Mentre alla Camera viene bocciata la proposta sul salario minimo, Il consiglio comunale di Castelbuono è unanime sulla proposta presentata dalla Costituente

Oggi, 1 Ottobre 2024, il centrodestra di governo ribadisce il no al salario minimo presentato dai leader e capigruppo di tutti i partiti di minoranza:M5s, Pd, Verdi-Sinistra, Azione e +Europa, tutti ad eccezione di Iv.

Nello stesso giorno invece il Consiglio comunale di Castelbuono ha discusso e votato all’unanimità una proposta della Costituente per la Castelbuono di domani per il riconoscimento del salario minimo di 9 € all’ora a tutti coloro che lavorano per il Comune, come ad esempio i dipendenti delle imprese che hanno rapporti con il Comune.

È giusto che a ciascuno venga riconosciuto un reddito che serva ad assicurare una vita libera e dignitosa, come prevede la Costituzione della Repubblica. La redistribuzione della ricchezza non può andare a scapito dei lavoratori dipendenti, spesso non in grado di tutelarsi perché non possono rifiutare condizioni di lavoro sfavorevoli, o perché quasi sempre precari e sotto il ricatto della mancata riassunzione.

Già nel 2022 l’Unione europea ha adottato una direttiva sul salario minimo, sulla base del sesto principio del Pilastro europeo dei diritti sociali, ossia il diritto di lavoratori e lavoratrici dell’Unione europea a salari equi per assicurare uno standard di vita dignitoso.

La delibera, peraltro già approvata in diversi Comuni italiani in forza dell’importante strumento di cui si è dotata l’Europa, è volta ad applicare questi principi a partire dalla nostra comunità locale, nell’interesse di ciascuno e dell’intero sistema economico e sociale, perché salari dignitosi garantiscono condizioni di lavoro eque, una maggiore capacità di spesa, le pari opportunità, la protezione sociale e l’inclusione di tutti i cittadini.

Se sarà approvata la delibera, il Comune si dovrà attivare affinché il salario minimo sia effettivamente corrisposto ai lavoratori.

Di seguito il contenuto della delibera.


                                  Al Presidente

                                                  del Consiglio comunale

                                                  di Castelbuono

                                                  Sig. Mauro Piscitello

                                                  Al Capogruppo di Maggioranza

                                                  in Consiglio comunale

                                                  Sig. ra Lucia Sapuppo

Al Sindaco di Castelbuono

sig. Mario Cicero

Oggetto: PROPOSTA DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE

Si chiede di inserire la presente proposta di delibera tra i punti all’odg del prossimo Consiglio comunale che in data odierna andremo a discutere in sede di Conferenza dei capigruppo.

Oggetto: MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI AQUILINO, CANGELOSI, IPPOLITO E PRISINZANO: “SOSTEGNO ALLA ISTITUZIONE DEL SALARIO MINIMO LEGALE “.

L’anno             addì                                                   del mese di                                                    alle ore       presso l’aula consiliare “Vincenzo Carollo” del Palazzo comunale di Via S. Anna si è riunito in sessione ordinaria in seduta pubblica di I convocazione il Consiglio comunale con l’intervento dei Signori:

 ALLEGRAGIUSEPPINA
 AQUILINOLORENZO
 CANGELOSIANNUNZIATA
 D’IPPOLITOMARIA ENZA
 IPPOLITOMARIA
 MARGUGLIOVINCENZO
 MARTORANAGIOVANNI
 MAZZOLAANNAMARIA
 PISCITELLOMAURO
 PRESTIANNIANDREA
 PRISINZANODOMENICO
 SAPUPPOLUCIA

Totale presenti                                                    N.

Totale assenti                                                    N.

Presiede il Sig. Piscitello Mauro nella qualità di Presidente del Consiglio comunale, partecipa il Segretario generale del Comune di Castelbuono, dott. Quagliana Vincenzo.

Considerato il Principio n. 6 del Pilastro europeo dei diritti sociali che impone: “I lavoratori hanno diritto a una retribuzione equa che offra un tenore di vita dignitoso. Sono garantite retribuzioni minime adeguate, che soddisfino i bisogni del lavoratore e della sua famiglia in funzione delle condizioni economiche e sociali nazionali, salvaguardando nel contempo l’accesso al lavoro e gli incentivi alla ricerca di lavoro. La povertà lavorativa va prevenuta”, se un tempo il fenomeno della povertà lavorativa poteva corrispondere alla condizione di disoccupato o precario, il susseguirsi delle crisi negli Stati Uniti prima e in Europa poi, di fatto hanno dimostrato che questo assioma è superato. I lavoratori stabilmente impiegati, e talora anche qualificati, possono improvvisamente trovarsi ad avere gravi problemi di insufficienza del reddito da lavoro. La pandemia, l’emergenza economico-sanitaria derivata dapprima e gli effetti della guerra in Ucraina e in Medio Oriente hanno ulteriormente e duramente accentuato il problema.

