Il manifesto della class action dei lavoratori della formazione professionale siciliana

L’abitudine al lavoro modera ogni eccesso, induce il bisogno, il gusto dell’ordine; dall’ordine materiale si risale al morale: quindi può considerarsi il lavoro come uno dei migliori ausiliari dell’educazione.

Massimo d’Azeglio, I miei ricordi, 1867 (postumo)

 

Lavoratori siciliani, è tempo di porre un freno alla  strage giuridica condotta in Vostro danno, dalle istituzioni locali e statali.

Non possiamo più permettere che i cortigiani  del  palazzo, calpestino delittuosamente i Vostri diritti, la Vostra dignità, le aspettative dei Vostri figli e perché no? i Vostri sogni.

Del resto – loro –  una volta chiusa la porta del potere, hanno di che mangiare e vivere. Cosa gliene può mai fregare? Credete veramente che si tormentino per i problemi connessi al vostro benessere? Naturalmente la domanda è retorica, perché tutti in cuor Vostro avete una responso.

Abbiam piena contezza dello sperpero di pecunia pubblica che gira in modo incontenibile intorno a questa malata Formazione Siciliana. Vi dolete tutti. Con gli amici, i parenti, con il Vostro avvocato, sui social…

Ma le belle parole a poco servono. Oramai nel palazzo sono insensibili a tutto. Persino agli atti estremi.

Pur tuttavia, adesso bisogna passare dalle belle ed eloquenti parole ai fatti. Vi dovete attivare!

Per anni i dipendenti della Formazione professionale sono stati divisi. E questo è stato anche uno dei motivi che vi ha portato al collasso: vi hanno messo l’uno contro l’altro.

Ed hanno raggiunto l’obiettivo prefissato: stancarvi. Perché siete snervati, disillusi. Non credete più a nulla.

Non dategliela vinta!

Dovete unirvi. TUTTI. Portare avanti un principio giuridico saldo e ben chiaro nelle norme e nella CCNL: le Vostre garanzie occupazionali!

La base giuridica è forte e di facile interpretazione: in materia di mobilità del personale del settore della formazione professionale, l’intera procedura è normativamente contemplata dall’allegato 12 del CCNL per la formazione professionale biennio 2012-2013, il quale espressamente richiama l’art. 26 del CCNL per la formazione professionale triennio 1994 -1997.

Ecco, invero, il punto focale della norma sopra riportata: “Per rispondere alle esigenze della programmazione regionale attraverso la razionale, qualificata e rispondente gestione del personale, per la salvaguardia occupazionale, si attua la mobilità del personale dipendente all’interno del Sistema Regionale della Formazione Professionale. La mobilità si attua attraverso l’istituzione di tavoli trilaterali regionali anche tra istituzioni Formative degli Enti ed istituzioni formative delle Regione e degli enti delegato, anche mediante accordi. La contrattazione regionale ne definisce i criteri, le modalità, nonché le priorità per il reinserimento; la Commissione Bilaterale regionale attiva i processi per la gestione della mobilità, anche in riferimento all’Albo regionale, che costituisce il quadro delle professionalità del personale dipendente”. Nel caso in esame sono stati, altresì, stravolti i dettami di cui alla Legge regionale n° 24/76.   Si puntualizza al riguardo che l’art. 2, comma 1, della legge regionale n. 25 del 1993 così recita: “Al personale iscritto all’albo previsto dall’art. 14 della legge regionale 6 marzo 1976, n. 24 con rapporto di lavoro a tempo indeterminato è garantita la continuità lavorativa e riconosciuto il trattamento economico e normativo previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria”; Conseguentemente, l’art. 2, comma 2-bis sancisce: “L’Assessore regionale per il lavoro, la previdenza sociale, la formazione professionale e l’emigrazione è autorizzato ad attuare per il personale di cui al comma 1, rimasto totalmente privo di incarico, i processi di mobilità previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro degli operatori della formazione professionale. Sul piano delle sequenze normative violate è, poi, interessante notare, lo stravolgimento giuridico applicato ai criteri resi con nota assessoriale n° 10/1994. Ed infatti:  “Al fine di garantire la salvaguardia occupazionale degli operatori della formazione professionale, presso gli Uffici Provinciali del Lavoro competenti per provincia, saranno istituite apposite liste, distinte come appresso: A)posto in mobilità ai sensi dell’art. 27 del CCNL 89/91.  Il presupposto per l’inserimento nelle liste di cui sopra è quello di un contratto di lavoro a tempo indeterminato”. Ora, appare tutto molto chiaro, no? Non siamo dei pazzi scellerati – come molti voglion far pensare – applicatori folli di normative inesistenti. Il dato normativo è chiaro! Tanto premesso, è ora di agire. Come? vi chiederete in tanti. In primis unendo le forze. Dobbiamo essere in molti, portatori sani di un principio: la parità di trattamento; principio, quest’ultimo sconosciuto da chi ci governa. Non esistono i lavoratori figli della gallina bianca. I raccomandati. Coloro i quali la passano sempre liscia. E, nella formazione, sono in tanti. Tutti avete diritto al lavoro. TUTTI. Nessuno escluso. Il governo ha fallito. L’ultima notizia è agghiacciante: lo Stato si è ripreso 273 milioni che la Regione non ha speso in tempo. È la prima tranche dei Fondi Pac siciliani, quelli destinati all’occupazione e a progetti di sviluppo, che Roma utilizzerà per finanziare sul piano nazionale gli sgravi alle imprese che assumono.  Che dire? Grazie Presidente! La soluzione per porre rimedio a questo stillicidio c’è. E si chiama Europa. Dobbiamo denunziare queste vergogne alle autorità d’oltralpe.

