Milocca, l’albergo fantasma. Per anni nessuno ha pagato
La denuncia arriva dal capogruppo del Pd.
Per oltre venti anni una cooperativa di Castelbuono ha gestito una struttura alberghiera di proprietà della Provincia e non ha mai pagato un solo euro di canone.
La Provincia non ha battuto ciglio e ha consentito che l’immobile fosse abbandonato a un degrado progressivo. Il caso viene denunciato dal capogruppo del Pd alla Provincia, Gaetano Lapunzina, e riguarda l’hotel Milocca, una struttura di 11 mila metri cubi e 52 camere in un’area di 10 metri quadrati, in località Piano Castagna, una delle più belle zone delle Madonie, a 900 metri sul livello del mare, a sei chilometri da Castelbuono.
L’albergo, segnala Lapunzina, è chiuso e versa in stato di abbandono, da quando la Provincia nel 2011 ne “ha riacquistato il possesso, senza però promuoverne quel nuovo utilizzo, capace di determinare incremento turistico e occupazione”.
Ancora più scandaloso è il mancato pagamento dei canoni di locazione da parte del passato destore, la cooperativa Futura, che ha avuto in affidamento la struttura per un quarto di secolo e che, per la ristrutturazione, aveva ottenuto, tra il 1985 ed il 1990, contributi a fondo perduto dalla Regione, per quasi due miliardi di lire: un miliardo e mezzo prima, 500 milioni dopo.
Il gestore avrebbe dovuto pagare un canone annuo di 450 milioni poi ridotto a 120 milioni delle vecchie lire. Non ha versato proprio nulla e alla fine del 2011 ha perfino chiuso l’albergo. I militanti del circolo SuperArci e la sinistra giovanile di Castelbuono avevano sollevato il caso occupando l’albergo. Chiedeva una sorveglianza della struttura per evitare atti di sciacallaggio e di vandalismo. “Con la nostra occupazione simbolica – avevano spiegato – abbiamo voluto accendere i riflettori sul futuro della struttura e auspichiamo che gli enti di competenza nel più breve tempo possibile possano dare una destinazione d’uso a questo immobile di proprietà pubblica. Riteniamo, soprattutto in questo periodo di crisi, che la struttura debba essere utilizzata al meglio considerate le sue ricadute occupazionali”.
Nulla è intanto accaduto.
E tutto il caso configura per Lapunzina “un grave danno”, visto che dopo una sentenza del giudice è stato fatto un pignoramento che ha fruttato appena 80 mila euro rispetto a un credito di un milione e duentomila euro.Oltre alla denuncia politica Lapunzina ha fatto un passo alla Procura regionale della Corte dei conti, alla quale ha chiesto di fare gli accertamenti del caso e verificare le ipotesi di danno erariale.
(Lavoceweb.com)