Il mio orticello!

Io non sono un politico!

 

Sono solo un cittadino! Un lavoro ce l’ho e potrei tranquillamente starmene zitto, tranquillo, speranzoso che ciò che oramai accade ogni giorno a persone come me, non mi appartenga!

 

Che ci vuole! Basta girare lo sguardo altrove quando si è di fronte ad un ingiustizia! Basta cambiare canale in TV! Finché non toccheranno “il mio orticello”…così si dice da queste parti! E allora perché occuparsi di cause giuste o sbagliate? Perché indignarsi quando non ce n’è motivo? Infondo farsi gli affari propri è più comodo!

 

Ci sarà sempre qualcuno che si indignerà al posto mio! E pure se lo farà, facendo solo finta, che ben venga, così sia lui che io avremo la coscienza a posto! Magari io lo appoggerò col mio minimo indispensabile, col mio voto e poi ci penserà lui, e se alla fine non ci pensa e pensa più che altro “al suo orticello”…e vabbè!! Che vuoi che sia!!

 

L’importante è che non danneggi “il mio…di orticello!” Che poi succede pure che a voler cambiare il mondo, ti devi andare a scontrare con quelli che il mondo in realtà non lo vogliono cambiare proprio! Vogliono al massimo fare un po’ di “scarmazzo”, insomma fanno i rivoluzionari, pero’ in giacca e cravatta! Alcuni ultimamente la giacca e la cravatta se la sono tolti, mentre altri finiscono in mutande! Ma i primi fanno “scarmazzo”, invece i secondi sono pericolosi! Soprattutto per i primi! Già perché disperati e stanchi! Ma a me che mi importa! Io c’ho “il mio orticello”! Non me lo fa fare nessuno di farmi tacciare di essere uno di quelli che è tranquillo e si cerca le rogne! “Ma chi te lo fare?” – “Fatti i fatti tuoi e campi tranquillo!” – “C’hai il tuo orticello”! Eppure c’è qualcosa dentro di me! Un senso di rabbia, di frustrazione, quando davanti i miei occhi accadono ogni giorno piccole e grandi ingiustizie!

 

Quando incontro ipocriti e falsi, pronti ad arruffianarsi a vicenda! Quando vedo le immagini o leggo le notizie dal mondo! Ma anche semplicemente quando nel mio piccolo vicino a me accade qualcosa di palesemente sbagliato e vedo che tutti quelli come me per paura di perdere “il proprio orticello” girano ancora una volta la testa da un’altra parte! E mi rendo conto che io non posso essere semplicemente una pecora che pascola “nel proprio orticello”!

 

E’ giunto il momento di smettere di fare le pecore che si accontentano dei pochi pastori che alla fine ci porteranno ugualmente al macello! È giunto il momento di essere leoni e prendere a morsi l’ipocrisia, la vigliaccheria e soprattutto l’ignavia! Non possiamo più stare a guardare o sperare che qualcuno faccia qualcosa per noi! Perché tanto non la farà o se lo farà, sarà solo per se!

 

Si dice che se vuoi un lavoro fatto bene, te lo devi fare da solo!

 

E allora…Facciamolo!!!

(ilgrillocastelbuonese.blogspot.it)

 

 

 

“Non siete Stato voi!” – Caparezza

Non siete Stato voi che parlate di libertà come si parla di una notte brava dentro i lupanari.
Non siete Stato voi che trascinate la nazione dentro il buio ma vi divertite a fare i luminari.
Non siete Stato voi che siete uomini di polso forse perché circondati da una manica di idioti.
Non siete Stato voi che sventolate il tricolore come in curva e tanto basta per sentirvi patrioti.
Non siete Stato voi né il vostro parlamento di idolatri pronti a tutto per ricevere un’udienza.
Non siete Stato voi che comprate voti con la propaganda ma non ne pagate mai la conseguenza.
Non siete Stato voi che stringete tra le dita il rosario dei sondaggi sperando che vi rinfranchi.
Non siete Stato voi che risolvete il dramma dei disoccupati andando nei salotti a fare i saltimbanchi.
Non siete Stato voi. Non siete Stato, voi.
Non siete Stato voi, uomini boia con la divisa che ammazzate di percosse i detenuti.
Non siete Stato voi con gli anfibi sulle facce disarmate prese a calci come sacchi di rifiuti.
Non siete Stato voi che mandate i vostri figli al fronte come una carogna da una iena che la spolpa.
Non siete Stato voi che rimboccate le bandiere sulle bare per addormentare ogni senso di colpa.
Non siete Stato voi maledetti forcaioli impreparati, sempre in cerca di un nemico per la lotta.
Non siete Stato voi che brucereste come streghe gli immigrati salvo venerare quello nella grotta.
Non siete Stato voi col busto del duce sugli scrittoi e la costituzione sotto i piedi.
Non siete Stato voi che meritereste d’essere estirpati come la malerba dalle vostre sedi.
Non siete Stato voi. Non siete Stato, voi.
Non siete Stato voi che brindate con il sangue di chi tenta di far luce sulle vostre vite oscure.
Non siete Stato voi che vorreste dare voce a quotidiani di partito muti come sepolture.
Non siete Stato voi che fate leggi su misura come un paio di mutande a seconda dei genitali.
Non siete Stato voi che trattate chi vi critica come un randagio a cui tagliare le corde vocali.
Non siete Stato voi, servi, che avete noleggiato costumi da sovrani con soldi immeritati,
siete voi confratelli di una loggia che poggia sul valore dei privilegiati come voi
che i mafiosi li chiamate eroi e che il corrotto lo chiamate pio e ciascuno
di voi, implicato in ogni sorta di reato fissa il magistrato e poi giura su Dio:
“Non sono stato io”.

 

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