Incendi: i canadair vincono la battaglia contro il fuoco
Cento evacuati, 1500 ettari devastati.
L’ultimo lancio è stato fatto alle 16,40.
E quello è stato il colpo finale. Dopo 24 ore la battaglia contro il fuoco nelle Madonie si è conclusa con la vittoria dei canadair. Ma ancora una volta con un costo altissimo e intollerabile. A Cefalù restano le gravi ferite all’ambiente: 1500 ettari di boschi distrutti, tre case danneggiate, più di un centinaio di persone evacuate.
“Oltre ai danni materiali e generali bisogna mettere nel conto ora i pericoli di dissesto” dice il sindaco Rosario Lapunzina. In molte zone, specie quelle più impervie, la distruzione della vegetazione renderà più concreto il pericolo delle frane. Si poteva evitare questo scempio? Lapunzina riconosce che, alla fine, i suoi appelli sono stati raccolti. Soprattutto dal prefetto. Ma ha dovuto ingaggiare una salutare polemica con il coordinamento degli interventi per ottenere, ma con un certo ritardo, l’invio di mezzi e di uomini in grado di domare i roghi alimentati dal vento di scirocco e dalla fitta vegetazione.
In certi punti le fiamme hanno raggiunto un’altezza di 15 metri e hanno formato un fronte di quasi 6 chilometri. “Sono stati distrutti paesaggi bellissimi e straordinari” lamenta Lapunzina per il quale il disastro poteva essere evitato se il primo canadair, intervenuto ieri pomeriggio, fosse rimasto a proseguire le operazioni. Invece, dopo alcuni getti d’acqua, è tornato alla base. Il sindaco ha subito chiesto spiegazioni. Gli è stato risposto che per la fine del turno si doveva cambiare il pilota. Oggi la spiegazione è cambiata: non più cambio del pilota ma avarie all’aeromobile.
L’incendio ha trovato un formidabile alleato nel buio. Senza un’efficace azione di contrasto, l’immenso rogo, partito da un’area tra Castelbuono e Isnello, è avanzato con una velocità impressionante. Prima è arrivato a Gibilmanna, poi ha sfiorato il santuario mariano e l’osservatorio geofisico, ha aggirato i campi da golf, infine ha attaccato le contrade di Carbonara e Ferla: le due zone dove sono state fatte tutte le evacuazioni. Nella discesa verso il mare ha divorato tutto, anche i ripetitori radiotelevisivi (liquefatto quello di Crm che ospitava altre emittenti) e perfino le centraline telefoniche.
Non c’è alcun dubbio, purtroppo, che anche stavolta c’è stata una mano criminale. La simultaneità dei roghi divampati in un vastissimo territorio fa pensare anche a una strategia. Quasi nello stesso momento gli incendi sono scoppiati da Termini Imerese fino a Tusa passando per San Mauro Castelverde, che è uno degli obiettivi più bersagliati dagli incendiari. Nelle Madonie i danni ambientali sono ingenti: i panorami suggestivi hanno lasciato campo ai tronchi d’albero anneriti in uno scenario d’inferno.
(lavoceweb.com)