L’Ing. Maurizio Spallino risponde all’assessore Annamaria Mazzola

(Riceviamo e pubblichiamo)

Gentile assessore,

non mi aspettavo la sua intercessione che, tra l’altro, arriva fuori tempo utile. Tuttavia, mi fa piacere che si sia risvegliata dal torpore mediatico che l’aveva colpita in questi mesi. Ne saranno felici i Suoi numerosissimi elettori che, probabilmente, si chiedevano che fine avesse fatto.

Ad ogni modo, andando subito nel merito della sua missiva, ho relativamente poco da dirLe dal punto di vista tecnico; cerchiamo tuttavia di ripercorrere i passaggi salienti di quanto accaduto:

  • La mia chiacchierata col sindaco inizia su facebook il 22/01.
  • Lui mi risponde il 23 mattina e, la stessa sera, dopo avergli annunciato la mattina (sempre su Facebook) che gli avrei risposto nel pomeriggio, mando la mia risposta a Castelbuono live.
  • Il tutto viene pubblicato il 24 mattina sul blog.
  • La determina n.13 in cui si affidano i lavori di verifica alla società che effettuerà le verifiche è del 25/01/2024 a firma del responsabile del terzo settore.

Vede Assessore, a quel punto, dal mio punto di vista, avevo già ottenuto ciò che avevo chiesto, ovvero che si facessero gli accertamenti necessari. Non penso che l’amministrazione abbia proceduto solo per il mio interessamento, ci mancherebbe, ma la cosa per me era chiusa. Tra l’altro, con uno scambio verbale via whatsapp col Sindaco, mi complimentavo della scelta di procedere con le prove e lui mi ringraziava per il mio interessamento.

Ora, questa sua entrata a gamba tesa, tra l’altro scomposta, francamente non la capisco. Necessità di dimostrazione di esistenza in vita? Non saprei. Qualcuno la additerebbe come una “sterile polemica”. Quello che si doveva fare si è fatto. Se ne faccia una ragione. È in ritardo.

Ad ogni modo, come già fatto in altra sede, risponderò anche a Lei ma, e glielo dico sinceramente, non replicherò ad altre Sue eventuali lettere/risposte/papiri/segnali di fumo et similia ed il motivo è molto semplice: mi toglie tempo alla professione e all’insegnamento.

Se proprio ho qualcosa da dire in merito a questioni pubbliche o atti amministrativi, come già dimostrato ampiamente, mi rivolgo direttamente al n.1.

Non perdo tempo a discutere con subalterni il cui potere decisionale è tendente a meno infinto.

Vede, su quel podio non ci sono tre gradini, ce n’è solo uno e non lo occupa né Lei né nessuno dei Demagoghi Per Castelbuono.

Ma andiamo alla parte tecnica, se così vogliamo definirla.

Noto che anche a Lei piace tergiversare e girare attorno alle cose senza mai scendere nel dettaglio o travisando su cose mai dette.

Sulla parte riguardante la scuola Media

Continuate a parlare di STATICITA’ quando io non ne ho parlato. Ho riportato uno stralcio di una delibera di giunta dove si evidenziava il grave ammaloramento della struttura dal punto di vista SISMICO. E la gravità era tale da convincere l’amministrazione a demolirla (almeno così si diceva allora, ora chissà) nonostante fossero stati spesi circa 430.000 € per efficientarla energeticamente e, se non ricordo male (ma posso essere più preciso), circa altri 200.000 € tra rifacimento copertura ed impianto elettrico. Il tutto nonostante aveste ricevuto un PARERE NEGATIVO dell’assessorato all’istruzione che, in pratica, vi ricordava il vincolo di mantenimento su un bene oggetto dei citati finanziamenti.

Insomma, al di là della staticità che abbiamo appurato, ‘sta struttura è sicura o no?

La gente ha bisogno di risposte chiare.

Sull’annosa questione della scuola San Leonardo (a me piace chiamarla così):

Anche Lei prova a sviare le cose. Cerchiamo di capirci. Il parere dei due tecnici che hanno scritto la relazione di cui parliamo e di cui ho già discusso in una risposta precedente è UN PARERE AUTOREVOLE di cui ho già detto che CI SI PUO’ FIDARE. Tuttavia, in quella relazione mancano dei dati per poterla ri-verificare e questo è un dato di fatto.

Inoltre, e mettiamolo in evidenza una volta per tutte, entrambi i tecnici si tengono ben lontani dal dichiarare la struttura AGIBILE, semplicemente perché l’iter tecnico amministrativo non glielo consente. Viene spesso richiamata la parola “fruibile” che, tra l’altro, lei va a mutuare da quella relazione.  

E visto che Lei insiste con la fumosa parola “fruibilità” Le pongo una domanda:

La mancanza del certificato di collaudo statico, ai fini del rilascio del certificato di agibilità, può essere sopperita dalla certificazione di idoneità statica, resa nelle forme della perizia giurata, da un professionista a ciò abilitato? Facciamo un attimo una precisazione però: quella di cui parliamo noi NON E’ una perizia giurata. DICIAMOLO CHIARO E FORTE: NON LO E’. NON NE HA IL VALORE.  

Ma anche ammettendo che lo fosse stata.     

