Lo sconquasso generale della politica italiana. L’analisi del voto del Dott. Vincenzo Allegra

 

Esaminiamo quello che è successo. Vi è stato calo dell’affluenza del 6% rispetto al 2006. 26 milioni di italiani non hanno votato o hanno votato Grillo. Per cui i vecchi partiti si basano sul consenso del meno della metà del popolo italiano. Le due coalizioni di Centro-destra e di Centro-sinistra sono quasi alla pari, con circa 9 milioni di voti. Il fallimento di Monti si è avuto anche nella competizione elettorale. Per cui, oltre a non aver sanato il debito pubblico, e fatta crescere la disoccupazione, ha anche illuso quei pochi italiani (10%) che lo hanno visto come un salvatore della Patria. Grillo, e non il Movimento 5  Stelle, è primo partito alla Camera con il 25,54%- Berlusconi non è morto. Tutti lo auspicano da oltre 20 anni, ma ciò non avviene. Forse perché in Italia non ci sono leader? Lo diverrà Grillo?

 

Un dato è emerso in modo netto e chiaro: l’Italia non vuole austerità e questa Europa delle banche. Fini e Di Pietro sono scomparsi. Casini quasi. Che strano! Di Pietro non voleva Monti, mentre Fini e Casini lo hanno sostenuto apertamente. Forse gli Italiani non vogliono proprio loro. La vittoria del PD + SEL è effimera. Continuano a rimanere minoritari, restando ancorati al vecchio zoccolo duro del PCI. I moderati sono sempre maggioranza in Italia.

 

Vi è stato un tonfo della Lega Nord, che si è ancora di più confinata in Lombardia e Veneto. I suoi elettori non hanno gradito l’alleanza con Berlusconi. Il PDL vince ancora nel Meridione, ed anche in Lombardia e nel Veneto,

grazie alla Lega Nord. Perché accade ciò? Qualcuno ha commentato che il Sud vive di assistenzialismo, per cui viva Berlusconi se è capace di risolvere tutti i nostri problemi, e non ci fa affaticare troppo. I mercati hanno reagito male, ma fino ad un certo punto. Speravano molto in Monti, che però si è rivelata una figura scialba. Alcune lobby di potere internazionale stanno forse scommettendo su Grillo? Ci domandiamo: Grillo è solo espressione del Nord insoddisfatto, come è successo con Bossi, oppure esprime interessi a livello internazionale? Quali sono i soggetti internazionali dietro le sue spalle. Già qualcuno comincia a parlare. In Trentino Alto Adige l’alleanza con il PD ha funzionato, perché in quella regione i rappresentanti curano solo gli interessi locali e la gente molto realisticamente se ne frega con chi si accompagna. Perché il PD non ha stravinto, come dicevano i sondaggi di tre mesi fa?

Perché Bersani ha rinunciato al protagonismo del leader (o forse perché non lo è), affidandosi all’immagine collettiva del partito. Quali sono le previsioni? Chi sarà il nuovo Capo dello Stato? Come sarà formato il nuovo Governo? Quali saranno le alleanze? PD + Monti? PD + Monti + PDL? PD + Grillo? PD + PDL? Grillo rimarrà solo a combattere contro tutti? Un bell’enigma! Ci sarà un rinnovamento ulteriore nel PD, con l’accantonamento di D’Alema, e degli altri vecchi della nomenclatura comunista? Spunterà Renzi? Un fatto è certo: il PDL vive solo grazie a Berlusconi. Ma quanto ancora durerà il Berluska? Gli altri non esistono. Sono delle ombre. Si sta affermando più che il tripolarismo PD-PDL-Grillo, ma soprattutto il Partito/Persona. Chi fa più casino in TV ed è più convincente con le bufale che
spara, vince.
Tanto il popolo italiano è di bocca buona. Prende e mangia tutto. Sono sorti momenti preoccupanti di instabilità: il futuro governo non avrà una maggioranza stabile; Grillo è un leader fuori dal parlamento. Come farà a controllare i suoi bravi ragazzotti? Il suo partito è una mina vagante, in cui ognuno potrebbe assumere comportamenti deflagranti. Va detto che eventuali alleanze per la formazione del governo saranno comunque anomale e porteranno ad ulteriori incomprensioni, tensioni e conflitti sociali. Tutto ciò sarà l’anticamera di una rivoluzione? Civile o militare? La gente, comunque, non capirebbe gli strani accoppiamenti. Grillo potrebbe pensare a inasprire ulteriormente i quadro politico generale per impadronirsi del potere.

