“Il prestigio di un popolo”: i giullari Sepillo e Netroio conquistano il Teatro dei 3 Mestieri

“I Trovatori” trasportano il Teatro dei 3 Mestieri indietro nel tempo, con una storia che ha tanto da dire, però, anche sul nostro presente

(Articolo tratto da tempostretto.it – di Emanuela Giorgianni) – “Un giullare è un essere multiplo; è un musico, un poeta, un attore, un saltimbanco” scriveva Edmond Faral. Un vagabondo, un suonatore di ghironda, un affabulatore, ma anche e soprattutto un cantastorie cui spetta l’importantissimo compito di trasmettere notizie, informazioni, sebbene con la sua arte e ironia.

Tutto ciò e tanto altro rappresentano il giullare Sepillo da Ypsigro e il suo fedele menestrello Netroio da Creta. La loro giullarata conduce il Teatro dei 3 Mestieri in un’atmosfera dai toni medievali che rivela tanto, però, anche sul nostro tempo.

Il prestigio del popolo
Per il quarto appuntamento della stagione teatrale “Tracce d’inchiostro”, arriva, al Teatro dei 3 Mestieri di Messina, “Il prestigio di un popolo – L’Arrubbatina di S. Anna” (Produzione I Trovatori di Castelbuono – Palermo), un progetto con la regia di Giuseppe Vignieri (Sepillo), protagonista in scena insieme al musicista Giuseppe Aiosi (Netroio).

“Il prestigio di un popolo” racconta una storia che ha inizio agli albori del Seicento. Il 25 luglio 1603, il paesino di Ypsigro è in fermento per l’imminente celebrazione della festa di Sant’Anna. Ma un tragico episodio fermerà ogni esultanza, sconvolgerà la quiete dei nobili, segnerà profondamente i popolani: si tratta del trafugamento della reliquia. Così inizia la giullarata narrataci da Sepillo, una lunga avventura che giungerà fino all’agognato ritrovamento della reliquia.

Irriverenza e musicalità
La carismatica irriverenza di Sepillo, capace di trasformare la tragedia in ironia e sarcasmo, è la vera protagonista della storia. Ad accompagnarla le musiche eseguite da Netronio con i suoi vari strumenti medievali, dalla viella al liuto, tutti accuratamente ricostruiti.

Suoni, canti e versi, uniti alla gestualità incisiva ed espressiva di Sepillo, formano un unico insieme semantico, un linguaggio a più voci fortemente comunicativo.

E non c’è bisogno di altro. Nessuna scenografia, un fondale nero e sulla scena soltanto gli strumenti medievali di Netroio ed una cassapanca. Sepillo trova lì dentro i pochi aiutanti dei suoi cambi narrativi: un mantello, dei fiori, un velo. Interpreterà, infatti, principi, preti, popolani, uomini e donne, calandosi perfettamente nei loro panni, solo tramite un mantello talvolta, un velo un’altra, seguendo il tipico gioco teatrale e giullaresco dei travestimenti. Ad evidenziare ogni suo cambiamento un semplice ma decisivo gioco di luci e ombre, dal quale veniamo trasportati in un altro spazio e in un altro tempo.

I racconti di Sepillo di Ypsigro
Il racconto dell’Arrabutina di S.Anna è uno de “I Racconti di Sepillo di Ypsigro”. Giuseppe Vignieri fonda, nel 2013, la compagnia de “I Trovatori”, con la quale realizza e promuove il suo progetto teatrale, porta in scena questi racconti, giullarate da lui scritte e dirette e interpretate dal suo giullare Sepillo.

L’incontro con Giuseppe Aiosi, poi, sancisce un sodalizio vincente. Sepillo e Netroio completano l’uno le frasi dell’altro, si muovono in perfetta sincronia, Netroio non offre carattere alla narrazione solo con la sua musica, ma anche con i suoi silenzi: i suoi sguardi anticipano le azioni di Sepillo, avvertono o ammoniscono i suoi discorsi, condividono le sue emozioni.

Viaggio tra passato e presente
I due insieme ci rendono protagonisti di un viaggio tra passato e presente, ce lo fanno vivere in prima persona. Il pubblico non è escluso dalla messa in scena, non è mai lasciato passivo, Sepillo interagisce con lui, lo chiama in causa, lo trasforma nel suo esercito. Ma soprattuto lo conquista, appassiona e diverte.

Il sarcasmo dei due giullari si rivolge continuamente a fatti e misfatti della nostra società contemporanea, denunciandoli e mettendoli in ridicolo. Parla al pubblico di piaghe politiche e sociali, sicuramente senza tempo, ma che più che mai appartengono al nostro di tempo. Da veri trovatori, l’obiettivo delle loro frecciatine e delle loro battute ammiccanti è quello di far riflettere.

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