La città di Benassi si risveglia nel castello di Castelbuono
Castelbuono (Pa). Mentre Palermo e Catania annoiano con un’offerta culturale sempre più asfittica, la provincia siciliana sembra dimostrare maggiore smalto. Castelbuono, piccolo centro tra i monti delle Madonie e il mare, si avvia a diventare un punto di riferimento per i linguaggi contemporanei. Musica (con l’Ypsigrock, festival annuale di musica indie, rock ed elettronica giunto questa estate alla sua diciottesima edizione), ma anche arte contemporanea. Fino al 5 ottobre il Museo Civico, dal mese di giugno affidato alla direzione di Laura Barreca, presenta la mostra di Riccardo Benassi «Sicilia Bambaataa».
Le ex scuderie del trecentesco castello dei Ventimiglia in cui ha sede il museo ospitano l’intervento site specific dell’artista cremonese, di base a Berlino. Una installazione ambientale che attraverso interventi minimi e leggeri ha liberato l’architettura dalla rigidità della propria funzione, in questo caso guscio vuoto atto ad accogliere oggetti d’arte; immergendo il fruitore in un paesaggio sonoro evocativo di un risveglio, quello della città i cui suoni meccanici coprono progressivamente il cinguettio degli uccelli. Il sonoro in loop dalla torre del castello si diffonde nelle sale attigue e perfino al piano superiore, invadendo la collezione permanente. Indurre chi entra nello spazio espositivo a fare una esperienza soggettiva mai uguale a se stessa è ciò che il lavoro suggerisce, attraverso gli elementi sonori, oggettuali e testuali, di cui anche il titolo fa parte, ma soprattutto attraverso la guida di feltro sintetico, un tappeto magico che invita a distendersi, a ribaltare il proprio punto di osservazione, magari leggendo lo stesso Benassi nel capitolo dedicato al «funzionalismo irrazionale» tratto dal suo libro Attimi fondamentali (Mousse Publishing).