Lo sviluppo delle Madonie: un’anomalia dietro l’altra

(Di Gianpiero Caldarella – scomunicazione.wordpress.com) – Le Madonie si spopolano, i servizi essenziali diventano sempre più un miraggio, eppure, ad aprire le pagine dei siti di informazione locale, un giorno sì e l’altro no si parla di decine di milioni di euro di finanziamenti, di grandi programmi, di uno sviluppo ormai inarrestabile e di enti sovracomunali che governano questo sviluppo con un eccellente “lavoro di squadra”.

Ma cerchiamo di capirne di più e di vedere quali sono queste squadre.

C’è il G.A.L. (Gruppo di Azione Locale) Isc Madonie che esiste dal 1998 e che ha come missione principale quella di “promuovere lo sviluppo del territorio rurale”. Sul sito internet del GAL si legge che “sono soci del Gal tutti gli enti locali del territorio rappresentato, oltre tutti i principali attori coinvolti nello sviluppo territoriale (Agenzia di sviluppo, associazioni di categoria, associazioni di produttori, enti no profit etc.)”. A proposito di Enti Locali, parliamo di circa 25 Comuni, da Alia a Vallelunga Pratameno che versano una quota di 31 centesimi ad abitante. I privati invece non sono i singoli imprenditori, ma solo quelli riuniti in categorie o associazioni, dall’Associazione Comunale Commercianti di Petralia Sottana all’Unpli Palermo, passando per il Consorzio Produttori Madoniti. Tra i soci c’è anche la Società di Sviluppo delle Madonie (So.Svi.Ma.) e c’era fino a qualche giorno fa anche la Banca di Credito Cooperativo (BCC) di Petralia Sottana, il cui ruolo di “sostegno economico” è ancora citato sul sito web come fondamentale per sostenere le attività del GAL.

Una cosa importantissima che va detta è che in questo specifico partenariato pubblico-privato, diffuso in tutta Italia e in Europa, in assemblea hanno la maggioranza i privati che detengono almeno il 51% dei voti. Nel caso specifico, nel Gal Madonie abbiamo 5 componenti di parte pubblica e 6 di parte privata. E infatti in tutta Italia, la presidenza del GAL è solitamente affidata ai privati, dal momento che la sua funzione dovrebbe essere quella di essere “rappresentativo delle diverse realtà socio-economiche del territorio”.

E qui scatta la PRIMA ANOMALIA: qualche giorno fa è stato eletto come presidente del GAL il Sindaco di Castelbuono, mettendo in minoranza sia il Sindaco di Petralia Soprana, sia Natale Mascellino, presidente del Copagri Sicilia. Quindi il danno l’ha fatto il Sindaco di Castelbuono? Non proprio, perché prima di lui a presiedere il GAL c’era l’ex sindaco di Gangi, Francesco Migliazzo, che ha mantenuto la sua carica (che va detto è pagata circa 10mila euro l’anno) per più di due anni dalla fine del suo mandato di Sindaco. Nel Verbale di Assemblea del GAL del 4 agosto 2022, l’attuale Sindaco di Gangi, Giuseppe Ferrarello, chiedeva “le dimissioni del Presidente, giacché non riveste più alcuna carica all’interno del Comune di Gangi, dopo le elezioni del 12 giugno” e criticava la “modifica statutaria oggetto dell’Assemblea straordinaria del 22/04/2022, (…) che ha consentito di equiparare la presenza dei rappresentanti di parte pubblica in seno al CdA a quelli di parte privata, eliminando dall’articolo 11 dello Statuto Sociale la regola relativa alla decadenza dalla carica di consigliere al venir meno della carica e/o del ruolo in seno al soggetto giuridico pubblico che ne ha proposto la candidatura.”

Naturalmente, a leggere il verbale di quell’Assemblea, quello che stupisce non è la levata di scudi dei vari sindaci (Polizzi Generosa, Collesano, Lascari e San Mauro Castelverde) contro “l’incursione” del Sindaco Ferrarello, non prevista dall’Ordine del Giorno dell’Assemblea, quanto la mancanza di una sola voce da parte della componente privata. Infine, a chiudere la discussione ci pensava l’Amministratore Unico di So.Svi.Ma. Alessandro Ficile, affermando che “il tema sollevato dal Sindaco di Gangi si affronterà in ambito politico”. Fine della trasmissione.

