L’intervento di Agata Fiasconaro alla Lumsa di Palermo. Una iniezione di fiducia ai 15 neo dottori in economia
AGATA FIASCONARO
esponente della terza generazione dei Maestri pasticceri di Castelbuono
Ha parlato ai 15 neo dottori in economia della LUMSA di Palermo. Un invito a “raccogliere le sfide di una terra difficile ma che è possibile vivere con con orgoglio antico e altero”
AGATA FIASCONARO, esponente della terza generazione Fiasconaro – la pluripremiata azienda dolciaria di Castelbuono – ha parlato ai 15 neo dottori che hanno terminato il ciclo triennale di studi in economia e commercio della LUMSA di Palermo, nel corso della cerimonia di proclamazione insieme al presidente del corso di Laurea, Sergio Paternostro.
Una vera “iniezione di fiducia” per i giovani, un discorso nel quale la giovane manager della azienda ha invitato gli studenti a raccogliere le sfide di una terra difficile ma che è possibile vivere con “con orgoglio antico e altero”, come ha detto utilizzando un passo di Leonardo Sciascia che è stato letto alla fine dell’intervento. “La nostra azienda oggi gestita da tre fratelli 50enni è partita 60 anni fa come un piccolo laboratorio di pasticceria da 50 metri quadrati e, grazie alla volontà di Nicola e alle sue esperienze fuori dalla Sicilia, abbiamo lanciato la sfida che 35 anni fa poteva sembrare una utopia: quella di introdurre nell’Isola un prodotto tipicamente del Nord come il panettone”.
Una sfida anche a guardare oltre i confini della propria isola ma con una visione fortemente radicata nelle tradizioni. “Sembra una favola ma non è stato facile – ha spiegato Agata che oggi si occupa di marketing in azienda – fare impresa in Sicilia non è mai stato un concetto semplice e sono tante le sfide come la mancanza di sinergia e poca capacità di fare rete. Ma conoscere quali sono le nostre limitazioni è anche il modo per poterle superare”.
“La nostra missione non è solo quella di produrre dolci ma vuole andare oltre: valorizzare un territorio – ha concluso – una Sicilia che a volte è anche difficile e dove è semplice andarsene ma è difficile rimanere. Ma questa è la sfida ed è oggi quello che mi piace. Ci auguriamo che la Sicilia sia una terra che mantenga i propri figli, abbiamo bisogno di giovani che credono che si può fare del bene nonostante le difficoltà”.
“Abbiamo voluto valorizzare di fronte ai nostri studenti una delle aziende più dinamiche e internazionali del territorio siciliano e per dimostrare che anche nel contesto regionale è in atto un efficace ricambio generazionale – ha aggiunto il professore Sergio Paternostro – fare impresa in Sicilia è una sfida ma si può vincere e in questo è stata da stimolo per i neo-laureati ad impegnarsi e a non smettere di sognare”.