La situazione clinico-politica del coccodrillo è grave ma non è seria
(Di Massimo Genchi) – Come tutti sapete, l’altro ieri il vostro Principe consorte è stato destinatario di un gentile pensierino, una letterina indirettamente indirizzata da parte del coccodrillo che però non scriveva dal Nilo ma dal Danubio, dall’Ungheria, terra di violini e di tzigani, ma anche di buone pratiche di libertà politiche, che certamente si vorrebbero introdurre nel sistema paese e, in parte, sono già state introdotte, come si sa. La letterina, sotto forma di post, reca il titolo: “(Come) può un bullo oscurare…” che ti riporta immediatamente a “Come può uno scoglio arginare” quindi al mare, al Mediterraneo – Bella la nostra Sicilia! – ma anche alla centralità del pensiero solare e, dunque, al Ministro della cultura Giuli e, di conseguenza, alla centralità del sistema paese reale. L’accostamento fra i due non è casuale. Il coccodrillo e Giuli: due mastodonti non solo della cultura ma anche delle idiozie che sono in grado di pensare e di esternare.
Però, onestamente, mi tocca fare tanti complimenti al coccodrillo, ma non per scherzo, come fanno tutti, quando gli fanno i complimenti. Gli devo fare i complimenti per questo bel post scritto in maniera impeccabile: morfologia, sintassi, ortografia, tutto perfetto. Cose da pazzi! Ma come è possibile? Ma poi anche il lessico ricercato: modus operandi, project financing, stichimatizzare. No, questo l’ha scritto un’altra volta. In ogni caso, abbiamo un coccodrillo acculturato, ma anche accutturato. Ma volete vedere che si è iscritto a scuola? Magari all’ITS Madonie, dove si garantisce un mix perfetto tra studio e lavoro. Che poi il coccodrillo, detto fra noi, non è che ne abbia mai mangiato tanto… non lavoro, ci mancherebbe, ma studio. Il lavoro… ma lasciamo stare!
No, scherzo. Anche per stemperare l’aria pesante che in questo momento grava sul dibattito politico locale. Per ora c’è qualcosa sotto, un certo che di rivùgliu, odore di gatto morto, l’alligatore è indubbiamente nervoso e il post dell’altro ieri lo rivela appieno, essendo stato scritto col preciso scopo di scatenare una reazione violenta e disporre di uno spunto per poterla gettare in rissa. Dal momento, però, che il coccodrillo non è minchia per il Principe consorte, farò esattamente l’opposto di ciò che vorrebbe indurmi a fare. Risponderò ridendo.
Il caro coccodrillo accusa il Principe consorte di avergli pubblicamente «augurato la morte» attraverso un commento. Ora dico io, ma che succede, l’acculturato coccodrillo si dirozza in lingua italiana e si scorda il nostro dialetto? Solo lui non conosce il significato del detto siciliano che ha travisato? O lo ha fatto apposta? Tusa murivi e iddru arristavi in che modo può significare augurargli la morte? E poi, a parte tutto, il Principe consorte, per l’amore e il rispetto profondo verso i morti, come avrebbe potuto augurare una tale iattura? Ben sapendo che il coccodrillo, non appena arrivato a destinazione, avrebbe immediatamente armatu u nfìernu facendo esclamare a tanti defunti ô campusantu: Avìeva assai! Curàggiu, mancu dùoppi mùorti nni lassa queti. Avrebbe significato, di fatto, mettere fine alla pace eterna che governa l’Al di là. Signor coccodrillo, sia serio e non scherzi con le cose serie.
Il caro coccodrillo, a dire il vero, un po’ frusculuni nel pensiero e nell’azione lo è sempre stato, fin da quando era un cucciolotto di alligatore, ma ora è completamente fuori regime. Ha scritto infatti «chi si occupa di “ricostruzioni storiche” avesse l’onestà intellettuale di ricostruire anche questa vicenda, dall’abbattimento del vecchio Teatro di corte alla costruzione del nuovo cine-teatro». Signor coccodrillo, ma com’è, allallatu? Il Principe consorte, di tutto ciò che lei indica, se ne è diffusamente occupato oltre dieci anni fa, quando non era ancora Principe ma già abbondantemente e felicemente consorte. Esattamente il 22 aprile 2013 e il 6 maggio 2013. E vabbè, certo, lo dobbiamo compatire al coccodrillo. U custianu è stancu, indubbiamente, e la memoria comincia a ingannarlo.