Vista la proposta di direttiva europea relativa al salario minimo all’interno dell’Unione Europea del novembre 2021, passata attraverso il voto della Commissione Occupazione e Affari sociali e volta a indicare e stabilire alcuni requisiti di base, necessari per poter garantire ai lavoratori un reddito che permetta un livello di vita dignitoso a loro e alle loro famiglie, nel rispetto del quadro normativo delle singole nazioni, si è ritenuto necessario provvedere a salvaguardare un equo stipendio per ciascun lavoratore, nell’interesse dell’intero sistema economico e sociale europeo.

Sono state proposte due strade per raggiungere questo obiettivo: da una parte un salario minimo legale (il livello salariale più basso consentito dalla legge), dall’altra un sistema efficace e funzionale di contrattazione collettiva fra i lavoratori e i loro datori di lavoro. Visto che nei Paesi (come l’Italia) nei quali un salario minimo legale non esiste, nonostante la copertura da parte della contrattazione collettiva sia elevata, vi è una quota importante di persone che lavorano senza che siano rispettate le condizioni fissate dai contratti collettivi, è possibile che le due strategie vengano implementate congiuntamente.

Considerato che il 14 settembre 2022 il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva il regolamento per il salario minimo, l’Italia non è dotata di leggi su questo tema.

Si tratta di una norma che punta a garantire un tenore di vita dignitoso: tale legislazione intende migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutti i lavoratori dell’UE e promuovere progressi in ambito economico e sociale. A tal fine, vengono definiti i requisiti essenziali per l’adeguatezza dei salari minimi garantiti, come stabilito dalle leggi nazionali e/o dai contratti collettivi. La legge vuole inoltre migliorare l’accesso effettivo dei lavoratori alla tutela garantita dal salario minimo. La nuova direttiva si applicherà a tutti i lavoratori dell’UE con un contratto o un rapporto di lavoro. Le nuove norme europee stabiliscono anche regole per controlli e ispezioni di subappalti abusivi, lavoro autonomo fittizio e straordinari non pagati. I Paesi UE hanno due anni di tempo per

Considerato che secondo i dati Eurostat, il 1° luglio 2024, 22 dei 27 paesi dell’UE avevano un salario minimo nazionale (compreso Cipro dal 1° gennaio 2023) mentre i paesi dell’UE senza un salario minimo nazionale erano: Italia, Danimarca, Austria, Finlandia e Svezia.

Ritenuto che l’istituzione del salario minimo orario consentirebbe di ridurre le disuguaglianze e aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori, rafforzare la contrattazione collettiva e individuare i contratti leader, in modo da mettere finalmente fine alla proliferazione dei CCNL cosiddetti “pirata”, stabilire una soglia di dignità al di sotto della quale nessun contratto collettivo deve scendere, prevedere un meccanismo di sostegno alle imprese detassando gli incrementi retributivi dei CCNL.

Considerato che in data 5 dicembre 2023 la maggioranza di centrodestra in Parlamento ha bocciato un emendamento delle opposizioni sul salario minimo, perché da Palazzo Chigi la linea dettata è stata quella di sostituire il testo con un maxiemendamento che sopprime e soppianta l’introduzione del salario minimo orario di 9 euro con una delega al governo a legiferare entro sei mesi per risolvere il dramma del lavoro povero in Italia.

Tutto ciò premesso e considerato

il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta

  • a sostenere in sede ANCI e, attraverso di essa, in Conferenza Stato-Città, nonché in tutte le sedi opportune, di concerto con i sindacati, tutti gli atti e le misure che portino all’istituzione di un salario minimo legale per i lavoratori italiani, sia pubblici che privati, portando avanti tutte le necessarie iniziative nei confronti del Parlamento volti all’adozione di provvedimenti legislativi tesi a perseguire gli obiettivi stabiliti nei trattati dell’UE, cioè tutelare i lavoratori da retribuzioni indebitamente basse;
  • ad introdurre l’adeguamento per coloro che lavoreranno in un appalto comunale ad un salario minimo di 9 euro l’ora e/o comunque in linea con le contrattazioni collettive nazionali di settore;
  • ⁠ad introdurre l’adeguamento per coloro che lavoreranno in un appalto comunale o per imprese che forniscono servizi al comune ad un salario minimo di 9 euro l’ora e/o comunque in linea con le maggiori retribuzioni previste dalle contrattazioni collettive nazionali di settore;

Castelbuono, 23 settembre 2024

Il Coordinamento

della Costituente per Castelbuono

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