Vi sono allarmanti analogie con la Repubblica di Weimar. Un fatto è certo: l’instabilità politica arreca danni irreversibili soprattutto alle economie più deboli delle regioni meridionali e in particolare della Sicilia. In Sicilia si è configurato il fallimento totale della coalizione Grande Sud-MpA. Forse perché si è alleata con Berlusconi, e aveva leader compromessi. Un altro fallimento è stata Rivoluzione civile, nata soprattutto in Sicilia e nel Sud, a seguito di un accordo anomalo di partiti dell’estrema sinistra, dell’ IdV (che fine ha fatto?) e di alcuni Sindaci (Palermo, Napoli e Bari, città che non hanno però risposto.

Quali sono le cause? Il minore profilo politico di Ingroia, che ha commesso peraltro un errore imperdonabile: ha chiesto l’apparentamento con PD, con una scelta che è apparsa agli elettori di subalternità. Grillo aumenta ulteriormente i consensi raggiungendo in Sicilia al senato il 27,58%. il PDL risulta ancora il partito più votato. Esaminiamo gli altri voti:

Al Senato:

lista Crocetta: 6,2%;
Lega Nord: 0,1;
Grande Sud: 1,1;
Rivoluzione civile: 2,5%;
Alla Camera:
Sicilia 1:
a) Grande Sud Mpa: 1,8%;
b) Lega Nord: 0,2%;
c) Rivoluzione civile: 3,7%;
d) M5S: 34,5%
Sicilia 2:
a) Lega Nord: 0,2%;
b) Grande Sud-MpA: 1,8%;
c) M5S: 32,7%;
d) Rivoluzione civile: 3,2%;

Una debacle!
Cosa bisogna fare?
Occorre iniziare dalla Sicilia un nuovo percorso politico, ma con forza, autonomia, coerenza e grande determinazione. Ci chiediamo: basta chiedere solo l’attuazione Statuto siciliano? Oppure occorre andare al di là e chiedere da subito indipendenza Sicilia, atteso lo sconsolante attuale quadro politico instabile?

A mio parere, occorre organizzare un’assemblea e una conferenza stampa dopo il 15 marzo, giorno della prima riunione delle due Camere, in cui si capiranno le alleanze nascoste con la nomina dei Presidenti delle Commissioni parlamentari. Occorre dire in modo aperto e chiaro che il Sud è stanco degli esperimenti nordisti, iniziati con il fascismo, e proseguiti con il bossismo, il berlusconismo e adesso con il grillismo, che creano sconcerto e instabilità. Occorre far capire che il grillismo si basa sulla forza elettorale di un uomo solo. Il partito non esiste. I deputati eletti nemmeno si conoscono.

Li hanno tenuti insieme la guerra e l’arroganza dei vecchi partiti. Ma adesso con la pace il M5S presenterà la prime crepe. Grillo ha detto: “Entriamo in Parlamento e ci perfezioniamo”. L’Italia può premettersi il lusso di aspettare questo perfezionamento? Cosa occorre fare in concreto? creare, al di là dello Statuto Speciale,  un Movimento indipendentista, in modo da realizzare in Sicilia un momento di stabilità nazionale ed europeo; individuare una linea politica che ci ponga totalmente al di fuori di questo regime, composto da vecchi partiti e dal populismo di Grillo, creato, come a suo tempo si è fatto con Bossi e Berlusconi per tutelare gli interessi del Nord, che da tempo sfrutta il Sud, dopo averlo depredato; scegliere un leader, che sia vincente per il suo carisma, i suoi precedenti impegni politici, per la sua onestà e per aver pagato scelte coraggiose. Catania può essere il primo esperimento di una città siciliana che si ribella all’attuale perversione del sistema politico, voluto. Catania è diversa da Palermo, dove prevalgono assistenzialismo e consorterie mafiose e politiche. Catania è più dinamica e propulsiva. Alle comunali si presenteranno due vecchi personaggi del PD e del PDL.

L’esponente di Grillo sarà facilmente sopraffatto, con la dura linea politica del Movimento Siciliano di Liberazione. Occorre superare l’attuale confusione e ridare fiducia al popolo siciliano! La tecnica del potere è sempre la stessa: mantenere il popolo nell’inganno, nella confusione e nell’ignoranza. In Sicilia a tutto ciò si aggiungono illegalità diffusa e assistenzialismo. Occorre reagire. I Siciliani debbono imparare ad avere fede in ideali e valori comuni, avere fiducia in loro stessi, ma anche a confidare negli altri. In tal modo si supera il momento dell’isolamento, dell’indifferenza e del menefreghismo. Occorre creare un momento di fratellanza isolana con un progetto comune e condiviso, portato avanti da un leader carismatico, facilmente riconoscibile e di immediata presa popolare.

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