La Diocesi di Cefalù invita all’accoglienza per celebrare la 105° giornata mondiale del migrante e del rifugiato

“Apriamo i porti e spalanchiamo le porte delle nostre case”. La Diocesi di Cefalù invita all’accoglienza per celebrare la 105° giornata mondiale del migrante e del rifugiato

Gli uffici dei Servizi Pastorali Migrantes, Famiglia e Caritas invitano ad accogliere per un giorno nelle proprie case un migrante ospite in uno dei centri di accoglienza del territorio

La Diocesi di Cefalù si prepara a celebrare con un gesto forte la “Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato” che quest’anno affronta il tema “non si tratta solo di migranti”.

Un segno tangibile viene chiesto per domenica 29 settembre alle famiglie della diocesi: accogliere nelle proprie case e invitare alla propria tavola un fratello immigrato, ospite dei centri di accoglienza del territorio, seguendo l’invito di Papa Francesco.

“La risposta alla sfida posta dalle migrazioni contemporanee si può riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare” si legge infatti nel messaggio del Papa per la giornata mondiale giunta alla sua 105° edizione.

Anche il Vescovo di Cefalù mons. Giuseppe Marciante esorta tutti all’impegno. “Non lasciamoci travolgere dall’odio, dal populismo e dalla paura dell’altro. La luce del Cristo trasfigurato – ha detto mons. Marciante il 6 agosto scorso nel suo discorso alla Città di Cefalù e alla Chiesa cefaludese – faccia nascere o rafforzi in noi la mentalità dell’accoglienza e dell’integrazione, ci spinga a un forte rinnovamento interiore che ci allontani dal vedere nel fratello immigrato un peso da portare”.

L’iniziativa “Apriamo i porti e spalanchiamo le porte delle case. Aggiungi un posto alla tua tavola per un nostro fratello immigrato” è la proposta che il Servizio Pastorale Missionario Cooperazione tra le Chiese e Migrantes, la Caritas diocesana e il Servizio Pastorale Famiglia fanno alle famiglie e alle parrocchie chiedendo loro di rendersi segno evidente di accoglienza verso gli ultimi, testimonianza diretta di una Chiesa che “impara a capire come gli ‘scarti’ diventino pietra angolare”.

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