Lo short film, “Profeti di Speranza” – in streaming dal 4 ottobre sul canale ufficiale YouTube di Vivere in Assisi
L’XI edizione di Vivere in Assisi 2021, la rievocazione francescana e medievale che si svolge a Gangi ogni due anni, si presenta al pubblico con una veste inedita rispetto al format narrativo che è solito svolgersi tra le vie incantevoli e silenti della cittadina madonita.
L’emergenza sanitaria ha imposto un cambio di rotta che ha portato alla realizzazione di uno short film, “Profeti di Speranza” – in streaming dal 4 ottobre sul canale ufficiale YouTube di Vivere in Assisi – realizzato dal regista Francesco Dinolfo su sceneggiatura, tanto originale quanto rigorosa e avvincente, del presidente del Centro Studi Francescani e Medievali, Roberto Franco.
L’eccellente interpretazione di un cast di attori calato con maestria nei ruoli assegnati, le scenografie e i costumi, curati da un team valente e coeso, hanno reso perfettamente uno spaccato storico assai interessante, come quello medievale e una suggestiva interpretazione dello spirito immortale insito nella sceneggiatura stessa.
Girato interamente a Gangi e nei meravigliosi territori che la circondano, tra le Madonie e i Nebrodi, ha il merito di narrare la bellezza di luoghi inaspettati, di quelli che tolgono il respiro, senza tempo, misteriosi finanche, bellezza che fa da cornice e s’intreccia, in una trama intensa, al “viaggio” di due uomini straordinari, legati a una storia che si fa cammino lungo i secoli fino a trovare la LUCE che pervade il mondo.
E allora ecco Dante Alighieri, nei 700 anni dalla sua morte, affiancare Francesco d’Assisi e insieme stringere in un abbraccio ogni uomo che “nel mezzo del cammin di vita”, smarrendo la “dritta via”, con fare incerto è costretto ad attraversare tante “selve oscure”, spaventose e selvagge, dove anche l’aria pare tremare, prima di raggiungere “l’amor che move il sole e l’altre stelle”. La Divina Commedia, d’altra parte, richiama molto la teologia e la spiritualità francescana, il Sommo Poeta e San Francesco furono e continuano a essere uniti, inscindibilmente, da un’intima sintonia. L’uno, esule e pellegrino, trasformato e rinato dalla visione che dagli abissi degli inferi, dalla condizione umana più degradata, lo innalzò verso il Creatore, l’altro, uomo delle beatitudini, uscì dal chiostro, andò tra la gente, per le vie di borghi e città, fermandosi nelle case a predicare povertà, amore, mitezza, rivelando la grazia e il valore di tutte le creature. La ratio della missione di entrambi fu rivisitata alla luce dell’esilio e della conversione, talmente esplicativi e dirompenti da divenire la chiave di lettura non solo della loro vita ma anche del “viaggio” di ciascun essere umano nella propria storia e oltre la Storia.
La medesima, profonda comunione traspare – intrisa di tutto il fascino umano e mistico che le due figure, luminosissime presenze di un tempo sì remoto ma ugualmente attuale, possiedono- da ogni sequenza dello short film.
Dante e Francesco invitano a ritrovare il senso perduto dell’umano percorso, lo stesso che dovrebbe tendere al Bene assoluto, condurre a una nuova condizione segnata dall’armonia e dalla pace e che, invece, è spesso offuscato da tenebre interiori, deliri di onnipotenza, ostaggio d’infiniti, vili inganni, intricato e scuro da sembrare senza meta, così periglioso da rischiare di precipitare in un baratro infinito.
Si fanno, dunque, annunciatori di redenzione per ciascun uomo e ciascuna donna, cantori della possibilità di riscatto, per cui nessuna umana debolezza potrà mai essere così invincibile da impedire un mutamento decisivo per quanti vorranno tornare a “veder le stelle”.
Francesco d’Assisi e Dante Alighieri, guidati da un nuovo chiarore, diventano finalmente Profeti di Speranza.
mpierafranco