Medaglie d’oro ai deportati, il diario della prigionia del castelbuonese Giuseppe Di Paola
In 50 pagine i giorni al campo di Buchenwald di un agricoltore di Castelbuono. A Villa Pajno i suoi figli: “Ci raccontò quell’esperienza come se fosse una fiaba”
Ai suoi quattro bambini ha raccontato la sua prigionia come se fosse una favola. Un aneddoto per volta mischiando la realtà con la fantasia per rendere quel racconto piacevole e non la cronaca di un genocidio. Così Giuseppe Di Paola, agricoltore di Castelbuono, fatto prigioniero dai tedeschi il 10 settembre del 1943 mentre si trovava ad Albenga, in Liguria, tra le fila dei militari richiamati alle armi nel 1942. Durante la prigionia scrisse un diario in cui raccontò i suoi giorni da recluso.
Oggi a Villa Pajno il prefetto di Palermo Antonella De Miro ha consegnato le medaglie d’onore alla memoria di cinque militari deportati nei campi di concentramento in Germania dopo l’8 settembre del 1943, cioè dopo l’armistizio di Cassibile. Il 27 gennaio si celebra in tutta l’isola la Giornata della memoria. Alla cerimonia a Villa Pajno hanno partecipato numerosi studenti delle scuole palermitane con poesie e canti: l’istituto comprensivo “Calderone” di Carini; l’istituto comprensivo “Privitera Polizzi” di Partinico; l’educandato statale “Maria Adelaide” di Palermo; l’istituto superiore professionale “Ernesto Ascione” di Palermo.
“Per anni abbiamo custodito il suo diario di prigionia in un cassetto di casa, dopo avere visitato il campo di concentramento di Auschwitz abbiamo ritenuto opportuno renderlo pubblico”, dice Maria Di Paola, una dei quattro figli del militare deportato nel 1943, mentre stringe a sé il diario di 50 pagine. Giuseppe Di Paola venne rinchiuso nel campo di Buchenwald, vicino a Berlino. “In modo semplice mio padre in quelle pagine ha raccontato le sue angosce, le sue paure. Mangiava bucce di patate e un giorno gli rotolò per terra – racconta la figlia di Di Paola – la ciotola personale. Senza quella non avrebbe potuto più avere la sua razione. La inseguì per tutta la camerata. E questo episodio, ricordo, che da piccoli ce lo raccontò come se fosse una fiaba. Ma anche altri episodi che rese leggeri per non scioccarci. Di fatto, però, ci raccontò quel terribile periodo”.
Accanto al diario la figlia del militare ha una foto con un portafoto intarsiato. “Questo lo fece mio padre che aveva due passioni: l’intarsio e il mandolino. La foto ritrae lui e la sua prima moglie Mimì che morì subito dopo aver partorito il loro primo figlio. Mia madre questa foto l’ha sempre tenuta nella sua camera da letto”, racconta la figlia di 68 anni di Di Paola. “Il mio cuore è alla mia Mimì, ricordo l’emozione dello sposalizio”, scriveva Giuseppe Di Paola. “Doveva esserci papà a ritirare questa medaglia non noi figli. Se lo meritava”, si commuove la figlia del militare.
Medaglie d’oro anche ai figli di Nicola Bova, Umberto Cordova, Vincenzo Guarcello, Antonino Passaro.
(Fonte: https://palermo.repubblica.it)