Le Madonie svelano nuovi tesori: tholos, chromlec e menhir, ecco le foto dei ritrovamenti
Il nostro straordinario territorio ci regala nuovi tesori da tutelare e valorizzare. Un rilevamento geologico si è trasformato, probabilmente, in una serie di eccezionali scoperte archeologiche. I siti rinvenuti sono tre, rispettivamente in tre differenti luoghi, i primi due riferibili a probabili strutture dolmeniche (Chromlech e Menhir) ed il terzo a strutture a Tholos. In questo articolo non faremo riferimento all’ubicazione dei siti poiché sono in corso ulteriori studi ed approfondimenti, soprattutto per accertare l’origine di queste strutture. Le informazioni che seguono fanno parte degli studi compiuti da Emanuele Di Giampaolo, Alessandro Torre e Luciano Fabio Torre (Geologi di Sicilia, n.1 – 2013).
Cromlech | Il termine deriva dall’unione delle tue parole gallesi chrom (curva) e lech (pietra) e con esso si suole indicare un monumento megalitico di forma circolare o ellittica a scopo fondamentalmente sacrale. Nella maggior parte dei casi i chromlec rispettano un preciso orientamento astrologico che ha fatto supporre il loro collegamento ad un primitivo culto del sole. Il monumento megalitico rinvenuto sulle Madonie, ha un diametro esterno di circa 16.60m, ed è costituito da due archi concentrici di pietre infisse nel terreno ed equidistanti (menhir) con altezza media di circa 1 m ed impostati su un piccolo terrapieno. Il monumento è datato presumibilmente alla tarda età del Bronzo.
Menhir | Si tratta di una roccia di forma trapezoidale rivolta esattamente ad est, la cui posizione non è spiegabile con fenomeni geologici o geomorfologici. Sono in corso ulteriori, approfondite, ricerche su questa anomalia archeologica, che potrebbe rappresentare un menhir con funzione cultuale o funeraria.
Tholos | Le strutture rinvenute sono scavate interamente nell’arenaria e rappresentano le tipiche tombe preistoriche, la cui tipologia ne fa risalire l’epoca di costruzione alla fine del Neolitico. Le tombe presentano un ingresso comune a più camere sepolcrali, nelle quali le nicchie di sepoltura sono ricavate per mezzo dell’escavazione della parete. In uno di questi ipogei è presente un foro superiore (oculum), nella copertura, caratteristico dei tholoi; se fosse vera tale deduzione il periodo di datazione sarebbe circa 900-800 a.C..
Si ringraziano Lucia Macaluso, Alessandro Torre e l’Associazione Haliotis
Fonte: www.pianobattaglia.it