A rispondere alle domande di cui sopra ci ha pensato il TAR con sentenza n. 584 dell’8 ottobre 2019 (non avrà veramente pensato che mi aspettassi la risposta da lei, giusto?).

Alla questione i giudici del TAR hanno risposto negativamente, ricordando che ai sensi dell’art. 24, comma 1 del d.P.R. n. 380/2001, nella disciplina applicabile ratione temporis alla vicenda in decisione, il certificato di agibilità assolve alla funzione di attestare “la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati, valutate secondo quanto dispone la vigente normativa“.

Ai fini del rilascio del certificato di agibilità assumono, pertanto, rilievo tutti gli aspetti (sicurezza, igiene e sanità, risparmio energetico) che concorrono a rendere utilizzabile l’opera.

Nel caso della realizzazione di opere in cemento armato, l’obbligo in capo al singolo Comune di verificare la sussistenza del certificato di collaudo statico è sempre stato previsto dalle varie disposizioni succedutesi nel tempo che sono:

  • l’art.7 della Legge 5 novembre 1971, n. 1086 
  • l’art.4, comma 1 del d.P.R. 22 aprile 1994, n. 1265 
  • il previgente art.25 comma 3 del d.P.R. n.380/2001 che prevede che “Entro trenta giorni dalla ricezione della domanda di cui al comma 1, il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale, previa eventuale ispezione dell’edificio, rilascia il certificato di agibilità verificata la sussistenza del certificato di collaudo statico di cui all’articolo 67” secondo cui “Tutte le costruzioni di cui all’articolo 53, comma 1, la cui sicurezza possa comunque interessare la pubblica incolumità devono essere sottoposte a collaudo statico, fatto salvo quanto previsto dal comma 8-bis”.

Spero con questo di aver per l’ultima volta chiarito quale sia l’oggetto del contendere. Le rimando e ripropongo quindi le domande che ho già rivolto al sindaco. Bontà vostra se decideste di rispondere una volta per tutte, fermo restando che io le risposte già le so. E’ solo per informare la cittadinanza.

E fin qui la parte prettamente tecnica.

Sul resto avrei anche evitato di risponderLe. Quello è un becero attacco alla persona che qualifica più lei che me.

La prego, corregga il tiro. Lo faccia per se stessa. Dica che ha usato un’espressione infelice. Dica che ha firmato senza leggere ciò che la ghostwriter (appartenete al suo stesso ordine professionale e che paghiamo da un decennio) ha scritto. Dica che è un mero errore degli uffici (tanto quando fate cappellate è sempre colpa di qualcun altro). Insomma, si inventi qualcosa ma si tiri fuori da questa situazione.

Mi riferisco alla Sua infelice espressione: “così come lei anch’io ho scelto l’insegnamento come ripiego alla libera professione” e a tal proposito devo proprio dirle due cose.

Vede, Lei della sua vita può fare quel che vuole, ma non si permetta di dire a me cosa fare della mia.

Io ho scelto di insegnare come ho scelto di continuare a svolgere la libera professione. Professione che esercito, senza interruzione, da 17 anni. Ho una partita iva, pago l’iscrizione all’ordine, pago l’assicurazione professionale, faccio i corsi per crediti formativi, progetto e fatturo. 

Se per lei insegnare è un “ripiego” è un problema tutto suo.

Dispiace. Dispiace quando, per incapacità personale o professionale, inadeguatezza a reggere la pressione e i carichi di lavoro, qualche collega abbandoni la libera professione per “ripiegare” su qualcos’altro.

Ma non è una cosa che riguarda me. Lei non ha idea di quando la mia giornata lavorativa inizi e quando si concluda.

Non ha idea di quale e quanto sia il tempo che dedico ai miei allievi e alla mia professione.

Tenga conto di una cosa però: chi mi conosce sa che il mio impegno è totale nell’uno o nell’altro campo.

Lei non mi conosce. Non esprima né giudizi né pareri. Non ha dati per poterlo fare.

Vede, potrei invitarla a venire a vedere la mia scuola, parlare col mio DS o con i miei colleghi.

Ma la vera cartina di tornasole della MIA professione -vorrei dire “nostra professione”, ma quello che scrive non mi consente di farlo- sono i miei alunni. Parli con loro. Chieda a loro. Io ho scelto di insegnare ed ho scelto di insegnare a Gangi. Ho promesso a questi ragazzi che avremmo fatto un percorso assieme dal 2019 al 2024. E sto tenendo fede all’impegno preso. E non ha idea di quanto questi adolescenti cambino la vita di un insegnante. Ma non credo Lei possa capire di cosa sto parlando.

Lei ha “ripiegato”. Lei è convinta che il lavoro di un docente si esaurisca con le 18 ore settimanali.

Non so come e cosa Lei insegni ma, da quello che scrive, spero di non doverlo vedere mai.

Tuttavia, una cosa gliela dico, se io fossi genitore di un allievo che ha come docente qualcuno che svolge il lavoro di insegnate come “ripiego”, chiederei al Dirigente Scolastico di cambiare mio figlio di corso.

Può starne certa.   

Le auguro un buon rientro a scuola dopo il weekend. E le auguro che non debba sentirsi addosso gli occhi di tutti i suoi colleghi. Ammesso che loro si sentano suoi colleghi.

Cordialmente,

Maurizio Spallino

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