La trappole dei parcheggi a pagamento a Castelbuono per far cassa a spese nostre

La sera del 14 luglio si è ripetuta l’ennesima protesta nei confronti dell’amministrazione a proposito dei parcheggi a pagamento.

I vigili urbani avevano infatti multato delle auto parcheggiate in via Mazzini – in zona blu – poiché sprovviste di tagliando mentre i proprietari erano andati a vedere lo spettacolo teatrale previsto al Parco delle Rimembranze.

Per meglio capire, in tutto il paese le zone blu hanno durata fino alle 20:00 ma in via Mazzini la sosta a pagamento vale fino a mezzanotte per cui i malcapitati sono incappati incolpevolmente in questa eccezione.

Diciamo incolpevolmente perché non basta la segnaletica sparsa ovunque in un caso del genere che ha tutti i connotati di una trappola.

Se proprio è necessario riempire il paese di parcheggi a pagamento, per buona norma, sarebbe opportuno almeno uniformare la disciplina degli orari rendendola identica in tutte le zone.

Invece no. A Castelbuono ogni zona ha i suoi orari, complicando la vita dei cittadini. Anzi, queste differenze sembrano proprio appartenere ai trucchi usati dai comuni per far cassa, con autovelox, divieti e altri trabocchetti disseminati lungo le vie non per prevenire pericoli oppure per dare disciplina e decoro alla viabilità ma solo per vessare gli automobilisti.

In alcune zone si inizia a pagare alle 8:00, in altre alle 9:00, in alcune vige la pausa pranzo in altre si paga pure a cena e dopo cena. La domenica e i festivi sono sacri e vanno pagati sempre.

Dice il detto, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.

Perché a Castelbuono non si spiegano parecchie cose. Da tempo immemore tutti abbiamo notato e ci siamo lamentati del caos che si registra quotidianamente al bivio dei Calagioli dove non è prevista alcuna zona blu.

Non solo, ma non è neanche applicato lo stesso rigore per le multe che si vede altrove. Se quella zona fosse tartassata dalle multe, quel caos dovuto al parcheggio selvaggio che si ripete ogni giorno rimarrebbe un lontano ricordo.

Ma il sindaco in questo caso non provvede e guarda altrove. Sente l’urgenza di istituire la sosta a pagamento anche in via Mario Levante per tirare altri soldi dai cittadini dimostrando di essere quanto più lontano dalla comprensione del quotidiano di noi tutti.

Per cominciare, a differenza di ogni cittadino, usa sempre l’auto comunale e di fatto non conosce divieti di sosta e non paga alcun parcheggio.

Non ha idea di quanto sia difficile trovare un parcheggio libero e ignora il peso economico delle tariffe in un anno a carico delle povere tasche dei castelbuonesi.

E per continuare, addirittura ci complica la vita e manda in tilt l’intero paese per una cena a San Francesco permettendo agli invitati ogni sorta di privilegio mentre multa chi va a vedere uno spettacolo teatrale al Parco delle Rimembranze. Anche in questo caso due pesi e due misure.

Ma questi maggiori introiti a carico delle nostre tasche a cosa servono?

La domanda ce la poniamo perché il sindaco non si pone alcun problema quando si tratta di dilapidare ingenti somme acquistando visiere, totem, rifacendo per l’ennesima volta le strisce pedonali oppure facendosi sfilare dalle (nostre) tasche comunali una fortuna per l’impossibile competizione della Città Creativa dellUnesco.

Ai cittadini non sta bene più questa continua e perdurante vessazione per finanziare la politica dello spreco.

Dichiara soddisfatto (e chi non lo sarebbe al suo posto) il Dr. Boscarino, CEO di BIA (la società che ha curato la nostra candidatura per la città Creativa dell’Unesco) che adesso Castelbuono è conosciuta anche al nord.

L’affermazione risibile suona anche offensiva per la (sua) non conoscenza della nostra storia; infatti Castelbuono era rinomata anche prima di questa grottesca vicenda, e di certo non occorreva spendere più di sessantamila euro per ottenere un magro e fallimentare risultato evidente agli occhi di tutti ma non del sindaco e della sua società di consulenza.

Bastava una sponsorizzata su internet e con quattro spicci ci avrebbero riconosciuto anche a Spilimbergo e Auronzo, per dare un senso a questa storia che senso non ne ha.

Il sindaco deve ritornare indietro, ravvedersi da queste scelte sbagliate ai danni dei cittadini, altrimenti dia lui il buono esempio. Prenda la sua macchina e faccia vedere quanti soldi ha pagato per i parcheggi MyCicero dopo aver inutilmente girato in lungo e largo per trovarne uno in strisce bianche.

Non faccia il risentito e non travisi le carte né lui né i più cocciuti tra i suoi adepti, troppo facile è predicar bene ma razzolar male.

E sempre a proposito del 14 luglio, è bene ricordare che la rivoluzione francese partì dall’onda di una profonda crisi economica dovuta a un enorme buco di bilancio creato dal potere di una monarchia assoluta assai spendacciona e che voleva ripianare i debiti imponendo tasse su tasse ai poveri sudditi.

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