La scuola del veglione e due grandi maestri della comicità

(Di Massimo Genchi) – Nel suo, chiamiamolo comizio, del 5 giugno scorso il fu consigliere Sottile Simone, riprese – anzi si appropriò – di un intervento magistrale del divino assessore Guarcello, svolto qualche giorno prima, su una questione inesistente prima ancora che di lana caprina: la scuola del veglione. Inesistente perché di questo argomento nessuno ha mai parlato e nessuno si sognerebbe di insegnare ad altri come si compone un testo di satira. Di lana caprina perché SCUOLA DEL VEGLIONE alla lettera non significa un bel niente. Infatti il Veglione è una serata che si protrae fino a tarda notte allietata da balli, danze, musiche, esibizioni. A Castelbuono, le esibizioni all’interno di quella serata sono essenzialmente le maschere. Dunque il veglione è la serata, la maschera è solo uno degli appuntamenti all’interno di quella serata. In una scuola del genere si dovrebbe insegnare a staccare i biglietti? Ad aprire il sipario? Come si fa il presentatore? Cosa?

Quando, anni fa, il non ancora divino assessore, attraverso affissione di locandine, invitò la popolazione a disertare il veglione organizzato dal Gruppo 2001, partecipando invece all’unico vero veglione – quello organizzato al Cine Astra – sostanzialmente non sapeva di cosa stesse parlando. Il Gruppo 2001 non ha mai organizzato veglioni ma solo spettacoli di satira. Tra veglione e maschera c’è dunque una bella differenza che è stata spiegata svariate volte al divino assessore, ma a quanto pare repetita non iuvant. Per niente. E non è una questione di avere avuto insegnanti più o meno bravi. Ci troviamo, piuttosto, all’interno di quella situazione disarmante perfettamente affrescata dalla saggezza popolare col proverbio: quann’u sceccu u voli vìviri è-nùtili friscari. Ma tant’è.

Questo era il preambolo. Ritorniamo al fu consigliere Sottile, il quale dal palco, senza alcun discernimento, ripeté pedissequamente ciò che il divino assessore disse tre giorni prima e che lui certamente recepì come un assist: Scuola del veglione, giovani promesse lasciate sole, mai prese per mano e accompagnate, atteggiamento snob, l’ego che predomina su tutto, e così via in un delirio rotolante. Il tutto riferito non al Gruppo 2001 ma a chi del gruppo 2001 risultava schierato in questa competizione elettorale, e condito con un lessico, una foga e un travisamento della realtà che lo connotano come un vecchio della politica oltre che come una persona intellettualmente non onesta.

Sul cinismo del Gruppo 2001 verso le giovani leve vorrei qui brevemente ricordare a chi non sa, a chi non vuole sapere, a chi si adopera a mistificare i fatti, che dal 2001 al 2006 sul palco del veglione, col gruppo 2001, vi furono diversi giovanissimi – alcuni nei panni di musicanti, altri con particine adatte a bimbi di dieci anni. Fra questi ultimi ricordo, in particolare, Gabriele Perrini e Alberto Cucco. Fra i musicanti Vincenzo La Grua, Davide Sottile e – UDITE, UDITE – Sottile Simone.

Sarà stato per questo, sarebbe successo a prescindere da ciò, sta di fatto che di lì a pochi anni La Grua formò un suo gruppo di satira, Perrini il suo e – nel 2011 – anche Sottile Simone e Alberto Cucco fecero un loro gruppo.

Proprio perché noi del Gruppo 2001 siamo snob e tendiamo a soffocare ciò che nasce attorno a noi, in occasione della maschera d’esordio del gruppo di La Grua – forse la più interessante maschera d’esordio  degli ultimi venti anni – i maldicenti sparsero la voce che gliela avessi scritta io. Naturalmente non era vero. Io, invece, pochi giorni prima della rappresentazione, fui invitato ad assistere alle prove e, insieme ai ragazzi del gruppo, limammo qualche rima, diedi qualche consiglio sulle pause, sulla esaltazione delle battute. Dettagli di questo genere, insomma. Ricordo che consigliai di cambiare il vecchio ordine con cui si susseguivano i pezzi in maniera da creare un crescendo. In effetti la maschera riuscì benissimo ed ebbe un enorme gradimento.

Nel 2007 Perrini – dal 2001 al 2006 sul palco col Gruppo 2001 – esordì con il suo gruppo, di cui inizialmente faceva parte Vignieri. Perrini nella stesura e nelle prove, non solo agli esordi, certamente deve avere chiesto una qualche consulenza a suo padre, senza dire che gli capitava spesso di assistere a parte delle nostre prove dalle quali deve avere tratto un qualche beneficio e più di una contaminazione.