Così, quando insinua che il Comitato per Le Fontanelle «è stato creato in modo strumentale, ingannando molti aderenti con l’obiettivo di diventare un contenitore politico capace di aggregare persone contro l’attuale Amministrazione» la memoria non lo aiuta perché il Comitato per Le Fontanelle nacque nell’estate 2016 quando sindaco era l’amico suo Tummy. E quando la Costituente per la Castelbuono di domani era di là dall’essere fondata e non era ancora il suo incubo notte e giorno. Altro che è il Principe consorte a essere «ossessionato da una fobia» nei confronti del coccodrillo. Come no, sìemu tutti scantati mùorti di iddru.
Ora, attraverso il post dell’altro ieri, da vero piagnucoloso coccodrillo, ha fatto sapere che versa in uno stato di apprensione. Forse apprensione proprio no, ma grande confusione sì, come sempre. In questo stesso post, infatti, ha scritto che il Principe consorte «si è spesso dichiarato ideologo» della Costituente. Ma siccome il coccodrillo è ormai stravecchio e quindi avi u cùocci’â càmula, non ricorda che in un recente comizio è stato proprio lui ad annunciare urbi et orbi, ma più che altro agli orbi, che «l’ideologo della Costituente è il Principe consorte». Mancu si fussi Marx, il Principe consorte! Due righe dopo, aveva già cambiato versione: «ora però Il problema non è lui che della sua non-socialità ne ha fatto un modus operandi, ma chi ancora lo considera il mentore della Costituente della Castelbuono di domani». Ma allora, esimio coccodrillo, è il Principe consorte che si dichiara ideologo o è, invece, la Costituente che lo considera il suo mentore? Si decida, signor coccodrillo, perché mi sembra nantìcchia cunfunnutu, non sa che pesci pigliare. Insomma fa comi na musca diiuna. Chissà perché. Vuoi vedere che a tenerlo in questo stato di apprensione, di prostrazione, è quella che lui chiama la non-socialità del Principe consorte? Che poi è, come ha detto Jung, vedere negli altri ciò che in realtà si ha dentro. In altre parole, e senza conoscere Jung, u putiaru nzocchi avi vannìa.
La non socialità del Principe consorte? E il coccodrillo che ne sa della vita sociale del Principe consorte? Gli ha messo la sua OVRA alle calcagna? Ha dei database anche su chi nel paese è iposociale, ipersociale? Oltre a quelli sull’acqua, sulla legna, sui materiali alluvionali del fiume, sulle insolvenze bancarie, e su qualche altro di contenuto più piccante? E poi, dove lo cerca il Principe consorte? No, perché per esempio, il Principe consorte frequenta lo Spritz, dove a tutte le ore del giorno c’è un mare di gente, soprattutto all’ora dell’aperitivo, c’è un paisi e può assicurarvi che al coccodrillo non l’ha mai visto. Certo, lui forse allo Spritz non ci va, magari frequenta altri bar. Quindi, comi nn’amu a vvìdiri?
Però possiamo rimediare. Signor coccodrillo, al suo prossimo viaggio di rappresentanza, lei chi ffà, mi cci porta??? Partiamo come due signori: lei e il Principe consorte seduto ô latu a lei. Un bel quadretto di affetti surreali, non c’è che dire. A bordo della Renegade bianca della Polizia municipale, brum-brum-brum, il lampeggiante acceso e il suo braccio fuori dal finestrino ad agitare la paletta dei vigili urbani per incunearsi come un signore in mezzo al traffico, minchia, ni nni futtìemu! Dove andiamo, coccodrillo? Corsica, Piemonte, Ungheria, Romania, Stoccolma, Barcellona, Amsterdàmm, Abu Dhabi. Ah bbuh! Dunni iè gliè. L’importante è ca partìemu.
Però, patti chiari! La mia parte la pago io: biglietti del traghetto, autostrada, tuc all’autogrill, benzina, ristorante, alberghi. òu, neca nn’amu a curcari assiemi, però! Cusà. Lei già deve pagarsi la sua quota, e u sapi Ddia quanto le costa. Per giunta vuole pagare pure la mia? No, perché io u sàcciu cu è lei. Non lo posso permettere. Mi ascolti, con questa sua viscerale passione politica lei si sta cunzumannu, sta dilapidando un patrimonio. Un babbiamu ccu i cosi serii!
Quello che faremo, per il Principe consorte sarà certamente un viaggio ccû bbullu! Per il coccodrillo sarà un viaggio disintossicante. Al ritorno sarà più sereno, meno in apprensione, meno furente, l’espressione facciale meno truculenta e anche il suo fegato sarà meno ingrossato. Perché, un parissi, ma la sindachite la sta sgretolando in maniera irreversibile, esimio coccodrillo.