Mario Cicero: “Governare per il bene di tutti, contro la cultura del sospetto”
“Avendo come priorità il bene della Comunità”
(Riceviamo e pubblichiamo) – L’aspetto più degenerativo della politica, a nostro avviso, si manifesta quando si tende a difendere le proprie posizioni divulgando falsità e introducendo, nel dibattito politico, affermazioni non veritiere. Questo comportamento può indurre l’opinione pubblica a sviluppare due tipi di atteggiamenti: distacco e indifferenza verso la vita politica, oppure dubbi sulla rettitudine intellettuale, l’etica e la moralità, sia dell’apparato burocratico di un’istituzione come il Comune, che dell’integrità e della correttezza amministrativa di chi è incaricato di governare il paese.
Negli ultimi mesi l’attività del movimento politico “La Costituente per la Castelbuono di Domani” si è contraddistinta per tali comportamenti, denunciando eventi e circostanze mai avvenuti, o intenzionalmente manipolati, per generare allarmismo e polemiche. Sono state presentate denunce ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza, alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti, al Nucleo Ispettivo del Lavoro, all’Agenzia delle Entrate, all’Autorità nazionale Anticorruzione, al Servizio 3 Controllo di Attività di Vigilanza sugli Enti Locali Ufficio Ispettivo dell’Assessorato EE.LL. al Prefetto, agli Assessorati regionali e alla Soprintendenza, richiesto accesso agli atti su svariati argomenti, indirizzando le istanze al Segretario e ai Capi Settore, senza fare pervenire al Sindaco nessuna di queste lettere, neanche per conoscenza. Scrivono a tutti tranne che al Sindaco. Chiedono persino il rinvio del Consiglio comunale senza di questo informare il Sindaco. Il Sindaco viene ignorato. Ciò dimostra lo sgarbo istituzionale che continuano a perpetrare, cercando di annullare la figura del Sindaco dal dibattito politico amministrativo, sicuramente hanno la consapevolezza che non governeranno mai, altrimenti “chi semina vento raccoglie tempesta”.
L’ultimo atto di questo comportamento è la denuncia pubblicata, il 16 Dicembre 2023 in un blog locale, in cui si afferma che “ Alle Fontanelle cancellate con l’escavatore preziose testimonianze archeologiche del teatro seicentesco”. Le vicende o i fatti che accadono nel presente hanno una sola verità; tutto il resto è fantasia o peggio ancora, falsità.
Tutti ricordiamo l’edificio dell’ex Cine Teatro Le Fontanelle, costruito negli anni ’50, che è stato fabbricato sul preesistente teatro voluto dai Ventimiglia. Secondo il professor Eugenio Magnano di San Lio e il professor Orazio Cancila, il teatro è stato costruito nel 1600 mentre per i progettisti è dell’ottocento. Il quesito che non dà riposo a qualcuno, è il seguente: l’edificio di cui sono stati ritrovati i reperti archeologici risale al 1800 o al ‘600?
Possiamo assicurarvi che per il paese reale non cambia nulla. Per alcuni, invece, è l’occasione per alimentare una sterile polemica con i progettisti, del nuovo spazio culturale che stiamo realizzando.
Non staremo qui a disquisire su tutto quello che hanno scritto nell’articolo, vi racconteremo come si stanno svolgendo i fatti, avendo chiaro il concetto che il centro polifunzionale che si sta realizzando sorgerà sullo stesso sito del fabbricato che è stato demolito, che, ricordiamo, è stato costruito negli anni ‘50, che a sua volta era stato costruito sullo stesso sito che occupava la chiesa medioevale di San Filippo, che nel ‘600 vede costruire il teatro voluto dai Ventimiglia.
E’ facile comprendere che, se si sono arrecati danni ai reperti archeologici, sia della Chiesa di San Filippo che del Teatro seicentesco sono avvenuti con la costruzione del Cine Teatro le Fontanelle. Ci dica, chi in questi mesi ha cercato di inasprire i toni, considerato che il Cine teatro le Fontanelle è stato costruito negli anni ’50, io sono nato nel 1962, gli assessori e i consiglieri, oggi presenti in consiglio, sono tutti più giovani di me, tranne il Presidente del Consiglio, che essendo di San Mauro, è lì che ha vissuto la sua infanzia, che tipo di responsabilità abbiamo al riguardo.