Se è stato possibile tutto ciò, l’elezione a Presidente del GAL del Sindaco di Castelbuono (o di un qualsiasi altro Sindaco) non poteva che essere una strada in discesa e POCO IMPORTA se uno dei soci del GAL, il Consorzio Produttori Madoniti, del quale Mario Cicero è presidente, è debitore nei confronti del GAL di circa 160mila euro più interessi. Una vicenda che Cicero ha annunciato di chiarire presto con una lettera aperta, ma in un’intervista (https://www.youtube.com/watch?v=BHfA6ylLmxE) ha già detto che quel debito non è stato contratto quando lui era Presidente, che si è ritrovato Presidente del Consorzio (sottolineando di non esserne socio e quindi non responsabile di quel debito) nel 2011, quando era vicepresidente del GAL e il tutto fu “un regalo dei colleghi del territorio”. Chiarisce pure che grazie a lui quel debito non è cresciuto, perché ha chiuso il punto vendita del Consorzio all’interno del centro commerciale Forum a Palermo. Tutto giusto, però rimane il fatto che esiste un soggetto debitore e uno creditore e quantomeno per “occhio di popolo” sarebbe stato corretto dimettersi da una delle due cariche.

Invece, dovrebbero importare molto le dimissioni dal Gal della BCC, cioè l’unica banca del territorio che evidentemente non approva questo modo di condurre quello che dovrebbe essere uno dei principali motori dello sviluppo delle Madonie. Già, proprio le Madonie, dove tutto sembra risolversi “politicamente” con gli accordi tra i vari sindaci che non si fanno problemi ad entrare a gamba tesa ed occupare spazi che per loro costituzione dovrebbero essere riservati agli attori economici del territorio. E qui sarebbe bene che i vertici della Banca chiarissero le ragioni di questa scelta drastica, che nella sua enorme gravità sembra che stia passando sotto silenzio.

Cercherò di non annoiarvi più, ma QUESTA VICENDA INSEGNA che non abbiamo bisogno di imprenditori sul territorio ma solo di politici che sappiano meglio degli imprenditori quello di cui hanno bisogno gli imprenditori. Si prospetta un grande sviluppo delle Madonie, non c’è dubbio.

E se il protagonismo dei Sindaci nella vicenda del GAL non stupisce, è altrettanto vero che nell’altra grande agenzia che ha per missione lo sviluppo delle Madonie, cioè la So.Svi.Ma., il ruolo dei sindaci è invece molto più remissivo. In questo caso, i Comuni che versano a So.Svi.Ma. una quota unica annuale corrispondente a circa 3,50 euro ad abitante, hanno in qualche modo lasciato carta bianca al sempiterno Alessandro Ficile che guida l’Agenzia dal 1997, prima da Presidente e poi, ormai da diversi anni da Amministratore Unico. Non c’è più un Consiglio di Amministrazione, non si predispongono in maniera collegiale e pluralistica quelle che sono le linee di indirizzo economico-finanziarie e le scelte da attuare. L’amministratore Unico basta e avanza ai sindaci e non sembrano esserci lotte di potere. L’autorevolezza di Ficile è fuori discussione, quella dei sindaci un po’ meno, dato che la So.Svi.Ma., a differenza del GAL, è una società per azioni dove il pubblico (e non il privato) detiene la maggioranza delle quote.

E questa sarebbe la SECONDA ANOMALIA che sta dietro alle lotte di potere che si consumano sulle Madonie. Dove il soggetto pubblico dovrebbe far sentire la sua voce (cioè dentro So.Svi.Ma.) decide di farsi da parte, dove invece dovrebbe farsi da parte per supportare i privati (cioè dentro il GAL) pretende di avere un ruolo che non gli spetterebbe.

A questa vicenda seguono due corollari.

Il primo è che i cittadini madoniti poco o nulla sanno di quello che sono gli enti sovracomunali, di come funzionano ecc ecc, e questo ha permesso ai protagonisti di queste vicende di avere la massima discrezionalità nelle scelte da fare. Un lettore attento però lo nota che alcuni soggetti ricorrono spesso, spesso incastrati dentro l’altro, come in un sistema di scatole cinesi, dove non si capisce più chi sia l’arbitro o a che titolo parli quel determinato soggetto.

Il secondo corollario è che vi sono sindaci che non si capisce dove trovino il tempo di fare i sindaci dato che gli incarichi e le poltrone si moltiplicano per loro. Tutto naturalmente per “spirito di servizio”, tanto che abbiamo assistito in questi mesi ed anni a delle vere e proprie guerre quando arriva il momento di assegnare un incarico a qualche Sindaco. Le vicende della SRR (Società Raccolta Rifiuti), del GAL, del Parco delle Madonie senza un Presidente ecc, dovrebbero insegnarci qualcosa.

Le Madonie sono un mondo a parte, un sistema a parte, ma lo sviluppo ci sarà.

Anomalo ma ci sarà.

Gianpiero Caldarella

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