Le critiche alla capitozzatura dei frassini nel ricordo delle lotte studentesche degli anni settanta

Sta suscitando numerose polemiche la drastica capitozzatura dei frassini presenti lungo il viale dietro il Castello fino a piazza San Paolo, con l’occasione di ricordare anche la lotta che negli anni settanta fu operata dagli studenti a difesa di quegli stessi alberi.
Nulla, invece, in questa occasione ha potuto evitare ai frassini una potatura più discreta risultando adesso un effetto estetico da molti giudicato sgradevole, con gli alberi ridotti in tronco e privi di chioma, tuttavia la questione più commentata riguarda la tecnica utilizzata, ritenuta più dannosa per la salute degli alberi anche per via di una scelta errata di effettuarla in primavera.

Di seguito un lungo articolo riportato nei social che riporta le argomentazioni contro la capitozzatura spiegate nel sito: http://www.isaitalia.org/gli-indispensabili/176-documenti/indispensabili/237-perche-la-capitozzatura-e-dannosa.html?fbclid=IwAR2FNSiOy5KSNGr7t8CygfgPYJBPKI8ZgN69sfd6LKIQ3-6TIjqX_ROzjpM

La “Capitozzatura” è la più dannosa tecnica di potatura degli alberi, è il taglio indiscriminato delle branche primarie o dei rami grossi nonché dei rami secondari. La capitozzatura non è una tecnica di potatura accettabile, indebolisce l’albero che rimane senza l’energia necessaria ad alimentare tutte le sue parti. Se l’albero non possiede una energia sufficiente il rischio che muoia è molto alto, altrimenti l’albero attiva un meccanismo di sopravvivenza producendo lungo il fusto e le branche delle gemme avventizie che si formano a livello dei grossi tagli così che l’albero possa recuperare il più velocemente possibile una produzione di rami di lunghezza maggiore, ma più esili, con attaccature deboli che possono facilmente spezzarsi, creando ulteriore pericolo. Secondo la Società Internazionale di Arboricoltura diverse sono le ragioni per dire “NO” alla capitozzatura: 1) Sviluppo di malattie fungine e parassiti, i monconi di un albero capitozzato formano ferite difficili da cicatrizzare anche perché quasi mai sui tagli viene messo l’apposito mastice cicatrizzante; 2) Ricrescita accelerata di rami deboli, la pianta reagisce alla capitozzatura gettando nuovi rami dalle gemme secondarie sparse sul tronco, si tratta però di rami deboli, con attaccatura fragile che la pianta produce in gran quantità, il risultato è che in poco tempo avremo una gran quantità di rami fragili e pericolosi, una chioma squilibrata ed una forma dell’albero che comunque si presenterà poco armonica e meno bella; 3) Deficit nutritivo indebolimento generale, abbassamento delle difese immunitarie dell’albero nei confronti di vari patogeni; 4) Shock solare, riducendo o eliminando la chioma si espone la corteccia del tronco e dei rami residui all’azione diretta dei raggi solari, che producono delle vere e proprie scottature; 5) Bruttura estetica, gli alberi capitozzati sono penosi, brutti a vedersi e fanno tanta tristezza sino a quando non si ripristina la chioma. No dunque alle capitozzature degli alberi, sì al diritto della pianta di crescere con i suoi rami liberi verso il cielo.

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