Le dimissioni di Ficile da direttore tecnico Unione dei Comuni hanno un sapore politico
(Riceviamo e pubblichiamo) – Ieri pomeriggio, 25 gennaio 2024, si è tenuta una seduta del Consiglio dell’Unione dei Comuni MADONIE molto importante perché, tra i punti all’ordine del giorno, c’era l’approvazione delle modifiche dello Statuto su indicazione del Dipartimento regionale della programmazione.
Ma diversi fra i 78 consiglieri dell’Unione erano assenti e non si è raggiunto il numero necessario per l’approvazione delle modifiche statutarie che, da regolamento, necessitava dei 2/3 dei voti favorevoli. La seduta è stata sospesa e si discuterà il punto in un aggiornamento di seduta il 31 gennaio prossimo.
A seguito di ciò, oggi leggiamo delle dimissioni del sig. Alessandro Ficile, amministratore unico di So.Svi.Ma., una società di natura tecnica che supporta l’Unione dei comuni MADONIE, nata con un consiglio di amministrazione e poi ricondotta a un amministratore unico.
La cosa ha stupito parecchio in quanto non si comprende qual è il significato di una tale azione. Un responsabile tecnico non ha alcuna responsabilità politica di ritardi, inadempienze, prese di posizione come chi, invece, riveste ruoli politici. Mai si è visto un dirigente tecnico di un Comune o altri enti che si sia dimesso perché una seduta di Consiglio, con un punto che riguardasse questioni inerenti alla sua funzione o al suo ufficio, fosse andata deserta. Né un dirigente di settore fa comunicati di questo tipo che sanno tanto di sapore politico, un ruolo che non compete né ad un ente tecnico come So.Svi.Ma. nè al suo amministratore. Un responsabile tecnico, semmai, deve semplicemente pretendere con autorevolezza dagli organi politici il rispetto dei tempi.
Ma di cosa parliamo esattamente? Parliamo di ingenti risorse che da anni piovono sulle Madonie e continuano ad arrivare: SNAI-Strategia Nazionale Aree Interne, PNRR, FESR, fondi regionali, nazionali ed europei, un’immensità di risorse che avrebbe dovuto già da tempo far registrare un’inversione di tendenza allo spopolamento. Invece, non solo non si è invertito il trend di decrescita ma non si è osservata neanche la benché minima flessione dello spopolamento come dimostrano i numeri implacabili dell’ISTAT.
Chi ha gestito questi fondi ha spiegato l’insuccesso con l’inefficienza degli uffici regionali che dovevano curare la parte burocratica attuativa. È questo il motivo per cui oggi l’Unione dei comuni MADONIE si avvia a diventare ente intermedio con funzione di gestione, monitoraggio e controllo delle risorse economiche. Proprio questo è lo scopo delle modifiche allo Statuto urgenti e indifferibili.
Il problema del raggiungimento del numero legale ai Consigli dell’Unione, convocato anche in videoconferenza, era già emerso con l’Unione a 18 comuni, e il Presidente del Consiglio dell’Unione Andrea Prestianni, che ha più volte affermato che si adopererà per la convocazione delle sedute in presenza per aumentare il livello di partecipazione della società civile e la qualità della democrazia, ha indetto la seduta in videoconferenza per favorire la massima partecipazione. Ma la seduta di ieri sera ha confermato che, a maggior ragione con 26 comuni, le difficoltà sono anche più grandi.
Siamo a un bivio importante e se il Consiglio dell’Unione MADONIE, col suo Presidente e i Consiglieri, se la Giunta e il Presidente dell’Unione non si impegneranno a lavorare in discontinuità col passato, una discontinuità che tenga sicuramente conto di ciò che ha funzionato ma corregga anche le criticità che non hanno consentito di invertire la rotta dello spopolamento, rischiamo di sperperare denaro pubblico senza risultati tangibili.
La partecipazione consapevole dei consiglieri e l’attenzione degli amministratori nelle sedi istituzionali preposte devono perseguire investimenti finalizzati allo sviluppo del nostro territorio, se non alla sua stessa sopravvivenza. Questo passa necessariamente attraverso la distinzione dei ruoli, il ruolo tecnico da quello politico che sta in capo solo a chi è legittimato dal voto.
Rimane il fatto che il riconoscimento di ente intermedio è un’arma a doppio taglio in quanto chi amministrerà i milioni di euro assegnati dovrà risponderne a tutti i madoniti, e non ci sarà più il parafulmine degli uffici regionali che non sanno fare i progetti.
I consiglieri dell’Unione dei Comuni MADONIE
Anna Maria Cangelosi
Gianpiero Caldarella