Intervista al sindaco Antonio Tumminello, che parla del distretto, dei problemi e del futuro. “Per la presidenza che spetta alla parte privata ritengo che la parte pubblica dovrà astenersi dal partecipare nella scelta”
«Il Distretto non può basare la sua vita sui finanziamenti pubblici, ma deve essere strumento di sintesi per le politiche di sviluppo turistico».
Lo afferma il sindaco di Castelbuono, Antonio Tumminello, che ha risposto alle domande di cefalunews.net.
E’ stata rinviata l’assemblea di Caccamo che avrebbe dovuto eleggere il nuovo consiglio di amministrazione del distretto turistico. Cosa pensa di questo rinvio?
Mi auguro che il rinvio non nasca dal fatto che non si riesce a trovare una accordo utile nella composizione del CdA e nelle politiche di sviluppo del Distretto Turistico.
Che ruolo deve avere, secondo lei, l’informazione all’interno del distretto turistico?
L’informazione e la comunicazione sono elementi fondamentali per la comprensione tra i soggetti e per la condivisione di obiettivi comuni.
Perchè ad oggi il distretto turistico non è mai decollato?
Ritengo che ci sia stato un errore di impostazione iniziale, il Distretto non può basare la sua vita sui finanziamenti pubblici, ma deve essere strumento di sintesi per le politiche di sviluppo turistico, una vera opportunità per il nostro paese che riesca a coniugare le esigenze e le proposte di tutti gli attori protagonisti dagli albergatori, ai tour operator, agli agricoltori, agli imprenditori, etc… per un’offerta turistica ampia e diffusa e per un turismo culturale e relazionale.
Quale dovrebbe essere, secondo lei, l’identikit del nuovo presidente del Distretto turistico?
Ritengo che debba essere una persona fortemente motivata, giovane e dinamica, capace di cogliere le innovazioni di cui il nostro distretto ha bisogno, e quando dico giovane intendo realmente giovane fuori non giovane dentro.
All’interno del distretto turistico c’è una grande spaccatura fra i suoi soci. Cosa propone per superare questa divisione e dare al distretto turistico un consiglio di amministrazione al di sopra delle divisioni?
Personalmente sono stato sempre contrario a qualunque ipotesi di divisione o forzatura, ritengo che soltanto attraverso il dialogo si possano trovare le soluzioni migliori. Dobbiamo uscire dalla logica delle rivendicazioni o degli accordi quadro e puntare a trovare la soluzione migliore per il funzionamento del CdA, attraverso il coinvolgimento delle comunità trainanti e degli organismi di rappresentanza. Per quanto riguarda la presidenza che spetta alla parte privata ritengo che la parte pubblica dovrà astenersi dal partecipare nella scelta.
Fonte: www.cefalunews.net