Inferno di fuoco nella notte a Cefalù sgomberate oltre cento persone
Situazione drammatica, fronte di fiamme lungo cinque chilometri. Canadair ed elicotteri al lavoro da stamattina, minacciate decine di case. Nel pomeriggio rogo anche tra San Mauro Castelverde e Tusa
Il rogo di stanotte tra Cefalù e Castel di Tusa.
Un’apocalisse di fuoco, con fiamme altissime che hanno divorato decine di ettari di bosco e macchia mediterranea in una delle aree più pregiate del parco delle Madonie. Un incendio di vastissime proporzioni è divampato nella zona tra Gibilmanna, Ferla e Campella, minacciando case di villeggiatura e abitazioni, che per precauzione sono state evacuate. Oltre cento le persone che hanno trascorso la notte circondate dalle fiamme, mentre i vigili del fuoco e gli uomini della forestale tentavano di circoscrivere il rogo, il cui fronte ha raggiunto i cinque chilometri.
Il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, ha proclamato lo stato di emergenza. In serata Lapunzina aveva lanciato un drammatico appello: “Aiutateci, siamo circondati dalle fiamme”. Il primo cittadino ha chiesto al prefetto Umberto Postiglione l’invio dell’esercito per far fronte all’avanzare del incendio. Sul posto hanno operato tutta la notte le squadre antincendio per evitare che il fuoco raggiungesse il Santuario di Gibilmanna. Ma le fiamme hanno lambito sia la chiesa sia l’osservatorio geofisico, che si trova un centinaio di metri più in alto. A causa del vento le fiamme divampate dal lato di Ferla sono anche scese fino a lambire una zona abitata nei pressi di contrada Kalura, sul lato opposto della montagna.
Per il forte vento non hanno potuto operare nella zona nemmeno gli elicotteri inviati dopo che il Canadair, ieri intorno alle 16, è stato richiamato a Roma. “Ci sono delle precise responsabilità – denuncia il sindaco con le lacrime agli occhi – bastavano alcuni lanci e l’incendio sarebbe stato spento denuncerò questi irresponsabili che hanno ordinato al pilota del canadair di rientrare a Roma per non pagare qualche ora di straordinario”. Stamani Cefalù si è svegliata sotto la cenere: alle 7,30 è arrivato il primo elicottero della Forestale, poi è stato il turno dei Canadair. Sul posto anche decine di carabinieri della compagnia di Cefalù e agenti della polizia di Stato.
Nel pomeriggio di ieri un altro incendio, anche questo di chiara origine dolosa, è divampato nel territorio di San Mauro Castelverde tra le contrade Palminteri, Parrinello, Batia e Cirrito. Il rogo ha raggiunto anche il bosco della Tardara nel territorio della frazione di Milianni e alle porte di Tusa. L’alta colonna di fumo, visibile a decine di chilometri di distanza, ha anche raggiunto l’autostrada Palermo-Messina con il traffico veicolare che è rimasto interrotto, intorno alle 15, per oltre un ora con disagi per gli automobilisti rimasti incolonnati all’altezza dello svincolo autostradale di Castelbuono.
Sul posto sono stati impegnati, sino alle 19, ben 4 Canadair mentre continuano ad operare uomini e mezzi della Forestale affiancati da Protezione Civile San Mauro Castelverde e Tusa e dei distaccamenti dei Vigili del Fuoco di Santo Stefano e Sant’Agata Militello. In fiamme un magazzino. Lievemente intossicati dal fumo alcuni volontari e forestali. Il parroco di San Mauro ha lanciato un monito: “Dopo l’ennesimo incendio che quest’anno ha messo in ginocchio il territorio di San Mauro mi unisco all’appello del Sindaco di Cefalù nel chiedere la presenza dell’esercito nel territorio”.
(LaRepubblica – Ivan Mocciaro)