Da queste basi, pertanto, parte la nostra Class Action: siamo convinti che le denunzie locali non porteranno alcun risultato tangibile.

Bisogna passare alle maniere forti: che ben venga il mediatore europeo! Quindi, per quanti volessero seguire gli oltre 200 lavoratori che oggi hanno firmato la Clas action europea, rimettiamo di seguito il manifesto della nostra iniziativa legale:

  1. Denunzia al Mediatore Europeo: Al Mediatore sono rivolte le denunce relative ai casi di cattiva amministrazione che coinvolgono istituzioni e organismi dell’Unione europea. Possono sporgere denuncia al Mediatore europeo i cittadini di uno Stato membro dell’Unione europea e le persone residenti in uno Stato membro. Possono anche sporgere denuncia al Mediatore le imprese, le associazioni e altri soggetti che abbiano sede nell’Unione europea. Il Mediatore potrà risolvere il problema segnalandolo semplicemente all’istituzione, organo, ufficio o agenzia in questione. Se il caso non viene chiarito, il Mediatore cercherà una soluzione amichevole, che risolva il problema e soddisfi il ricorrente. In caso di esito negativo, il Mediatore può formulare delle raccomandazioni all’istituzione interessata. Se questa non accetta le sue raccomandazioni, il Mediatore può presentare una relazione ufficiale al Parlamento europeo in modo tale che quest’ultimo possa intraprendere le iniziative politiche necessarie.
    2. Diffida alle autorità competenti: Procura della Corte dei Conti, Procura della Repubblica presso il Tribunale.
    3. Attivazione azioni risarcitorie;
  2. Manifestazioni pacifiche da parte di tutti gli iscritti;
  3. Denunzia e segnalazione alle Iene e Report
  4. Tavoli di studio e ricerca tra avvocato e lavoratore.
  5. Possibili impugnazioni al TAR di atti lesivi (si vocifera che vogliono letteralmente annullare la circolare 10/94). In tanti si sono uniti ed hanno reso il loro personale, prezioso e ben accetto contributo. Anche materiale. Perché la nostra class action presenta come base primaria le conoscenze del lavoratore. L’unico che – anche in barba all’avvocato – conosce veramente il contorto meccanismo della formazione siciliana. Il vostro apporto, a mezzo di gruppi studio e ricerca, sarà vitale per i lavoratori, vostri amici. Le adesioni, stante le numerose richieste, sono state prorogate fino al 31 maggio 2015. Per aderire potrete inviare una mail al seguente indirizzo: studiolegale.fasano@alice.it. Per seguire tutte le iniziative legate alla class action potete mettere un like nella pagina Facebook “Avvocato Fasano”.
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