Mamma e figlia salvate per miracolo al “Madonna dell’Alto”. La donna operata d’urgenza per un distacco di placenta lancia un appello al Ministro Lorenzin. INTERVISTA ESCLUSIVA

Sono salve per miracolo e stanno bene Daniela e la sua piccola Anna, mamma e figlia di Caltavuturo che hanno rischiato la vita a causa del distacco della placenta, ma che oggi possono sorridere alla vita grazie all’intervento urgente eseguito nel Punto Nascita di Petralia Sottana, lo stesso reparto che tante volte la politica ha tentato di chiudere ritenendolo “superfluo” per il territorio.

Ed invece quel reparto ed i professionisti che vi lavorano hanno strappato due persone alla morte.

Domenica 26 luglio dopo le 21 al “Madonna SS. dell’Alto” di Petralia Sottana si è presentato Giuseppe Guazzenti che, dopo una folle corsa da Caltavuturo, ha potuto salvare la moglie Daniela Li Ranzi (classe ‘76) e la nascitura Giusy Anna, «per la mia mamma e per il miracolo che Madre Sant’Anna ci ha fatto», ci ha riferito Daniela.

La signora Daniela, originaria di Alimena che vive a Caltavuturo con il marito ed un bimbo di tre anni, all’ottavo mese di gravidanza, racconta di essere comodamente seduta sul divano di casa quando, dopo una lunga giornata trascorsa in famiglia, si è accorta di avere in atto una forte emorragia. Non hanno riflettuto più di tanto, non hanno neppure chiamato il 118, ma con Giuseppe sono partiti in auto e, nonostante la Statale 120 sia in pessime condizioni (a definirla una trazzera non si sbaglia di certo) , in soli 25 minuti hanno raggiunto il Pronto Soccorso del nosocomio petralese. Ospedale più vicino a Caltavuturo, centro al momento isolato per la chiusura dell’A19.

I sanitari fin da subito hanno capito la gravità della situazione ed allertato la sala operatoria per cercare di salvare almeno la vita della mamma a cui si era distaccata la placenta.

Un caso disperato che si è concluso positivamente «grazie alla grande professionalità dei tanti medici e infermieri, compreso i ginecologi e con l’intercessione di Sant’Anna» ha tenuto a precisare la neo mamma.

Cosa sarebbe accaduto se il Punto Nascita di Petralia Sottana fosse stato disattivato? L’ennesima tragedia determinata dalla mala sanità siciliana.

Un «caso simile a quello accaduto l’anno scorso al “Basilotta” di Nicosia», sussurrano in reparto. Un caso che se non ci fosse stato il Punto Nascita in attività avrebbe mietuto altre vittime innocenti. Vittime della politica.

Daniela Li Ranzi ha vissuto un’esperienza traumatica, ma è nella fase di ripresa, ci è sembrata forte e coraggiosa mentre pensa alla sua bimba attualmente ricoverata ad Enna presso l’Unità Terapia Intensiva Neonatale in attesa di affacciarsi definitivamente alla vita nella terra in cui il destino l’ha fatta nascere ed in cui siamo certi che vorrà crescere e procreare.

Per ironia della sorte il destino delle due donne, Daniela ed Anna, è legato alle scelte di un’altra donna, Beatrice.

Ed è proprio a Beatrice Lorenzin, il Ministro della Salute, che Daniela esorta con un appello lanciato dalle nostre telecamere.

«Bisogna potenziare quello che c’è e non levarcelo, – dice – perchè ha sempre funzionato bene. Per esempio portare qui le incubatrici e quello che occorre per salvare la vita alle mamme e ai bambini. Mettendo anche altri medici a disposizione. Perchè quello che è capitato a me può capitare anche ad altre mamme. Quindi pensateci bene prima di prendere decisioni importanti».

Pensateci bene ed agite con coscienza, aggiungiamo noi. Permettete alle comunità madonite di vivere serenamente, ai turisti di visitare questi luoghi in sicurezza e a noi di raccontare altri casi di buona sanità.

Il futuro di questi luoghi e di questa gente dipende dalle scelte della politica.

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Fonte: www.ilcaleidoscopio.info

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