Infine nel 2011 esordì il gruppo di Sottile Simone che nel 2004 aveva preso parte alla maschera del gruppo 2001 sia pure nel ruolo di musicante. Di quel gruppo faceva parte Alberto Cucco, per diversi anni col Gruppo 2001, e Ciccio Prisinzano. Ricordo perfettamente che contribuimmo a quell’esordio fornendo loro due pezzi. Uno, in particolare, parlava del divieto di accesso, allora posto in via tenente Luigi Cortina, che costringeva Tumminello a fare un giro bestiale fino a perdersi tra le montagne e a chiedersi: «Chi siaaamo? Da dove veniaaamo? Dove andiaaamo? Non lo sappiaaamo!». Glieli facemmo provare, più volte, consigliammo la cadenza, la dizione (la dizione: ahi!, ahi!), consigliammo di non allavancare le parti parlate e di rallentare il ritmo delle canzoni perché si comprendessero le parole. Va da sé che, dei tre, nella recita il meno convincente era proprio il più esuberante, colui che cercava di darsi arie da attore consumato e sbracciava nel tentativo di apparire il capocomico. Affinché non venissero divorate, consigliammo di attribuire alcune battute a effetto a Ciccio Prisinzano per renderle al meglio. Ma lo dicemmo absit iniuria verbis, senza offesa. Probabilmente non fu di gradimento presso chi pensava e pensa di essere un mastodonte della recitazione. E vabbè. Abbiamo perso un cantaro d’olio a vendere.

Quindi le cose non sono andate affatto come le hanno raccontate i due comici sul palco della politica.

Come ho scritto altre volte, a un certo punto della propria vicenda artistica, il gruppo 2001 decise di allargare l’orizzonte artistico facendo un tipo di rappresentazione diversa in un posto diverso rispetto al contesto del Veglione. Noi, da persone libere e non soggiacenti a condizionamenti di alcun tipo, ci autodeterminammo in quel senso. Potevamo, penso. O no? Quella nostra decisione, invece, non fu mai accettata e su essa in molti specularono e continuano a farlo, a partire dall’assessore divino e dal fu consigliere Sottile. Certo, oggi, alla luce dei recenti accadimenti, si capisce quanto livore possa avere sprigionato in un pubblico comizio chi ha mostrato di non possedere la benché minima possibilità di autodeterminarsi.

Come si può facilmente verificare, il Gruppo 2001 non ha mai organizzato nessun veglione e, cosa che più importa, non ha mai cercato di boicottare il veglione organizzato dal Comune. Il Gruppo 2001 non ha mai cercato di dissuadere nessun gruppo dal rappresentare una maschera al veglione. Dicano i gruppi se ci hanno mai chiesto aiuti, consigli, delucidazioni e se una sola volta gli sono stati negati. Ovviamente né io né i miei amici abbiamo né i titoli né la sfrontatezza per andare da Gabriele Ippolito, cito un ragazzo a cui voglio bene, e importunarlo con consigli non richiesti o anche offrirgli un aiuto a fare la maschera. Chi vuole chieda ciò che vuole e noi daremo. Ma di quale aiuto parla il fu consigliere? Ma di quale coraggio? Peppe Cucco è pure incluso fra i coraggiosi? Noi non abbiamo il coraggio? Ma di cosa? Certamente non abbiamo il coraggio di dire le stesse cose invereconde che ha detto il fu consigliere quella sera sul palco. Ma il fu consigliere capisce quel che dice quando parla? O fa i conti solo e soltanto con il suo smisurato egocentrismo al punto da non comprendere che quando afferma che “l’ego è sempre più importante della comunità” fa in realtà un riferimento a sé medesimo?

Signor fu consigliere Sottile, nell’accomiatarmi da lei e dal suo multiforme astio, le dico che io, noi, il Gruppo 2001, – diversamente da lei – non abbiamo tutta questa fregola di passare alla storia. A noi basta avere fatto divertire tutti e sapere che c’è gente che, a distanza di anni, è in grado di recitare a memoria ciò che noi abbiamo scritto. Che lei d’imperio ci cancelli dalla storia del Veglione francamente mi lascia indifferente. Anzi, se a cancellarci dalla storia del Veglione è uno che magari anelerebbe a cancellare una particolare festa dal calendario civile d’Italia, la cosa mi riempie ancora di più di grande orgoglio.

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