Madonie: infestazione di processionaria a 1500 metri nei pressi di piano Imperiale a Castelbuono – [FOTO]
Pubblichiamo di seguito una galleria fotografica, risalente a circa una settimana fa, da cui si evince lo stato avanzato di infestazione da processionaria in cui versa la pineta a monte di piano Imperiale nei pressi di pizzo Stefano. Si tratta di un bosco di conifere a circa 1500 metri di quota.
A lanciare il grido d’allarme alcuni escursionisti che proprio in quella zona hanno constatato anche la presenza di pini secolari ormai secchi, a causa di questo bruco, che fa parte dei lepidotteri, meglio conosciuto come la “processionaria del pino” (Thaumetopoea pityocampa). Esso deve il suo nome alla caratteristica abitudine di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di “processione”.
La processionaria è uno degli insetti più distruttivi per le foreste, capace di privare di ogni foglia vasti tratti di pinete durante il proprio ciclo vitale. Le pianta più colpita è il pino (in particolare il pino nero e il pino silvestre). La processionaria è attiva solo durante i periodi freddi dell’anno, dal momento che trascorre i caldi mesi estivi come bozzolo seppellito sotto terra. Le falene iniziano a emergere dal suolo nel mese di agosto, trascorso qualche giorno iniziano la ricerca di piante adatte per deporre le uova. Ogni femmina produce un “ammasso” di uova che viene fissato ad un ago dell’albero ospitante, dopo almeno 4 settimane nascono le tipiche larve, in poco tempo, spogliato completamente un ramo, si muovono in fila alla ricerca di nuovo nutrimento. Inizialmente sono nomadi, spostandosi di ramo in ramo costruendo nuovi nidi provvisori, verso ottobre formano un nido sericeo dove affronteranno l’inverno. L’attività riprende in primavera e le processionarie, in genere verso la fine di maggio, si dirigono in un luogo adatto per tessere il bozzolo.
La processionaria è abbastanza pericolosa per uomo e animali. E’ infatti ricoperta da centinaia migliaia di microscopici peli uncinati e urticanti. E molti vengono rilasciati nell’aria. Il contatto diretto con questi peli (o con quelli rilasciati nell’aria) può determinare reazioni cutanee, alle mucose, agli occhi e alle vie respiratorie, specialmente in soggetti sensibili o per inalazioni massicce. Questi peli contengono una sostanza che, a contatto con il corpo umano (o animale), viene immediatamente iniettata: si manifesta quindi una forma di dermatite con arrossamento, edema, prurito e bruciore, vescicole e bolle. La prima cosa da fare, se accade: lavarsi abbondantemente e andare dal medico.