Il Movimento Pro Sanctitate di Palermo / Castelbuono  ricorda il trentennale del Dies Natalis del suo Fondatore, Guglielmo Giaquinta

Il Movimento Pro Sanctitate di Palermo / Castelbuono  ricorda il trentennale del Dies Natalis del suo Fondatore, Guglielmo Giaquinta con una Santa Messa sarà celebrata alle 18:00 di sabato 15 giugno 2024 presso la Cappella della Sede del Movimento in via De Calboli 29 a Palermo. 

Quest’anno la Famiglia Pro Sanctitate presente a Palermo, come in diverse parti di Italia e del mondo, ricorda il trentennale del Dies Natalis del suo Fondatore, il servo di Dio Guglielmo Giaquinta. La sua figura e la sua missione sarà ricordata attraverso diverse occasioni di incontro e di riflessione, attraverso l’organizzazione di eventi commemorativi e di richiamo al carisma della santità e fraternità universali che ha ispirato tutta la sua vita.

In Sicilia si svolgerà un Raduno regionale il prossimo 30 giugno a Canicattì, nel quale la Celebrazione Eucaristica sarà presieduta dal Vescovo mons. Salvatore Rumeo, delegato episcopale per la CESI per il Laicato.

Nel 1994 Mons. Guglielmo Giaquinta (o padre Guglielmo, come affettuosamente lo chiamano ancora tante persone), è tornato alla casa del Padre. Nell’anniversario dei 30 anni, il suo pensiero e la sua opera restano vive nella Chiesa e hanno ancora tanto da dire e da trasmettere, soprattutto nel campo della radicalità evangelica, della passione per l’apostolato nel mondo laicale, della vita spirituale.

Quale carisma, quale dono particolare ha animato la sua vita e la sua attività pastorale?

Uno dei carismi più fecondi della sua azione pastorale è stato quello di guidare molte anime nella vita interiore. A partire dai primi anni del suo sacerdozio e poi in seguito, quando il ministero episcopale gliene concedeva il tempo, ha svolto una lunga e infaticabile missione di direttore spirituale. Confessava per tante ore: la mattina prima di andare in ufficio al Vicariato, nei pomeriggi di mercoledì e sabato, la domenica mattina. Era una guida ferma, illuminata e illuminante. La formazione spirituale da lui data è rimasta nel cuore di tutti, anche di coloro che lo hanno conosciuto per poco tempo. Per ogni persona sapeva intuire i tempi di Dio e i tempi degli uomini. Discreto e paterno, guidava con sapienza all’incontro con Dio e metteva nel cuore anche una profonda tensione apostolica.

Ciò che insegnava, lo viveva lui per primo: era un maestro credibile, perché autentico testimone. Una persona racconta dei primi anni del suo sacerdozio alla Madonna dei Monti: “Don Guglielmo celebrava sistematicamente la S. Messa alle 6.15 all’altare di S. Benedetto Giuseppe Labre, e io vi partecipavo sempre. Don Guglielmo celebrava veramente con uno straordinario raccoglimento. Un giorno, dopo la Messa, ricordo che avevo un piccolo crocifisso da farmi benedire e pensai di andare in sacrestia. Lo trovai inginocchiato per il ringraziamento dopo la Messa; lo chiamai ma non mi sentiva. Pensai: prega con tanta devozione da non accorgersi di nulla…ma allora è così che si prega!”. Ed un’altra: “le ore di adorazione notturna sono state indimenticabili. Erano magnifiche; lui parlava sempre degli apostoli come diffusori del Vangelo e in preghiera nel Cenacolo e cercava di infondere nei nostri animi questa esigenza di preghiera e di apostolato…”.

Il lavoro di formazione delle coscienze alla santità e la sollecitudine per un apostolato della vita interiore, che lui sentiva come vera sfida “rivoluzionaria” per trasformare la Chiesa e il mondo dal di dentro, non lo svolse solo attraverso la direzione spirituale e il sacramento della Penitenza ma anche attraverso la predicazione di Corsi di Esercizi Spirituali e di Ritiri.

È da sottolineare nella sua azione pastorale una caratteristica che lo accompagnò sempre: il desiderio di comunione e di unità fra tutte le forze ecclesiali. Aiutò tutti: Azione cattolica, movimenti apostolici e di spiritualità, suore e religiosi. Ritornava frequente nei suoi discorsi l’espressione “ecumenismo spirituale”, auspicando una comunione fra tutte le forze impegnate nell’apostolato della spiritualità, per essere testimoni della unità richiesta da Gesù nel Cenacolo, “che siano una cosa sola”, e per essere più incisiva presenza nel mondo.

Fin dal 1947 e nel corso degli anni Monsignor Giaquinta ha fondato una famiglia ecclesiale riunita dal nome programmatico Pro Sanctitate. Nel suo cuore e nella sua mente il grande sogno di agire per un mondo di santità e fraternità, di “organizzare” la diffusione dell’amore vero, fattivo, capace di trasformare il tessuto delle relazioni umane a tutti i livelli, personale, familiare, ecclesiale, sociale, e farlo attraverso un impegno di vita cristiana serio e totalizzante, attraverso un’azione costante e capillare di annuncio, di formazione, di sostegno spirituale, di vicinanza fraterna, di solidarietà sociale.

Segreto profondo della sua vita: la fedeltà a Dio, alla sua Parola, alla Chiesa. L’amore e la fedeltà alla Chiesa sono stati capisaldi che ha vissuto e trasmesso. Una delle sue ultime consegne alla sua famiglia spirituale è stata proprio questa: “Se c’è un desiderio, nella mia vita, che vorrei trasmettere a voi, è quello di ascoltare la Chiesa, di amarla, di vivere, di morire in essa. È la gioia più grande che il Signore possa concederci, è la gioia che auguro a me e a tutti voi figli in Cristo”.

Mirella Scalia,

 Oblata Apostolica Pro Sanctitate

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