Allora è chiaro, che se scempio c’è stato noi non ne siamo responsabili. Infatti durante la demolizione del fabbricato, che non chiamiamo “mostro” urbanistico ( per non turbare la sensibilità di quei pochi, i quali pur non vedendoli mai a nessuna rappresentazione teatrale, anche se con entrata gratuita, si battono per il Teatro perchè vogliono la sala per il Veglione), sono stati rinvenuti questi tre reperti archeologici che meritano un certa attenzione. Teniamo conto di un fatto importante, che durante l’opera di demolizione c’era un bravo archeologo, presente tutti i giorni al cantiere, documentando con foto e con le relazioni tutto quello che è stato scoperto. Inoltre vi era la presenza di un drone di un privato, che abusivamente, non rispettando le leggi sorvolava il cantiere riprendendo i lavori. Siccome non abbiamo mai avuto niente da nascondere, malgrado le segnalazioni, non abbiamo denunciato il fatto alle autorità competenti.
Così l’archeologo durante i lavori scopre questi reperti, come si evince dalle foto, parliamo di reperti che sono stati puliti, fotografati, a spese della collettività, e che saranno interrati sotto il nuovo fabbricato, su indicazione della Soprintendenza, così come è stato fatto negli anni ‘50 quando fu costruito il cine teatro “le Fontanelle”.
Altra storia è la Motta del Castello e il tratto del muro di una lunghezza attuale di metri 3 che è stato ritrovato ai piedi della Motta, dico l’abbiamo ritrovato perché la scelta di utilizzare somme per queste ricerche, che ricordo a me stesso sono fuori del cantiere, è stata dell’Amministrazione comunale e dell’Ufficio Tecnico a seguito di un incontro avuto con la Soprintendenza e l’archeologo. Quando abbiamo effettuato il sopralluogo nei saggi archeologici della Motta e del muro, ritrovato ai piedi della stessa, ci siamo detti con l’archeologo e con la rappresentante della Soprintendenza, che il muro si sarebbe ricoperto, la Motta sarebbe rimasta con una parte già pulita, per permettere, dopo l’approvazione della variante richiesta dai progettisti, i quali hanno ritenuto di ampliare gli spazi dei camerini e dei servizi nel piano terra, (visto che la Soprintendenza ha constatato durante gli scavi, che a quel livello non c’era niente di interessante) di eseguire i lavori appaltati della nuova struttura culturale evitando interferenze con il cantiere del nuovo polo culturale, con l’impegno della Soprintendenza, di dare l’incarico per fare una campagna
di scavi e per verificare la lunghezza del muro (la mia speranza che sia un muro lungo)e completare la pulizia della Motta.
La Soprintendenza si è presa l’impegno che nel 2024 sarà conferito l’incarico per questa campagna di scavi. Nel frattempo si realizzerà la nuova struttura Polifunzionale di cui Castelbuono ha bisogno, visto le giuste critiche che abbiamo raccolto in queste settimane per la mancanza di spazi idonei, per le molteplici attività culturali che portiamo avanti nella nostra Comunità.
Questi sono i fatti che stanno accadendo in queste ore. Noi stiamo lavorando per portare a termine i lavori del centro Polifunzionale, rispettando i luoghi e i reperti archeologici che testimoniano le varie fasi storiche che ha vissuto la comunità di Castelbuono, dai Ventimiglia a oggi.
Siamo consapevoli che ancora una volta raggiungeremo l’obiettivo prefissato, così da permettere alla nostra comunità di offrire uno spazio culturale, in un luogo candidato naturalmente, come agglomerato urbanistico che produce e ospita attività culturali.
Questa è la Castelbuono che ha una visione e guarda al domani con grande tensione morale, vivendo questi processi con serenità e spirito di confronto.
Il Sindaco, Sig. Mario Cicero