, soprattutto in questo caso, gli enti che avrebbero dovuto sostenere l’iniziativa – in testa la Provincia, proprietaria dell’immobile, sono rimasti sordi agli appelli e rigidi davanti alla richiesta di finanziare una quota minima per sistemare la struttura. Così, più passano i mesi e più il degrado continua inesorabilmente ad accanirsi sull’albergo. Che, visto dall’esterno, ricorda sempre meno i veglioni e le cerimonie sfarzose degli anni Ottanta e Novanta e sempre più l’hotel degli incubi di Shining, il film capolavoro di Stanley Kubrick.

ARREDI SPARITI – Bastano pochi minuti per rendersi conto della portata dello scempio. Basta varcare quella che un tempo era la porta di ingresso – rigorosamente sfondata – per trovarsi davanti uno scenario surreale: arredi spariti (hanno portato via pure il pianoforte a coda), stanze distrutte, documenti sparsi lungo tutta la hall, dove ladri e vandali hanno fatto fuori anche le lampade e qualsiasi oggetto riciclabile. La piscina è ormai una pozza di acqua stagnante, dove avvoltoi – chiamarli ladri, sarebbe riduttivo – hanno perfino staccato le mattonelle di copertura. Fuori, dove una volta c’era il prato con i tavoli per le colazioni, qualcuno si è divertito a svuotare parte della contabilitá, seminando scartoffie per tutto il parco. Aggirarsi tra le enormi cucine, oltre che pericoloso – numerose bombole del gas sono ancora piene e in totale stato di abbandono – è uno scenario apocalittico: tutti gli utensili sono stati rubati e in molti casi sono riusciti a staccare dalle pareti anche forni, celle frigo, cappe e moduli cucina. Le stanze sono state completamente svuotate da ogni mobilio, i materassi, quelli che non sono riusciti a portare via, sono disseminati lungo i corriddoi, assieme alle lenzuola e alle coperte, divenute giaciglio per cinghiali e volpi che entrano indisturbate. La palestra, un tempo arredata con attrezzature all’avanguardia, è un salone oramai vuoto, dove pure gli specchi che circondavano le pareti sono stati distrutti. Camminare lungo la struttura è desolante e leggere la parola “custodia giudiziaria” negli affissi, posti dalla Regione Siciliana, sembra quasi una beffa, ora che di quell’albergo che diede lustro al territorio madonita, resta solamente lo scheletro di una struttura lasciata alle promesse dei burocrati. Resta l’amaro ricordo di tempi felici e di un Parco delle Madonie, dalle grandi potenzialità e nel totale stato di abbandono.

(http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/)

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